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Incendi : Piaga sociale !!

La Sicilia

Noto. Anche l'estate 2012 sarà ricordata per i numerosi incendi che stanno devastando vaste zone di territorio. La Sicilia è una tra le regioni più colpite: basti pensare all'incendio che poche settimane fa ha distrutto la Riserva dello Zingaro. Da inizio agosto più volte nel Netino si sono ripetuti gli interventi dei Vigili del fuoco per domare roghi dolosi appiccati un po' ovunque, non ultimi quelli in contrada Renna e Birritta.

Incendi boschivi che sono diventati ormai una vera e propria piaga sociale. A pensarla così è il segretario regionale dell'Ente Fauna Siciliana, il netino Corrado Bianca. «Ogni stagione estiva - dice Bianca -, è puntualmente segnata da incendi che devastano il territorio extraurbano. Si tratta di una calamità che colpisce la Sicilia, dove ogni anno vanno in fumo migliaia di ettari di territorio con gravi ripercussioni sulla fauna selvatica e sul quadro idrogeologico. Oltre ai rischi ai quali vanno incontro chi si impegna nello spegnimento e coloro che vivono nelle zone colpite da questi fenomeni. E' una "guerra" continua che comporta un dispendio di denaro pubblico».
Per il segretario regionale, infatti, il fenomeno degli incendi boschivi annulla trent'anni di lavoro per la salvaguardia del territorio. «Boschi, aree protette, macchia mediterranea, vengono bruciate in poche ore. E inoltre bisogna considerare il costo dei mezzi aerei e del personale a terra utilizzato per gli interventi. Un costo per la collettività molto alto che influisce anche sulla qualità della vita. Bisognerebbe, quindi, puntare sulla prevenzione e sulla repressione, visto che gli incendi di cui siamo vittime sono quasi tutti di origine colposa o dolosa; solo pochissimi sono causati da eventi naturali».
I numeri: il 78% degli incendi sono di origine dolosa, il 12% di origine colposa, il 9,5% di origine dubbia e solo lo 0,5% per cause naturali. Da questi dati bisognerebbe partire per puntare sulla prevenzione ma soprattutto sulla repressione verso chi commette dei reati connessi agli incendi. «Bisogna coinvolgere attraverso un processo culturale i cittadini che vivono nel territorio - conclude Bianca -. La fase repressiva va attuata tramite un controllo del territorio da parte delle forze di polizia perché il fenomeno, alla pari di altri reati, è da considerare una emergenza sociale e chi commette questi reati è un delinquente alla pari di un ladro o di un omicida. E' un problema che va prima approfondito e capito, e poi affrontato nel giusto modo. Puntare solo sullo spegnimento degli incendi lascia perplessi».

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