I regionali in malattia più dei metalmeccanici Boom di assenze nel 2012: più 10 per cento
Pubblicati i dati sulle assenze dei dipendenti della Regione: negli ultimi 12 mesi un regionale si è assentato per malattia 12,4 giorni. Uno statale 10,6, un metalmeccanico 9,6
di ANTONIO FRASCHILLALAVORARE dietro una scrivania è certamente meno faticoso che lavorare in un cantiere navale o in una fabbrica d'auto. Ma in Sicilia è più usurante fare il dipendente regionale piuttosto che il metalmeccanico. Un assurdo? No, stando ai dati sulle assenze per malattia appena pubblicati da Palazzo d'Orleans. In media un regionale negli ultimi 12 mesi si è assentato per malattia 12,4 giorni, un metalmeccanico, secondo i dati della Cisl, appena 9,6: conti alla mano, il 30 per cento in più. E il confronto sulle malattie è negativo per i dipendenti della Regione anche con gli statali: 17 per cento in più. Complessivamente, inoltre, le assenze in Regione crescono senza sosta: nei primi sette mesi di quest'anno rispetto al 2011 tra malattie e permessi per assistere parenti o per attività sindacale, le assenze sono cresciute del 10 per cento, con un boom dei permessi da legge 104 per assistere parenti disabili, più 15 per cento. Il tutto alla faccia di riforme della burocrazia e maggiori controlli annunciati a più riprese da tutti gli assessori alla Funzione pubblica che si sono succeduti nei governi Lombardo.
Sono cifre, queste, che allungano la loro ombra su una burocrazia che non brilla certo per efficienza, con imprese che attendono anche sei anni per avere un certificato ambientale. Una cosa è certa: mentre a Roma il governo Monti annuncia altre strette sui permessi e le assenze per malattia degli statali, nell'Isola si continua a non far nulla per ridurre un tasso di assenza dal lavoro che ha un peso economico enorme: solo i permessi e le malattie di luglio sono costati alle casse regionali 3,2 milioni di euro (considerando la paga media giornaliera di un regionale pari a 114,80 euro): i soldi necessari a garantire i collegamenti con le isole minori, a esempio. Cifra che sale a oltre 30 milioni di euro se si prende in considerazione un intero anno solare. I numeri appena pubblicati dalla Regione sono allarmanti.
Per malattia da gennaio a luglio di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2011, un regionale si è assentato il 6 per cento in più. In un anno solare, un regionale si è assentato per malattia 12,4 mesi all'anno, uno statale 10,6 giorni (il 17 per cento in meno) e un metalmeccanico 9,6 giorni (30 per cento in meno). Alle assenze per malattia vanno poi sommate quelle garantite dalla legge 104 per assistere familiari infermi: la stessa che fino a dicembre dello scorso anno consentiva ai regionali di andare addirittura in pensione. Bene, grazie alla 104 nei primi sette mesi del 2011 si sono registrate 22.208 giornate di assenza, nel 2012 ben 25.645: conti alla mano, il 15 per cento in più. In generale, alla Regione tra il 2011 e il 2012 le assenze sono aumentate del 10 per cento, ferie escluse. Un'escalation continua che non si ferma, creando il sospetto di vero e proprio assenteismo da fannulloni.
Lo stesso assessore alla Funzione pubblica, Nicola Vernuccio, ammette che qualcosa "evidentemente non va" e annuncia un'indagine interna: "Quello che più mi preoccupa è il dato sulle malattie, evidentemente anomalo, chiederò di fare delle verifiche per capire quali sono i giorni della settimana nei quali si registra un aumento di questo tipo di assenze, se per caso cadono il lunedì o il venerdì", dice Vernuccio. "Questi dati vanno analizzati in maniera approfondita, penso che le differenze tra statali e regionali siano dovute anche al contratto, stiamo lavorando a provvedimenti di spending review da attuare direttamente in via amministrativa, e sicuramente ci sarà una stretta su alcuni tipi di permessi, come quelli sindacali", aggiunge l'assessore. I sindacati però danno una lettura diversa dei dati appena pubblicati su malattie e permessi: "Innanzitutto occorre prendere in considerazione l'età media dei regionali, che è pari a 50 anni - dicono Dario Matranga e Marcello Minio, del Cobas-Codir - mentre nello Stato si ferma a 35 anni. È chiaro, quindi, che più avanti si va nell'età e più ci si ammala. Se si escludono i 4.500 stabilizzati lo scorso anno, che comunque da venti anni lavoravano per l'amministrazione, la Regione non fa concorsi dagli anni Novanta". Per i sindacati c'è poi un problema di organizzazione del personale: "Come avviene per tutti i lavori, le persone vanno motivate - dicono Matranga e Minio - e al di là degli annunci, i governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni non hanno fatto mai alcuna riorganizzazione vera del personale, ma solo polemiche sulla stampa. L'assessore Gaetano Armao aveva presentato un piano, rimasto però nel cassetto".
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