Cento stipendiati per non lavorare pagati ogni mese dalla Regione
Venti dipendenti Eas in sedi inutili. La Quarit in liquidazione mantiene un ufficio a Roma. I dirigenti regionali chiusi in uno stanzino senza incarichi

Nell'Isola del tesoro invece accade che si paghino stipendi senza alcun collegamento con la reale produttività del personale. Colpa di inghippi burocratici, di liquidazioni infinite e di iniziative spericolate avallate in passato per favorire clientele. Alla fine il risultato non cambia. Qualche esempio? La Regione paga da anni l'affitto di un bilocale nel cuore di Roma, tra via del Corso e la Fontana di Trevi. Per la precisione in via della Mercede: qui ha sede la Quarit, ente in liquidazione dal 2011 e ancora non chiuso definitivamente. In sintesi, la Quarit non svolge alcuna attività, ma costa ancora tremila euro al mese per canoni di locazione e 1.500 euro per le spese dell'unico dipendente, che ogni mattina apre la sede, ritira la posta, la protocolla e la rinvia a Palermo. Il commissario liquidatore, Francesca Spedale, ha cercato di chiudere questa partita già lo scorso anno, chiedendo all'allora governo regionale di fondere la società con "Sicilia, Turismo e Cinema" e di dare la disdetta all'affitto. Ma tutto si è bloccato. Il motivo? Il governo Crocetta, tramite l'ormai ex assessore Franco Battiato, ha annunciato di voler liquidare anche "Sicilia, Turismo e Cinema". Quindi, con chi deve fondersi la Quarit? "Attendo indicazioni dal governo - dice la Spedale - sia sull'affitto, che comunque sono pronta a disdire subito, sia sul futuro della società ".
Nella stessa posizione di Quarit è Lavoro Sicilia: la società è stata messa in liquidazione, ma il personale - sette tra dirigenti e funzionari - non è stato ricollocato. Quindi fa al massimo "l'ordinaria amministrazione". Proprio nulla fanno invece i venti operai dell'Eas distaccati nelle sedi di Agrigento e Lercara Friddi. Ogni giorno vanno in ufficio e poi si girano i pollici per cinque ore: in questi due centri l'ente non ha alcuna attività da gestire, visto che il servizio idrico è stato ceduto ai privati. "Mi sono accorto di questa situazione paradossale non appena ho messo piede in sede, lo scorso anno - dice il commissario straordinario Dario Bonanno - abbiamo quindi intimato al personale di trasferirsi immediatamente in zone dove l'ente svolge attività. Loro si sono opposti e solo dopo un ultimatum dato con lettere legali hanno accettato il trasferimento. Ma chiedono un'indennità di trasferta, che gli spetterebbe in base a una norma nazionale. L'ente non ha un euro in cassa e quindi rimangono dove sono". Cioè rimangono a non fare nulla.
Nemmeno lo sforzo di andare in una sede fanno invece settanta ex Pip della Trinacria onlus, che dal 1° gennaio ricevono lo stipendio stando a casa: si tratta in gran parte di ex detenuti o disagiati che la società non riesce a ricollocare. E siccome questo personale è stato regolarmente assunto con contratto a tempo indeterminato e paga da 750 euro netti al mese, che con gli assegni familiari arriva anche i 1.100 euro, non si può fare nulla: lo stipendio gli spetta. Ma a essere strapagati per non fare nulla sono anche alcuni dirigenti regionali con busta paga da 90 mila euro lordi all'anno. Da fine gennaio quattro dirigenti trasferiti dalla Formazione al dipartimento Ambiente stanno in uno stanzino di via Ugo La Malfa aspettando di ricevere un incarico, che non arriva: "Attendiamo di essere ricevuti almeno dal dirigente generale ", dicono. Intanto trascorrono tutta la giornata davanti a un computer per vedere se altri dipartimenti fanno richiesta di dirigenti ". E la Regione paga.
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