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Pubbliche amministrazioni non pagano le imprese ma pretendono i tributi. Rivolta Ance

Patto di Stabilità interno rigido, un cappio al collo per le aziende siciliane. Caggia chiama in causa il presidente Crocetta: «Regionalizzi il Patto e liberi i pagamenti per le nostre imprese»

Può la Pubblica amministrazione pretendere dalle imprese il pagamento dei tributi entro le scadenze di legge, pena l’applicazione di interessi e sanzioni di mora, e non erogare loro i compensi per i lavori eseguiti dalle stesse imprese alla pubblica amministrazione nel rispetto dei tempi contrattuali? Paradossale, ma la risposta è sì, soprattutto in Italia. Col risultato che molte imprese che hanno completato i lavori, che sono esposte passivamente con le banche, sono costrette a licenziare e a chiudere per mancanza di liquidità, pur essendo creditori delle amministrazioni pubbliche per centinaia di migliaia di euro. Così si va al fallimento!

Tutta colpa di un Patto di stabilità capestro stipulato con la Comunità Europea, il più restrittivo di tutta l’Europa. E’ il motivo per cui il presidente dell’Ance Ragusa (Associazione nazionale costruttori edili),Sebastiano Caggia (foto), ha rivolto un appello accorato al presidente della Regione Rosario Crocetta affinché adotti le decisioni di regionalizzazione del Patto entro la data del 31 maggio 2013 al fine di liberare i pagamenti alle imprese.

«Nel corso degli ultimi anni- scrive il presidente Caggia- l’Ance nazionale, quella regionale e la nostra di Ragusa, ha più volte sottolineato che la regionalizzazione del patto di stabilità interno rappresenta il principale strumento a disposizione delle Regioni per limitare gli effetti negativi del patto e favorire lo sblocco dei pagamenti alle imprese, in particolare nel campo dei lavori pubblici. Uno strumento che nel triennio 2010-2012 ha consentito di liberare 3,5 miliardi di euro di pagamenti (400 milioni nel 2010, 1,2 miliardi nel 2011 e 1,9 miliardi nel 2012) e permesso di alleviare le tensioni sul sistema economico locale». 

Alla luce dei buoni risultati raggiunti negli ultimi anni, la legge di stabilità per il 2013 ha confermato l’incentivo alla regionalizzazione del Patto di stabilità interno ed ha attribuito alle medesime un contributo di 800 milioni di euro. L’incentivo per la Sicilia è stabilito in 121.090.263 euro, e permette di liberare risorse comunali e provinciali per 145.308.316 euro!

«Ciò significa- continua ancora Caggia- che la Regione Sicilia riceverebbe un contributo pari all’83,33% degli spazi ceduti agli Enti locali regionali. Quindi, a fronte della cessione di risorse virtuali, la Sicilia acquisirebbe risorse effettive, da destinare all’estinzione anticipata del proprio debito, ovvero al pagamento dei residui passivi in conto capitale in favore dei creditori. La regionalizzazione del Patto si configura non solo come un meccanismo a disposizione della Sicilia per aumentare, a costo zero, i pagamenti alle imprese del proprio territorio ma anche come un’opportunità per la stessa Regione di acquisire nuove risorse in un contesto di drastico taglio ai trasferimenti statali».Corriere di Ragusa.it

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