I Forestali perderanno il contratto integrativo !

Il governo nazionale ha consentito alla Regione di spalmare in 3 anni il «buco» di un miliardo ereditato dal precedente governo. La line del rigore, insomma, non potrà essere abbandonata. «Non stiamo operando tagli orizzontali - ha rilevato l'assessore all'Economia, Luca Bianchi - ma stiamo procedendo per singoli capitoli, discutendo con i singoli assessori a volte anche per mille euro, ma era giusto darsi un metodo e seguirlo scrupolosamente. I dipartimenti avranno disponibilità economiche parametrati su criteri oggettivi. Il nostro obiettivo non è, insomma, soltanto di tagliare, ma soprattutto di risanare il bilancio regionale». Bianchi ha aggiunto che grazie all'ampliamento del plafond per lo sforamento del Patto di stabilità, la Regione potrà «liberare» 200-300 milioni di cofinanziamento della spesa comunitaria.
Le spese di funzionamento degli assessorati subiranno un taglio del 30-35%, utilizzando standard uguali per tutti i dipartimenti parametrati a costo per metro quadrato e costo per dipendente. Alcuni capitoli saranno cancellati e sacrifici saranno chiesti a teatri ed enti. Risparmi che serviranno a coprire la spesa per precari e forestali, questi ultimi saranno garantiti ma perderanno il contratto integrativo. Minori fondi anche pe r gli enti locali rispetto al passato, ma potranno beneficiare di una maggiore disponibilità di cassa in quanto sono state eliminate alcune riserve che nei precedenti esercizi immobilizzavano le risorse.
I precari degli enti locali, circa 22 mila, ieri hanno protestato davanti a Palazzo d'Orleans perché temono per il futuro. Il governo Monti, infatti, lo scorso anno aveva rinnovato i loro contratti fino al 31 luglio. In Sicilia, a causa in vigenza di esercizio provvisorio, il rinnovo è stato fatto fino al 30 di aprile. La giunta regionale ha già stanziato le risorse fino al 31 di luglio, ma nello stesso tempo ha appostato nei fondi globali anche le risorse necessarie per la prosecuzione della loro attività fino al 31 dicembre 2013. Ma ciò non dipende dalla volontà del governo regionale, bensì di quello nazionale che ancora non c'è.
L. M.
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