Forgia (Il Megafono): “Il precariato? Salario minimo garantito”

“Va detto – osserva ancora Forgia – che tutte le leggi regionali sul precariato sono passate con il consenso dei vari Governi nazionali. Come abbiamo avuto modo di notare, l’anno passato il commissario dello Stato ha impugnato le leggi sul precariato. Ma questo non è avvenuto negli anni precedenti. Dunque lo Stato, nel passato, ha avallato la creazione del precariato da parte della classe politica siciliana”. “Ora il Governo nazionale – dice sempre l’esponente del ‘Megafono’ – non può chiamarsi fuori rispetto a un problema che ha contribuito a creare”. “La Regione siciliana non è più nelle condizioni di pagare i precari – dice sempre Forgia -. Bisogna avviare una trattativa con Roma per istituire un salario minimo garantito per tutti i precari della Regione, degli enti regionali e degli Enti locali. Liberando la Regione di un onere finanziario che non può più sostenere”. “Si stabiliscano regole precise e severe per chi percepirà il salario minimo garantito – osserva sempre l’esponente del Movimento del presidente della Regione -. Prevedendo pesanti penalizzazioni per chi, percependo tale salario, verrà trovato a lavorare in nero”. “Una volta liberata la Regione del peso dei precari – conclude l’esponente del ‘Megafono’- sarà possibile riattivare i concorsi pubblici negli uffici della Regione, negli enti regionali e negli Enti locali. Daremo, così, un segnale positivo alle nuove generazioni, dicendo loro che anche in Sicilia, nella pubblica amministrazione, si accede con un concorso pubblico, secondo quanto previsto dalla nostra Costituzione”
Appaltate anche la costruzione di forni crematori di massa, così verrà eliminato definitivamente il precariato della Sicilia, ma metteteci dentro anche i figli dei precari e le mogli così verrà eliminato anche il pericolo di risarcimenti danni e/o di vendette. Ma i voti ai dei precari sono stati utili all'elezione del sig. Crocetta, caro Forgia o te lo sei dimenticato .
RispondiEliminaPortate avanti proposte serie e non vendette politiche sulla pelle di chi ne ha già passate tante.