Gestione delle foreste: il legno è tutelato da secoli
TRENTINO -
Le foreste, in passato, sono state anche motore di lungimiranti esperienze amministrative, come quella, tuttora viva, della Magnifica Comunità di Fiemme, nata nel 1111 per organizzare la proprietà collettiva silvo – pastorale della valle attraverso i piani economici forestali, programmare il taglio del legname, curare la viabilità nei boschi, assicurare la corretta gestione dei pascoli e la conservazione delle malghe. È uno straordinario esempio di
sistema democratico basato sul decentramento e la partecipazione. ll suggestivo palazzo storico della Magnifica a Cavalese, di origine medievale, oggi ospita un museo che racconta la storia millenaria di questa istituzione così profondamente interprete dell’identità trentina.
A vigilare sul patrimonio boschivo trentino ci pensa il corpo forestale, composto da circa 250 persone. Si occupa di prevenzione, vigilanza e controllo del territorio e dell’ambiente, con particolare riferimento alla salvaguardia dei boschi, delle aree protette e dei corsi d’acqua. Di recente introduzione il sistema di reperibilità permanente, supportato da pattuglie di servizio notturno e appoggiato al numero d’emergenza 115. Quello dei forestali è un ruolo di fondamentale importanza per evitare incidenti ecologici e loro ne sono consapevoli. Nella preghiera che rivolgono al Patrono San Giovanni Gualberto si legge: «La vita ci ha posti al servizio del Paese per la conservazione, la cura e la difesa delle cose più belle del Creato: gli alberi, gli animali, le acque, le montagne che tu ci hai donato, a beneficio dell’uomo».
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