tredici mensilità arretrate ce ne sano state pagate solo due nei giorni scorsi, grazie al Decreto dei liquidazione emesso dalla Regione Campania n. 47 del 23 aprile. Ma questa non può essere la strada giusta per andare avanti: serve una soluzione definitiva che ci restituisca la dignità. L’idea di inviarle questa lettera è nata in occasione della Festa del Primo Maggio. Cosa avevamo da festeggiare noi operai forestali in quella giornata? Praticamente nulla. Quella che doveva essere la nostra festa si è trasformata nel giorno della nostra disperazione. Chiediamo a Lei, uomo di grande cultura, di grande sensibilità e dai grandi valori, di poterci aiutare. Il nostro non è un appello, ma una richiesta di aiuto che possa portare un po’ di serenità nelle nostre famiglie, che ci consenta di vivere sereni con i nostri figli e ci permetta di godere, mensilmente, della nostra retribuzione per il nostro lavoro che svolgiamo con grande onestà. Sig. Presidente Napolitano, ci aiuti a ritrovare la nostra dignità. Il nostro Settore Foreste dipende dall’erogazione dei fondi da parte della Regione Campania, egregio Presidente, è giusto che degli operai rimangano per un anno senza stipendio in attesa di un decreto di liquidazione? Le sembra giusto che la nostra vita sia legata continuamente a provvedimenti politici? A questo già immenso stato di incertezza, gentilissimoSig. Presidente, si aggiungono le decisioni che si traducono in atti che il Commissario Straordinario da Lei nominato, ilProf. Raffaele Coppola, prende nei nostri confronti. Ne è un concreto esempio l’atto Deliberativo n. 85 del 15 aprile 2013,( di cui le alleghiamo una copia ) che dimostra quanto la Provincia di Avellino non sia dalla nostra parte, non solo non ci tuteli, ma sta facendo il possibile per aumentare le nostre difficolta’. Con il supporto dei pareri dei legali, delibera che In mancanza di trasferimenti di fondi o di assegnazione di altri progetti da parte della Regione Campania, con relativa certificazione della disponibilità finanziaria, non saranno possibili ulteriori forme di utilizzazione del predetto personale”. Noi, da semplici operai, quella Delibera l’abbiamo intesa come una minaccia di licenziamento. Facciamo appello pertanto alla Sua sensibilità per trovare una soluzione al nostro ormai perenne stato di disperazione. Presidente non ci lasci soli

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