ULTIMI ATTI DEL GOVERNO E DELL’ARS, È BAGARRE A SALA D’ERCOLE
È iniziato il conto alla rovescia, poche ore alla fine della legislatura. Martedì il d-day, il giorno delle dimissioni del presidente della Regione, Raffaele Lombardo. L’atto formale – comunicato in aula o con una lettera al presidente dell’Assemblea, spegnerà le luci sull’attività parlamentare e consegnerà il governo all’ordinaria amministrazione. Il governatore passerà la mano al suo vice, l’assessore alla Sanità, Massimo Russo, mentre l’esecutivo deciderà la data delle elezioni. Che è abbondantemente nota, il 30 e 31 ottobre, a meno di novità. L’attività parlamentare potrebbe avere una coda, perché le dimissioni fanno partire l’iter procedurale che precede lo scioglimento dell’Assemblea.
Il Parlamento regionale è impegnato nell’esame della proposta legislativa del governo sulla revisione della spesa. Un compito assai impegnativo. Da mesi un tavolo di trattativa Palermo-Roma ha concordato i vari passi da compiere per abbassare i costi della politica e della pubblica amministrazione. I risultati di questo lavoro sono stati oggetto di confronti, di recente, fra il presidente della Regione e il capo del Governo a Roma, all’indomani della lettera inviata da Monti a Lombardo.
I margini di modifica dei provvedimenti di revisione della spesa sono molto ristretti ma, stando alle reazioni del sindacato da una parte e dei partiti, gli stessi che sostengono Monti a Roma, non lasciano prevedere una presa d’atto, tutt’altro. La consueta difesa dell’esistente – gli apparati, gli enti, i privilegi – sarà ancora più tenacemente esercitata per le vicine elezioni regionali. Veti incrociati, tornaconti personali, interessi lobbistici, botteghe di partito, piccoli anacronistici privilegi, potrebbero impedire di chiudere con dignità l’attività parlamentare e consegnare alla nuova legislatura ed al nuovo governo problemi da fare tremare le vene dei polsi.
La resistenza e le pressioni lobbistiche non sono, naturalmente, una peculiarità siciliana. Appena qualche giorno fa, per fare un esempio, Roberto Formigoni, rispondendo ad un “invito” del governo nazionale, ha detto che non lo sogna nemmeno di tagliare il numero dei posti letto nella sua Regione.
Assisteremo ovunque – al Senato è iniziato l’esame della spenging review, rinviato più volte – al tentativo di “migliorare” le proposte di risparmio per lasciare le cose come stanno.
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