Invece che allentare la morsa, i veti si consolidano e scavano fossati fra i partiti e all’interno dei partiti. La formazione piu’ esposta a questo fenomeno, allo stato, e’il Pdl, che ha alzato un muro contro Gianfranco Micciche’. Nessun rispetto per Silvio Berlusconi, che ha lanciato la candidatura del suo antico pupillo. Ci sono tre cordate in campo, che affilano le armi, per contrastare il leader del Grande Sud. La piu’ determinata e solida e’ quella catanese che fa capo al senatore Firrarello ed al genero, Castiglione, coordinatore regionale del partito e presidente dell’amministrazione provinciale etnea. Archiviata la candidadura di uno di famiglia, Castiglione, il sindaco di Bronte (Firrarello), propone una soluzione che potrebbe trovare Angelino Alfano d’accordo, il ticket Lagalla-Musumeci. Il rettore dell’Universita’ di palermo Presidente e il leader siciliano de La destra, vice
.
Nania, altro membro del triunvirato di coordinamento (il terzo e’ Misuraca), vede con favore la soluzione, ma non basta. Angelino potrebbe starci, perche’ e’ stato fra i primi a pensare a Lagalla, seppure per le amministrative a Palermo. Si ha la sensazione che con un pressing adeguato, il segretario si farebbe persuadere a patto che il Capo non si metta di traverso, dato che su Micciche’ ha messo la faccia.
Il problema, comunque, non e’ questo, ma l’attivita’ delle altre cordate, che non fanno passi indietro. Il presidente dell’Ars, Cascio, lavora incessantemente alla sua candidatura confidando su un placet di Raffaele Lombardo e Il Nuovo Polo. Mentre Firrarello e Castiglione alzano le barricate su Lombardo (“siamo alternativi”), Cascio ha eletto Lombardo suo partner ideale. Sorprendente, visto che per tre anni e mezzo non e’ apparso affatto tenero con il presidente della Regione. Ma misurare con la logica le partite politiche e’ fatica inutile.
Il contesto detta legge: piu’ per amore si va avanti per disamore.  Se vengono meno le certezze, si guarda altrove e si mette una pietra sul passato. Duttilita’, dunque. Insieme a veti incrociati. Ossimoro siciliano?  Non solo.
La terza cordata, Innocenzo Leontini e Saverio Romano (con il Pid), non fa passi indietro, ma nemmeno avanti. L’empasse, lo vogliano o meno i leaders, e’ nei fatti. Leontini ha rimproverato i cronisti di addebitargli arretramenti e alternative mai frequentate. Significa che la proposta di Berlusconi, Micciche’, non sta bene nemmeno a lui.
C’e’ spazio per le incursioni esterne. Briguglio, a nome dei finiani, lavora incessantemente per creare un’alternativa all’alleanza dei berlusconiani, lealisti o ribelli che siano. Il presidente della Camera e’ tornato nelle prime pagine dei giornali dell’ex premier e subisce il trattamento Boffo per via della megascorta d’estate. Difficile offrire l‘altra guancia. Il Fli vorrebbe trainare il Nuovo Polo per intero nel campo della coalizione Pd-Udc-Api-Psi che punta su Rosario Crocetta candidato. Non e’ una mission impossibile, ma nemmeno facile. Tutt’altro. Pero’ una timida apertura, da parte di Crocetta, c’e’ stata verso Briguglio ed alla sua lista Nuovo Polo per la Sicilia, incaricata di cancellare le ombre delle formazioni politiche lombardiane (Mpa e partito dei siciliani).
Anche Micciche’, tuttavia, ha avuto la stessa pensata. Se dovesse prevalere il ticket di Firarello e Castiglione, e cioe’ Lagalla-Musumeci, l’apertura a Lombardo sarebbe obbligata. Riassumendo nel Pdl ci sono tre posizioni diverse una dall’altra su Lombardo: i catanesi non lo vogliono, Cascio lo cerca e Micciche’ lo tiene in stand by in caso di bisogno.