Regione Sicilia: lucidiamo le maniglie sul titanic mentre la nave cola a picco
In pratica se si considera il totale dei cittadini, ogni 25 abitanti ce n’è almeno uno che a vario titolo prende soldi dalla Regione e se invece si considera solo la fascia dei cittadini in età di lavoro (che in Sicilia francamente si può benissimo mediamente fissare tra i 18 e i 60 anni) ogni 15 persone mediamente ce n’è una che prende fondi dalla Regione. E non vengono considerati in questo calcolo, fatto prendendo solo spunto dalla relazione di Coppola, i 16.098 pensionati della Regione siciliana di cui 998 andati in pensione grazie alla legge 104/1992 ovvero, dice il procuratore generale della sezione siciliana della Corte dei conti, «gli ultimi cosiddetti baby pensionati che potevano ottenere la pensione con 25 anni di servizio ove accudissero un parente gravemente disabile».
Altro dato su cui ha posto l’attenzione Coppola è quello che riguarda il sistema delle società partecipate dalla regione: «Al 31 dicembre dell’anno scorso – dice – erano 34 ma attraverso un sistema simile alle scatole cinesi alcune di queste società detengono partecipazioni in altre società per l’esattezza 20: di conseguenza la partecipazione azionaria della regione concerne di fatto ben 54 società. Delle predette 34 società direttamente partecipate ben 21 hanno chiuso in perdita l’ultimo bilancio d’esercizio comunicato. È stata prevista la riduzione a 14 delle società partecipate ma tale riduzione e, quindi, la dismissione delle altre società non risulta ancora attuata». Tutto ciò mentre si registra inefficienza e paralisi in interi settori. Come quello delle opere pubbliche: dei 1.254 appalti aggiudicati nel 2005 solo 605 risultano collaudati al 31 dicembre 2011 mentre se si fa riferimento ai 1.047 appalti aggiudicati nel 2006 solo 448 risultavano collaudati al 31 dicembre dell’anno scorso.
Intanto la prospettiva è quella di una recessione sempre più forte, come si evince dal rapporto congiunturale della Fondazione Res presentato a Catania: «La crisi alimenta le diseguaglianze tra i percettori di reddito e tra le attività economiche, fenomeno che rallenta le prospettive di ripresa nel breve termine – spiega Adam Asmundo, responsabile del modello dell’economia siciliana all’interno dell Fondazione – e i primi possibili sintomi di ripresa non si avranno prima del 2014». Secondo il rapporto, in Sicilia la flessione del Pil attesa per il 2012 è del 2,6%, quella della domanda delle famiglie del 3,2 %, mentre gli investimenti in macchinari e attrezzature potrebbero diminuire del 5,3 per cento.
Adesso passiamo alle buone notizie.
Qualche giorno fa sul Giornale di Sicilia è apparso un trafiletto con la notizia che la Regione Siciliana tramite i suoi organi competenti organizza un corso dedicato agli aspiranti istruttori di snowboard, e che fra qualche settimana si procederà alle preselezioni dei candidati che, vista la forte vocazione del nostro territorio per le discipline sportive invernali e la presenza di svariate strutture dove praticarle, saranno certamente tantissimi.
Il costo dell’operazione, che sarà ovviamente a carico dei contribuenti, dovrebbe essere di qualche decina di migliaia di euro; bazzecole rispetto alle cifre a cui ci ha abituati la macchina mangiasoldi della formazione isolana.
Il Governatore Raffaele Lombardo intanto, dopo un’estenuante tira e molla fatto di dichiarazioni e smentite varie, ha finalmente ufficializzato la notizia delle sue dimissioni a fine luglio.
Gli ex amici del PD stanno cercando invano di bloccare l’interminabile infornata di nomine di sottogoverno del Governatore dimissionario che sta sfruttando gli ultimi giorni di gloria per togliersi qualche debituccio nei confronti dei suoi alleati più fedeli, tutti gli altri invece danno poca importanza a quello che succede all’ARS in questi giorni perché ovviamente sono troppo impegnati nella solita ricerca dell’uomo adatto a ricoprire il delicatissimo ruolo di Governatore, che manco a dirlo, incentrerà tutta la sua futura azione di governo in una radicale politica di risanamento e riforme per la nostra Sicilia.
Il risultato di tutto questo è che la ragioneria generale della Regione ha già lanciato l’ SOS con un comunicato stampa dove si legge che stando così le cose entro la primavera del 2013 la Sicilia sarà costretta a dichiarare il default non essendo più in condizioni di reperire i fondi per l’ordinaria gestione e per il pagamento degli stipendi.
Quantomeno ci prenderemo la soddisfazione di essere il primo ente regionale dell’Unione Europea a dichiarare il fallimento.
Siamo più in gamba finanche della Grecia che dopo ripetuti tentativi viene salvata in continuazione da quelli della BCE.
L’iceberg è dritto davanti a noi. Troppo poco tempo per evitare la collisione. Anche stavolta il comunicato della capitaneria di porto parlava di possibili iceberg in zona ma noi sprezzanti del pericolo abbiamo deciso di andare avanti tutta verso il disastro.
Qualcuno di voi si ricorderà certamente il finale della storia. Pietoso.
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