SOS per salvare la Missione di speranza e carità di Biagio Conte
“Il gesto del presidente Crocetta – aggiunge Biagio Conte – mi ha ricordato un lontano giorno del 1992. Ero, eravamo anche allora in difficoltà. Proprio come in questi giorni. Anche allora avevo deciso di restare fuori giorno e notte. Venne a trovarmi il Cardinale Pappalardo. M disse: torna in Missione, il problema in un modo o nell’altro, lo risolveremo”.
“Per questo, nonostante tutto, sono sereno – aggiunge Biagio Conte -. Anche le altre istituzioni si stanno muovendo per darci una mano. Mi dicono che il Comune di Palermo ha già stanziato per noi 30 mila euro. Mi sembra un segnale importante. Anche il presidente del Senato, Renato Schifani, quando ha saputo quello che sta succedendo, ha inviato subito 10 mila euro”.
“Io mi auguro, noi ci auguriamo – dice sempre “fratello Biagio” – che la fiammella che è stata accesa a Palermo non venga spenta. Sarebbe terribile. Noi accogliamo mille persone. Poi ci rechiamo nei quartieri della città e presso le famiglie. Lavoriamo tanto. La nostra Missione non è più gradita? Non ci credo, non ci crediamo. Lo ripeto: siamo fiduciosi. Anche se i problemi ci sono. L’Enel vuole pagate le bollette. Credo che siamo già intorno a 170 mila euro di arretrati. Un bel problema”.
“Poi c’è il gas – racconta sempre Biagio Conte -. Qui cuciniamo tre volte al giorno. Credo che le bollette arretrate ammontino a 70 mila euro o giù di lì. E poi l’acqua, naturalmente. E’ normale, no? Siamo tante persone. L’acqua ci vuole”.
“La cosa che mi sembra veramente ingiusta – ci racconta ancora il protagonista della Missione – è la Tarsu. La calcolano in metri quadrati. Qui lo spazio non manca. Il calcolo non ci favorisce. Anzi. Che debbo dire? Speriamo bene. Io sono fiducioso. La città sta rispondendo. Le istituzioni stanno rispondendo. Sono certo che la fiammella che abbiamo acceso a Palermo non si spegnerà”.
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