la depenalizzazione mette a rischio il patrimonio ambientale e la sicurezza dei cittadini
Dal 1978 al 2012 sono stati ben 219 le persone decedute e 1.777 gli infortunati a causa dei roghi.
Il reato di incendio boschivo (art. 423/bis del Codice Penale), fino all’anno 2000 considerato una semplice aggravante dell’incendio generico, è una conquista del diritto in quanto il crimine viene oggi considerato un delitto contro la pubblica incolumità e prevede pene adeguate, con reclusione fino a 10 anni. Si tratta, sottolinea l’A.NA.F.F., di uno dei più gravi reati contro l’ambiente per gli ingenti e spesso irreparabili danni sul patrimonio forestale e sulla biodiversità di flora e fauna. Rappresenta, inoltre, un fattore di altissima pericolosità sociale per le conseguenze sulla sicurezza pubblica e perché gli artefici sono spesso legati agli interessi speculativi sul territorio e in certi casi alla criminalità organizzata.
Dal 1978 al 2012, ricorda l’A.NA.F.F., sono state ben 219 le persone decedute e 1.777 gli infortunati a causa degli incendi boschivi. 4 i morti solo nello scorso anno e 57 i feriti.
Il decreto “svuota carceri” elimina le pene previste per gli incendiari che non potranno essere perseguiti e condannati ma, nel peggiore dei casi, dovranno svolgere un periodo in affidamento ai servizi sociali. Il decreto rischia così di vanificare la lunga e onerosa attività investigativa svolta dal Corpo forestale dello Stato su tutto il territorio nazionale, mediante il personale altamente specializzato come il Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi (N.I.A.B.), nell’individuare le cause e i responsabili dei roghi.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli interventi della Forestale nella lotta contro gli incendi: nel periodo 2000 – 2012 sono state segnalate all’Autorità giudiziaria per incendio boschivo oltre 5.100 persone, di cui 164 tratte in arresto in flagranza di reato o sottoposte a misure di custodia cautelare. Nello stesso periodo sono stati percorsi dalle fiamme, tra superficie boscata e non, oltre un milione e 56 mila ettari.
Il decreto “svuota carceri” arriva proprio nella stagione estiva, periodo in cui l’elevato numero di roghi costituisce un’ulteriore fattore di rischio per la salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio forestale italiano.
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