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Nuova giunta, Crocetta avverte gli alleati "Se non vi piace torniamo a votare"

Repubblica Palermo
"SCELTE sorprendenti", dice. E non capisci se Saverio Romano scherzi o dica sul serio. Di certo, all'indomani della formazione della giunta Crocetta, il plauso arriva da dove meno l'aspetti. Dagli ex cuffariani del Pid-Cantiere popolare: "Per alcuni nomi che conosco e stimo il governo Crocetta merita apprezzamento ", afferma l'ex ministro. E il riferimento è ai tre neo-assessori indicati dagli odiati cugini dell'Udc: figure come quelle di Cartabellotta, Bonafede e Valenti che sono gradite al Pid ma anche a parte del Pdl. Il segnale di un disgelo nell'area centrista che sblocca anche la partita per la presidenza dell'Ars. "Se ci viene proposto Ardizzone noi lo votiamo", dice Romano. Quasi per un corto circuito della cronaca, proprio nel giorno in cui gli ex fedelissimi di Cuffaro gli firmano una sostanziosa concessione di credito, Rosario Crocetta ripropone uno degli atti "simbolo" del Cuffaro governatore e affida la Sicilia alla Madonna delle Lacrime: "La Sicilia e già stata affidata alla Madonna, si tratta di una riconferma per la devozione nel cuore dei siciliani e dei siracusani in particolare". Crocetta comunque è tornato ieri a sfidare i partiti della sua maggioranza: "Voglio avere il coraggio di stupire e di stupirmi. Ho fatto una giunta con sette donne e una studentessa di 29 anni, che neanche in Svezia. Se ai partiti non piace questo modo di governare, torniamo alle urne e vediamo cosa ne pensano i siciliani che finalmente cominciano a diventare protagonisti e chiediamo a loro se questo sistema è quello che vogliono. La mia maggioranza è il popolo siciliano".

Ma è dagli avversari politici che il governatore riceve un'insospettata apertura di credito. Saverio Romano e il coordinatore Udc Gianpiero D'Alia, negano che ci sia stato un patto ma certo nei giorni scorsi, prima delle nomine di Crocetta, gli ex colleghi finiti su sponde opposte del fiume democristiano in Sicilia hanno parlato. Di programmi, ufficialmente. E di sicuro il consenso attorno al nome di Giovanni Ardizzone, non ancora candidato formalmente alla presidenza dell'Ars, cresce. Lo stesso Romano, a questo punto, dice che si farà "parte attiva " per rinforzare lo schieramento necessario ad eleggere Ardizzone. Riccardo Savona, lieto per la nomina di Cartabellotta, promette rinforzi: "Noi una mano ad Ardizzone la daremo. E per noi intendo il gruppo di Grande Sud. Un po' allargato,
però... ". Ardizzone troverà qualche supporter anche negli ex Mpa: Nicola D'Agostino non fa mistero che sosterrà "qualsiasi scelta della coalizione che fa capo a Crocetta". Ce n'è abbastanza per far alzare l'asticella della maggioranza da quota
39 a 46 voti?
In realtà, un patto ancor più ampio con le opposizioni è in fieri. Giuseppe Castiglione, uno dei coordinatori del Pdl, dice: "Nulla da dire sulla candidatura di Ardizzone ma qualsiasi scelta deve passare da un accor-
do istituzionale. Tenendo ferma la nostra posizione all'interno di un'opposizione responsabile ". E sono parole che riecheggiano quelle di D'Alia: "Ci fa piacere che le scelte sulla giunta siano apprezzate anche da chi non fa parte della maggioranza. E noi pensiamo che bisogna coinvolgere le forze d'opposizione nell'ufficio di presidenza e nella guida di alcune commissioni". Proprio le presidenze di commissione potrebbero essere la chiave dell'intesa. Sembrerebbe una strada spianata, quella davanti ad Ardizzone, peraltro agevolata anche dalla disponibilità ormai ufficiale del Pd a cedere a un esponente dell'Udc la presidenza dell'Ars. Sul tappeto, all'indomani dell'accelerazione a sorpresa di Crocetta sulla giunta, restano pure alcuni giudizi critici che vengono da esponenti delle opposizioni.
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