TROPPA CENSURA SIGNOR COMMISSARIO

Se sulla tabella H il commissario dello Stato ha una qualche ragione, non ne ha alcuna quando ha annullato la comunicazione istituzionale, cioè l'articolo 55 sulle «Norme per la trasparenza e la pubblicità dell'attività amministrativa», che prevedeva la pubblicazione di approfondimenti sull'attività istituzionale sui quotidiani siciliani, o aventi Redazioni in Sicilia, e sui quotidiani on line. Ma soprattutto il commissario dello Stato ha impugnato il sacrosanto obbligo di pubblicazione dei bandi di gara per gli appalti pubblici su un quotidiano nazionale e su due regionali. Questo atto censorio in sostanza vuol dire negare ai siciliani la conoscenza e quindi il controllo della pubblica opinione sugli appalti che interessano la vita della gente. Come vivere alla cieca in quel mondo di marpioni che gira attorno agli appalti.
Così si arriva poi allo scandalo dell'acquisto dei pannoloni per 41 milioni di euro senza che nessuno ne sappia nulla, una montagna di pannoloni come se tutti i siciliani soffrissero di incontinenza senile. Ci permettiamo di suggerire al commissario dello Stato di privilegiare la trasparenza sull'attività della Regione, non di censurarla.
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