Grido d'allarme di Coldiretti Sicilia: "Previsto calo 20% produzione agricola"
20 agosto 2012 - “Si prevede un calo di produzione del raccolto nei campi siciliani superiore al 20%. Serve un intervento urgente per far funzionare i bacini irrigui”. Questo è il grido d’allarme lanciato da Alessandro Chiarelli, presidente di Coldiretti Sicilia. Chiarelli, intervistato da BlogSicilia, ritiene che le tre emergenze che stanno colpendo l‘Isola (rifiuti, incendi e ondate di calore) siano il terribile mix che rischia di mettere in ginocchio gli agricoltori siciliani.
La carenza dell’afflusso di acqua ai campi, secondo Alessandro Chiarelli, è dovuta alla cattiva gestione dei consorzi irrigui che sono quasi tutti affidati a gestioni commissariali. “I troppi dipendenti assunti hanno prodotto milioni di debiti nelle casse dei consorzi che gestiscono i bacini irrigui – spiega il presidente di Coldiretti Sicilia – e il risultato che l’acqua nei campi non arriva o ne viene erogata troppo poca. In Sicilia ogni estate si verifica la stessa situazione. Tutti sanno che la nostra isola è spesso soggetta a queste ondate di caldo provenienti dall’Africa ma non viene predisposto un piano adeguato per salvaguardare le coltivazioni”.
Inoltre il processo di maturazione di frutta e verdura dura in media 40 giorni. Le temperature eccezionali registrate e previste per i prossimi giorni, insieme alla scarsità di acqua, accelerano questo processo che potrebbe rovinare la qualità dei raccolti.
L’economia dell’Isola, che è già in grave crisi, rischia di subire un altro duro colpo. “La Sicilia è una regione prevalentemente a vocazione agricola e che potrebbe puntare sui settori enogastronomico e agroalimentare per il suo rilancio. Servirebbe un’attenta tutela dell’ambiente e protezione delle campagne, dei boschi e delle coltivazioni”.
Alessandro Chiarelli vede negli incendi un altro pericoloso nemico dell’agricoltura,contro il quale bisognerebbe difendersi con ogni mezzo. “Il governo nazionale dovrebbe inviare l’esercito a sorvegliare le zone a rischio incendi a scopo preventivo. Non è possibile che ogni anno vengano colpite le stesse zone. Soltanto nella Sicilia occidentale, nel territorio delle province di Trapani e Palermo, i roghi sono stati appiccati in 45 punti diversi. Anche la mia azienda agricola è stata colpita: circa 70 olivi secolari sono stati distrutti dalle fiamme”.
“Non sono certo io a dover scoprire perché si verificano tutti questi incendi dolosi – sostiene Chiarelli – ma non posso fare a meno di pensare che i roghi possano essere collegati alla vertenza sulla mancata stabilizzazione dei forestali e al clima d’instabilità politica che si respira in Sicilia nelle ultime settimane”.
Da alcune settimane diversi esperti hanno lanciato l’allarme che la diossina provocata dall’incendio che ha bruciato tonnellate di rifiuti all’interno della discarica palermitana di Bellolampo possa aver raggiunto le coltivazioni delle aree agricole limitrofe. “Sicuramente molti campi della zona sono stati raggiunti dalla diossina – spiega il presidente di Coldiretti Sicilia – e diversi rilievi lo dimostrano. Sono molto preoccupato che il percolato prodotto dall’incendio di Bellolampo possa infiltrarsi nel terreno e inquinare la falda acquifera”.
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