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Si ferma la protesta dei laboratori d'analisi

PALERMO -  Il governo ha aperto uno spiraglio. Ma su un fatto, non si torna indietro. Alla Regione “spettano” le somme indebitamente ricevute, secondo l'esecutivo, dal 2007 a oggi dai laboratori d'analisi, che avrebbero goduto di tariffe sulle prestazioni eccessive rispetto a quanto previsto dalla norma.

Oggi, come detto, l'incontro in assessorato. E su un punto Lucia Borsellino è stata ferma: il decreto non può essere revocato. Una richiesta, questa, che era giunta anche dalla politica. Niente di fatto. L'assessorato, però, ha aperto al dialogo con le categorie. Lo ha fatto accogliendo una ventina di rappresentanti delle strutture di Sanità privata oggetto del provvedimento. E l'”apertura” si è concretizzata in due strumenti: il primo è la creazione di un tavolo tecnico, anche in vista dell'adozione del nuovo tariffario, quello del 2013. L'altro, è la possibilità di dilazionare la restituzione delle somme. Proposte che hanno convinto, per il momento, le associazioni di categorie, che hanno sospeso lo sciopero per 48 ore. Il prossimo incontro è previsto per mercoledì mattina.

“Il rischio serio però – dice il presidente regionale di Sbv (Settore branche a Vista) Salvatore Gibiino – è che il settore collassi, portando alla chiusura della maggior parte dei centri”. E in effetti, la “cifra” che i laboratori d'analisi (soprattutto questi) dovranno restituire è imponente. Si stima che il settore dei laboratori vanti un “consolidato” di circa 110 milioni di euro annui. Di questi, andrà restituito circa il 30%. Una cifra di oltre 30 milioni annui, quindi, che va a sua volta moltiplicata per cinque: gli anni in cui i laboratori avrebbero indebitamente goduto di tariffe troppo vantaggiose.

“Sapete cosa significa – prosegue Gibiino – restituire 150 milioni di euro? Significa chiudere.E il nostro settore dà posti di lavoro a diecimila persone. Che finirebbero in mezzo a una strada. Senza contare – aggiunge il presidente di Sbv - che su questi importi che ci saranno richiesti indietro abbiamo già pagato circa il 40% di tasse, il 5% di IRAP ed il 5% di addizionale regionale”. Tasse già versate, su somme che adesso l'esecutivo rivuole indietro. Anche per questo, il governo si è detto disponibile a discutere su un'eventuale “dilazione” del pagamento dai centri. E ha contestualmente stabilito che “procederà a una verifica degli importi eventualmente dovuti, convocando un incontro con le Asp per l'analisi degli anni pregressi, sospendendo, nelle more di questa definizione, l'azione di recupero”.

Al momento, quindi, la restituzione delle somme si ferma qui. “In merito all'adozione del nuovo tariffario, in vigore dal 2013, - aggiunge l'assessorato alla salute - l'assessore ha insediato un tavolo tecnico di confronto invitando le categorie di settore a fare una proposta per identificare funzioni aggiuntive, extra tariffario, da riconoscere all'interno degli aggregati di spesa provinciali, nell'ambito delle regole fissate dal decreto Balduzzi".

Insomma, i soldi vanno comunque restituiti. Prima o poi. Ma il governo potrà ricevere queste somme “a rate”. La vicenda affonda nel 2007, quando, nell'ottica del piano di rientro 2007/2009, l'allora assessore Lagalla recepisce un decreto ministeriale e rivede le tariffe massime per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Una rimodulazione al ribasso per i titolari delle strutture. Il ricorso dei laboratori aveva portato a una sospensiva del Tar, e all'immediata riproposizione delle tariffe “ante-2007”, più vantaggiose per le strutture di Sanità privata. Ma i giudici sono successivamente entrati nel merito, con le sentenze del Tar e del Cga che hanno dato torto ai ricorrenti. Ovvero ai titolari dei laboratori. Dopo la pronuncia del Cga, sentenza passata in giudicato e governo quasi “obbligato” a emettere il decreto con cui richiede indietro le somme. Ma oggi, l'apertura. Lo stop allo sciopero. E l'inizio, probabilmente, di un lungo dialogo.

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