MONTI FA I CONTI ALLA SICILIA: “SPRECO CHE L’ITALIA NON PUÒ PERMETTERSI”
”E’ assolutamente fondamentale dotare il Meridione dei propri strumenti per sviluppare una visione chiara e possibile di un futuro, dove il talento, l’impegno, l’inventiva, siano premiati a scapito della dipendenza, dallo Stato o, peggio, dalla criminalita’ organizzata. Per fare cio’, bisogna investire in quelle parti di societa’ che possono essere, esse stesse, e non per compiacenza o carita’, i piloti del cambiamento”, sottolinea il premier uscente.
Sulla lotta alla criminalita’ organizzata, il ‘professore’ spiega che il suo programma ”prevede il potenziamento dell’Agenzia beni confiscati alla mafia in modo di snellire le procedure volte alla gestione dei beni sequestrati e confiscati. L’obiettivo e’ quello che lo Stato riesca a gestire i beni confiscati, garantendo la continuita’ dell’attivita”’.
”I lavoratori, se non coinvolti nelle attivita’ criminali, devono essere il primo bene da salvaguardare. Come pure deve continuare la preziosa esperienza del riutilizzo sociale dei beni sottratti alle mafie, un segnale preciso ed inequivocabile nei territori della scelta di campo dei cittadini. Dobbiamo tenere alta la guardia contro la progressiva infiltrazione delle mafie nelle zone dove erano meno presenti. Ci sono state importanti operazioni contro le mafie in Lombardia e Piemonte, come pure nel Lazio, in Liguria, Veneto ed Emilia. Per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose nella vita politica la legge sull’incandidabilita’ manda un segnale preciso. Bisogna andare anche oltre, seguendo ad esempio il codice di autoregolamentazione dei partiti preparato dalla Commissione Antimafia”, rimarca Monti.
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