C’è crisi. (R)Estate a casa
“Gli italiani non rinunciano alle vacanze” era una frase ricorrente fino a poco tempo fa. Ma non è più così, almeno quest’anno.
Scelta obbligata e imposta dalla crisi economica, che durante l’estate sta lasciando a casa quasi sei italiani su dieci. Un boccone doppiamente amaro da digerire, per quanti non potranno staccare la spina e per chi opera nel settore turistico. E non può che essere il soleggiato e costiero Sud a subire le maggiori conseguenze del risparmio forzato in termini di mancato guadagno.
Secondo i dati di Federalberghi, nonostante molte regioni meridionali restino tra le mete più gettonate dell’estate, il calo rispetto all’anno precedente è tra i più evidenti degli ultimi anni.
Nelle due isole maggiori la domanda nazionale è in picchiata, passando dal 13% al 9,7% in Sicilia e dal 10,2% all’8,9% in Sardegna. Anche le isole minori (-0,9%) risentono della cosiddetta “povertà turistica” degli italiani, possibilmente a causa dei crescenti costi del traporto marittimo. Ancora inferiore è la domanda turistica, tra alberghi, esercizi ricettivi e seconde case in Puglia (6,5%) e Campania (4,4%). Unica eccezione positiva è la Calabria, che incrementa del 3,2% rispetto al 2011 (9,7%).
Il dato più significativo riguarda coloro che hanno rinunciato alle vacanze per motivi economici. Lo hanno dichiarato tre italiani su dieci, l’8,8% in più rispetto alla già modesta estate 2011.
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