Visualizzazioni totali

709592

Tags

La corsa dei dinosauri di Sala d'Ercole deputati da 21 anni pronti a ricandidarsi

Repubblica Palermo

Sono gli immortali dell'Assemblea regionale:h anno anche cinque legislature alle spalle, ma sono pronti a correre per riconquistare uno scranno. E se il Pd prevede un massimo di tre mandati, si apre la caccia alla deroga

di ANTONIO FRASCHILLA La prima volta che ha messo piede nel palazzo dorato, il Pci si era sciolto da qualche settimana e lui si definiva ancora "un comunista". Era la mattina del 16 luglio del 1991: da allora sono trascorsi 21 anni, un mese e 33 giorni senza che Calogero Speziale detto Lillo abbia mai abbandonato il soffice scranno di Sala d'Ercole e i suoi ricchi benefit. Un immortale di Palazzo dei Normanni che non vuole saperne di abbandonare, nonostante abbia già acquisito il diritto a una pensione garantita dall'Ars da 7.900 euro lordi al mese, e non dovrà certo tornare a fare il perito tecnico al Petrolchimico di Gela. "Il partito a Caltanissetta vuole candidarmi, la base ha apprezzato il mio lavoro in commissione Antimafia e a tutti ricordo che non sono mai stato sfiorato da alcuna inchiesta giudiziaria, sono ancora un comunista", dice il deputato democratico, che spera di poter aggirare la regola del Pd che prevede un massimo di tre mandati: "Una norma assurda, che non può valere per chi viene eletto con le preferenze, e poi nel Pd ci sono deputati e senatori, da Enzo Bianco a Vladimiro Crisafulli, che hanno molta più anzianità di me", dice. 

LEGGI / Lombardo pronto alle dimissioni, bagarre tra i deputati
La regola in casa Pd è già stata interpretata come 15 anni di mandato parlamentare, consentendo a chi ha tre legislature, contando le ultime due che sono durate insieme appena sei anni, di potersi candidare per la quarta volta: dal capogruppo Antonello Cracolici a Roberto De Benedictis, entrambi con 11 anni di mandato parlamentare alle spalle.  Gli affezionati di Sala d'Ercole, che da anni e anni vivono tra le pareti abbellite dai quadri di Giuseppe Velasco, pittore siciliano del Settecento detto il "Velasquez di Sicilia" a conferma del clima da grandeur che questo Palazzo ha sempre ispirato, sono tanti. E tutti puntano a essere ancora una volta eletti. Come Nino Beninati, del Pdl, che dall'otto luglio del 1996 frequenta costantemente l'Ars. Quattro legislature alle spalle, pensione garantita nonostante abbia appena 52 anni alla faccia dei comuni mortali che con la riforma Monti ci andranno a 65 anni, il deputato messinese mira al sesto mandato. Michele Cimino, invece, aveva 28 anni quando è diventato per la prima volta deputato regionale nelle liste di Forza Italia. Oggi ne ha 44, nel frattempo non ha mai lasciato il Palazzo, e non ha intenzione di farlo adesso.

LEGGI / Sicilia alle urne il 28 ottobre

Sedici anni filati da deputato ce li ha anche il focoso messinese Santi Formica. L'ex An non ci pensa nemmeno a lasciare spazio a volti nuovi: "Ma stiamo scherzando? Ho preso 23 mila voti nel 2008 e ne prenderò altri 23 mila adesso  -  dice  -  alla faccia dell'antipolitica. Io ricevo 300 persone a settimana, la mia segreteria è stata aperta anche il giorno di Natale, io faccio volontariato sociale attraverso l'attività politica e non vedo l'ora di tornare all'Ars senza Lombardo tra i piedi". Come lui anche Camillo Oddo, deputato trapanese del Pd, da 13 anni inquilino fisso del palazzo dei Re, non vuole cambiar casa: "Mi candiderò nel Pd, non ho 15 anni di mandato", dice.

LEGGI / Ars, ultima seduta. Saltano i tagli al personale 

Il primo a mettere i manifesti elettorali in vista delle prossime regionali è stato poi Francesco Scoma: pure lui un immortale dell'Ars, dal 1996 presenza fissa, come il suo capogruppo, Innocenzo Leontini, che stanco forse di fare il deputato punta addirittura alla poltrona più ambita, quella di governatore, pronto sempre ad accontentarsi dello scranno di Sala d'Ercole: se dovesse andargli male, anche lui ha già la pensione da deputato assicurata. Gli altri "matusalemme" dell'Ars che si ricandideranno certamente hanno tutti almeno undici anni di "onorevole" anzianità: da Giovanni Ardizzone dell'Udc a Salvino Caputo, Francesco Cascio e Fabio Mancuso del Pdl, passando per Roberto Di Mauro dell'Mpa, Carmelo Incardona di Grande Sud, Lino Leanza ex Mpa adesso vicino all'Udc e Riccardo Savona di Mps. C'è infine un highlander che potrebbe rimanere immortale: il governatore Raffaele Lombardo, entrato per la prima volta nel Palazzo nel 1986 e con 14 anni di anzianità da parlamentare regionale. Lui ha detto che non si candiderà, ma potrebbe lanciare il figlio, Toti: la dinastia, insomma, continuerebbe.

0 commenti:

Blogger Template by SoraTemplates