La carica degli assenteisti Alla Regione è record di malattie
Non solo sprechi e spese folli ma anche assenteisti. La Regione Siciliana continua a far parlare di se. Questa volta, infatti, a finire nel mirino sono i dipendenti regionali. Nei primi tre mesi del 2013 è stato registrato un alto numero di assenze per malattia tra i 17 mila dipendenti della Regione Siciliana: ben 57.750 giornate non lavorate, rispetto alle 47.385 rilevate nell’ultimo trimestre del 2012. Circa il 20% in più rispetto all’anno scorso.
Il dato e’ riferito a una media, ogni mese, di circa 15 mila regionali, ed e’ considerato dagli uffici piu’ completo rispetto
alle statistiche di un anno fa, quando il campione di dipendenti sui quali l’amministrazione effettuava la rilevazione si fermava a quota 12 mila. Nei primi tre mesi del 2012 il numero di assenze per malattia era stato pari a 43.400, rispetto ai 57.750 del 2013: l’incremento in questo caso sfiora il 33 per cento.
alle statistiche di un anno fa, quando il campione di dipendenti sui quali l’amministrazione effettuava la rilevazione si fermava a quota 12 mila. Nei primi tre mesi del 2012 il numero di assenze per malattia era stato pari a 43.400, rispetto ai 57.750 del 2013: l’incremento in questo caso sfiora il 33 per cento.
”Faremo dei controlli – dice l’assessore alla Funzione pubblica Patrizia Valenti – ma e’ chiaro che l’invio del medico
fiscale quando il dipendente si ammala richiede più risorse. Stiamo per questo lavorando a un piano generale di
ottimizzazione delle risorse per il personale per per cercare di ricavare le somme necessarie a intensificare le visite e i
controlli”.
fiscale quando il dipendente si ammala richiede più risorse. Stiamo per questo lavorando a un piano generale di
ottimizzazione delle risorse per il personale per per cercare di ricavare le somme necessarie a intensificare le visite e i
controlli”.
A gennaio sono state registrate 18.546 giornate di assenza e 18.764 a marzo con un picco di 20.440 a febbraio. Secondo i sindacato Cobas-Codir pero’ ”per verificare se ci sia stato realmente un aumento delle assenze bisogna tenere in considerazione il rapporto tra numero di dipendenti e giornate non lavorate”.
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