Alla Sicilia 7,619 mld di fondi «coesione» tra il 2014 e il 2020

L'Italia riceverà dall'Europa 29,1 miliardi di euro: 1 miliardo più il cofinanziamento nazionale del 40% è stato destinato alle regioni cosiddette in transizione (Sardegna, Basilicata, Molise e Abruzzo); 7 miliardi più il 50% di cofinanziamento statale alle regioni più sviluppate, ovvero dell'Obiettivo competitività.
Nonostante la Sicilia non abbia dimostrato particolari capacità nell'utilizzo dei fondi europei, anche per il settennio 2014-2020 disporrà di ingenti finanziamenti. «L'Ue non solo cofinanzierà al 75% i progetti - ha sottolineato l'on. Giovanni La Via, capodelegazione del Ppe al Parlamento europeo - ma ha cambiato anche la regola del coddetto "n+2" che diventerà "n+3". La realizzazione delle opere, dunque, potrà essere certificata dopo 3 anni e non più 2, dall'impegno di spesa. E' una regola che consente alle regioni meno brave di avere più tempo per spendere, ma anche di migliorare la qualità della stessa spesa».
Una buona notizia, considerato ciò che è accaduto negli ultimi anni, ma non bisogna cullarsi. «E' positivo - ha aggiunto La Via - avere più tempo a disposizione per concentrarsi sugli obiettivi e rilanciare la competitività delle imprese. Però, non aspettiamo sempre l'ultimo momento per fare le scelte. Lancio l'allarme con tre anni di anticipo. Oggi manca una spesa efficiente e nonostante ciò, l'Ue ci guarda in modo benevolo. Noi siamo abituati a guardare l'Europa come il "cattivo" che ci impone solo regole, ma è anche molto generosa. L'Unione Europea è il nostro futuro. Ma dobbiamo ricordarci che godiamo di queste risorse dal 1990 e siamo ancora nell'"Obiettivo convergenza"».
Ma quanto potrà continuare ancora questa benevolenza dell'Ue? «Abbiamo un'Europa a due velocità - ha rilevato La Via - il Sud e l'Est che arrancano e il Centro e il Nord con economie competitive. Ma i più ricchi fino a quando saranno disponibili a spendere i loro soldi per noi? E' chiaro che se continuiamo a utilizzare i fondi europei per la spesa corrente, invece di usarli per rendere il sistema capace di generare sviluppo, qualche problema nascerà. Non possiamo pensare che queste risorse vengano impegnate in pubblicità, come emerge dall'inchiesta giudiziaria di questi giorni. Oppure, camuffando l'imboschimento del territorio per pagare i forestali. L'Ue non ci impone come utilizzare le risorse poiché applica il principio di sussidiarietà; ci dice, però, di usarle in modo trasparente».
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