Traffico di rifiuti stroncato dalla Forestale
Si tratta di una vasta operazione a livello nazionale, in corso in queste ore in tutta Italia: coinvolta anche l' Umbria
dell'operazione, che si e' svolta in tutta Italia, sono state disposte 2 misure di custodia cautelare, mentre 100 sono state le perquisizioni tra aziende e domicili privati, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Firenze.
Impegnati 450 uomini del Corpo forestale dello Stato e dell' Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con la collaborazione della Polizia delle Comunicazioni, della Polizia Provinciale e del personale dell'Agenzia Regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT).
Dieci le regioni interessate: le persone interessate dalle misure di custodia cautelare sono, secondo le accuse, esponenti della criminalita' organizzata di tipo mafioso con base operativa su Prato e si tratta di 2 uomini, padre e figlio.
Quest'ultimo e' stato condotto presso il carcere di Prato mentre il padre, si trova all'estero.
Le indagini, ancora in corso, hanno portato alla scoperta di una fitta rete di associazioni a delinquere operanti in varie parti d'Italia, in particolare nel territorio toscano, e con un traffico stimato in migliaia di tonnellate di rifiuti plastici e tessili, commercializzati illecitamente.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, questi materiali venivano dichiarati materie prime secondarie, a seguito di operazioni di recupero solo simulate.
Sono stati individuati diversi gruppi organizzati e strutturati in base ad una precisa ripartizione dei ruoli dei singoli associati volta a realizzare, in maniera continuata e professionale con finalita' di ingiusto profitto, attraverso la reiterata violazione degli obblighi e delle garanzie previste dalla legge, un traffico ingente di rifiuti verso paesi come la Cina e la Tunisia.
Oltre al traffico illecito di rifiuti e' stata contestata anche l'associazione a delinquere.
Le indagini, inoltre, hanno fatto emergere la coesistenza di un'attivita' di usura ed estorsione, condotta parallelamente alla gestione illecita di rifiuti, consumatasi a danno di imprenditori locali, trovatisi in serie difficolta' finanziarie per il perdurare della crisi economica.
Pertanto la Polizia Giudiziaria ha proceduto anche per il reato di usura pluriaggravata e con le finalita' mafiosa.
Durante le attivita' oltre ai reati oggetto della misura cautelare ovvero usura e tentata estorsione, sono emersi ulteriori reati dello stesso tipo in danno di imprenditori in condizioni economiche difficili.
Le attivita', tutt' ora in corso, hanno riguardato 10 regioni: Toscana, Abruzzo, Campania, Veneto, Lombardia, Umbria, Lazio, Trentino, Liguria ed Emilia Romagna.
Dieci le regioni interessate: le persone interessate dalle misure di custodia cautelare sono, secondo le accuse, esponenti della criminalita' organizzata di tipo mafioso con base operativa su Prato e si tratta di 2 uomini, padre e figlio.
Quest'ultimo e' stato condotto presso il carcere di Prato mentre il padre, si trova all'estero.
Le indagini, ancora in corso, hanno portato alla scoperta di una fitta rete di associazioni a delinquere operanti in varie parti d'Italia, in particolare nel territorio toscano, e con un traffico stimato in migliaia di tonnellate di rifiuti plastici e tessili, commercializzati illecitamente.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, questi materiali venivano dichiarati materie prime secondarie, a seguito di operazioni di recupero solo simulate.
Sono stati individuati diversi gruppi organizzati e strutturati in base ad una precisa ripartizione dei ruoli dei singoli associati volta a realizzare, in maniera continuata e professionale con finalita' di ingiusto profitto, attraverso la reiterata violazione degli obblighi e delle garanzie previste dalla legge, un traffico ingente di rifiuti verso paesi come la Cina e la Tunisia.
Oltre al traffico illecito di rifiuti e' stata contestata anche l'associazione a delinquere.
Le indagini, inoltre, hanno fatto emergere la coesistenza di un'attivita' di usura ed estorsione, condotta parallelamente alla gestione illecita di rifiuti, consumatasi a danno di imprenditori locali, trovatisi in serie difficolta' finanziarie per il perdurare della crisi economica.
Pertanto la Polizia Giudiziaria ha proceduto anche per il reato di usura pluriaggravata e con le finalita' mafiosa.
Durante le attivita' oltre ai reati oggetto della misura cautelare ovvero usura e tentata estorsione, sono emersi ulteriori reati dello stesso tipo in danno di imprenditori in condizioni economiche difficili.
Le attivita', tutt' ora in corso, hanno riguardato 10 regioni: Toscana, Abruzzo, Campania, Veneto, Lombardia, Umbria, Lazio, Trentino, Liguria ed Emilia Romagna.

In violazione della normativa che disciplina il traffico transfrontaliero di rifiuti, le spedizioni intercettate avevano come destinazione paesi del nord Africa, dell'estremo oriente e dell'Est Europa.
Una parte dei rifiuti trovava invece collocazione sul mercato nazionale degli indumenti usati, in violazione delle norme di settore, comportando rischi per la salute e l'incolumita' degli ignari acquirenti.
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