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Monti: «Vedo vicina l'uscita dalla crisi I giovani italiani stanno pagando troppo»

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Mario Monti
RIMINI - Mario Monti parla di giovani e crisi economica alla 33esima edizione del Meeting di Rimini che si è aperto questa mattina. Sottolinea l'assenza di politiche per i primi e la fine «forse vicina» della seconda. Cita De Gasperi e attacca ancora l'evasione, invita il Paese ad avere fiducia in se stesso ed esprime parole di riconoscenza ai partiti di maggioranza che sostengono il suo governo.

«Più in crisi un anno fa». «Questo momento è un istante imprevedibile della mia vita», ha detto Monti in apertura. «Solo la forza di volontà, unitamente alla capacità sono il motore del successo personale qualunque dimensione gli si voglia dare: professionale o umano». «Lo Stato - ha poi proseguito - non deve bloccare il meccanismo economico-sociale. La riflessione sull'istante ci porta a pensare al momento che stiamo vivendo. Io parlo quotidianamente di crisi, ma io oggi vorrei chiedermi se siamo davvero in crisi: un anno fa pensavamo meno di oggi di essere in crisi ma credo che lo fossimo di più perché nel nostro pensare collettivo e individuale non era ancora avvenuto un balzo che ci ha fatto ragionare tutti di più sulla condizione dell'Italia e su ciò che deve essere fatto. E' venuta meno una polvere di stabilità e benessere non sostenibile senza interventi più profondi. Ma vedo vicina l'uscita». Quindi il Professore è tornato ad attaccare il corporativismo: «Bisogna scrostarlo», ha detto.

«Da Pd, Pdl e Udc un miracolo». «Trovo straordinario ciò che è successo quest'anno. E' un momento di non grande popolarità delle forze politiche. Ebbene, io vedo tutti i giorni il miracolo di forze politiche, soprattutto tre, che negli ultimi anni avevano dedicato tempo e forze a combattersi l'un l'altra. C'è speranza dalla responsabilità dei partiti che appoggiano il governo». 

Giovani. 
«Ho parlato di generazione perduta - ha quindi sottolineato Monti -. Non so se pentirmi ma credo di non aver fatto altro che constatare con crudezza la realtà che è davanti agli occhi di tutti: lo sperpero di un'intera generazione, conseguenza della gravissima scarsa lungimiranza, e non parlo di nessun governo in particolare, di chi nel passato non ha onorato gli impegni con i giovani. Un'intera generazione sta pagando un conto salatissimo. L'ipoteca che grava sui giovani italiani è maggiore che negli altri Paesi. Un'intera generazione paga l'assenza di politiche per i giovani».

L'Italia nel mondo. 
«Governare l'Italia è inscindibile dal governare l'Europa. Guardiamoci con fiducia e orgoglio: l'Italia è in grado di esercitare nel mondo un soft power. Attività moderna che fa leva sulle capacità degli italiani. Nel peacekeeping e peacemaking. Un soft power che deriva dalla nostra cultura. E' soft power anche essere ascoltati dal nuovo mondo, i brics e gli altri, senza la diffidenza che c'è verso i paesi che esercitano l'hard power. La Cina è più interessata a ispirarsi a modelli Ue e spesso italiani piuttosto che americani. L'Italia ha una serie di caratteristiche positive che vengono gettate alle ortiche se non ritroviamo un minimo di fiducia reciproca nella vita sociale. Un impegno straordinario e a volte sgradevole verso l'evasione fiscale fa parte di questo recupero della fiducia».

«Non chiamiamo "furbi" gli evasori». Riguardo a questo Monti ha anche bacchettato i media colpevoli di utilizzare il termine "furbi" per indicare gli evasori: «La Rai è indipendente dal presidente del Consiglio, ma darò ai suoi vertici l'amichevole suggerimento di non usarlo più perché concessivo: gli evasori distruggono la società».

La citazione di De Gasperi. 
Il premier ha chiuso il suo intervento leggendo un estratto di un discorso al Senato del 1950 dell'allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Il tema è l'Unione europea: «Ora, io credo che la Federazione europea sia quella la cui possibilità di pratica realizzazione è la più vicina (leggi tutto). «Il localismo - ha aggiunto - è uno dei mali principali della nostra società». E poi, citando ancora De Gasperi: «Il politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni».

Fornero. 
«Non si devono abbandonare i sentieri virtuosi, ma ora possiamo pensare a qualcosa che tiene conto anche delle ragioni dei più deboli e soprattutto che punti a fare lavoro». Così il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha commentato le parole di Monti. «Mi fa piacere che il premier dica che si avvicina l'uscita dalla crisi soprattutto perché lui ha una visuale più ampia di me - ha aggiunto -. Vuol dire che possiamo cominciare ad avere un minimo di speranza nel futuro».

Il meeting. 
Monti sedeva al fianco di Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione del Meeting e Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Presentando l'edizione di quest'anno Emilia Guarnieri ha sottolineato che quella di Monti è una «presenza di grandissimo valore». La rassegna riminese, ha continuato Guarnieri, «ha la pretesa di dire qualcosa che abbia a che fare con la realtà quotidiana perchè la crisi, che è a tutti i livelli, è soprattutto di tipo antropologico. È una crisi dell'uomo e quindi occorre rilanciare il tema della natura dell'uomo». Sulla presenza di Roberto Formigoni (giunto da pochi minuti al Meeting, salutato da qualche applauso), la presidente si è limitata a osservare: «c'è l'evidenza del lavoro della Regione Lombardia. 

Napolitano. 
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della XXXIII edizione del Meeting ha espresso l'augurio di successo per la manifestazione che «nel tema prescelto 'La natura dell'uomo è rapporto con l'infinito' rivela con immediatezza l'aspirazione ad interpretare e a promuovere l'impegno nella società alla luce dei più alti riferimenti spirituali e dei valori fondamentali della giustizia, della tolleranza e della partecipazione». 

«L'ampio spettro degli argomenti proposti esprime infatti in modo incisivo la consapevolezza della comune responsabilità nell'individuare modelli di sviluppo e parametri nuovi di benessere attenti a quei principi di equità e di solidarietà dai quali non può prescindere la tutela dell'interesse generale di una collettività e il rilancio di una crescita sostenibile e duratura. Le testimonianze e le esperienze che verranno presentate sottolineano giustamente la necessità di dare fiducia allo spirito di iniziativa, alle competenze e all'impegno dei giovani: essi costituiscono un patrimonio di risorse e di energie indispensabile per mantenere viva la capacità progettuale e di innovazione che ha accompagnato le fasi di più intenso sviluppo eco
nomico, culturale e sociale del Paese».

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