la spending-review non può certo cominciare dai forestali e precari !
“La Sicilia non è nelle condizioni sociali di tagliare neppure un centesimo dai capitoli di Bilancio destinati a forestali, precari e Comuni, la spending-review non può certo cominciare da queste categorie: se non si sa da dove recuperare soldi, se davvero non siamo capaci di individuare i veri sprechi, allora tagliamo lo stipendio dei deputati per un anno!”. Lo dicono i deputati regionali del PD Giovanni Panepinto e Mario Alloro.
“I Comuni – aggiungono – rappresentano oggi gli unici sportelli capaci di garantire un minimo di welfare; precari e forestali svolgono ruoli importanti nei nostri enti locali e reggono un equilibrio sociale che in questo momento non può essere intaccato. Non è qui che si possono tagliare risorse”.
“Per quel che riguarda i forestali – concludono Panepinto e Alloro – crediamo che il disegno di legge di riordino del settore varato dal governo debba essere rivisto, dal momento che non garantisce la tutela ambientale, non fa risparmiare risorse e non garantisce i lavoratori“.
“In commissione sono state sostenute le proposte del Pd”
“E’ importante che da parte del governo regionale sia stato confermato l’impegno, chiesto dalla maggioranza e in particolare del Partito Democratico, di assicurare nel prossimo Bilancio la copertura finanziaria per la proroga dei contratti dei precari presso gli enti locali fino al 31 luglio e per garantire l’attività degli Lsu fino al 31 dicembre”. Lo dice Filippo Panarello, deputato regionale del PD e componente della commissione Lavoro, dove stamane sono intervenuti i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, insieme con l’assessore al Lavoro Ester Bonafede.
“Abbiamo inoltre chiesto e ottenuto – aggiunge Panarello – l’impegno del governo regionale ad aprire, subito dopo il Bilancio, un tavolo tecnico per affrontare le vicende degli Lsu e dei contrattisti e intervenire presso il governo nazionale per chiedere di prorogare il termine del 31 luglio (previsto per tutto il pubblico impiego) e avere dunque il tempo necessario a programmare, d’intesa con gli enti locali e i sindacati, la graduale stabilizzazione del personale precario”.
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