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L'Ars non c'è più, gli stipendi sì


Live Sicilia
L'Ars non c'è più, gli stipendi sì

La chiusura ufficiale della legislatura risale al 5 settembre scorso. Da allora, i deputati nosono più tornati a Sala d'Ercole. E le recenti elezioni hanno anche cambiato il volto di un'Assemblea che, però, non si insedierà fino ai primi di dicembre. Nel frattempo, agli "uscenti" lo stipendio arriva puntuale. Ecco quanto costa ai siciliani.

PALERMO - In questo momento, i siciliani stanno pagano lo stipendio di alcune decine di... fantasmi. Per carità, non è, questa, una delle troppo frequenti storie di soldi gettati via per dolo o inefficienza. No. Si tratta, invece, di una vicenda in cui il paradosso è sorretto dalla legge, dalla norma. Che lo ammette, lo giustifica, lo rende, anzi, ovvio.

I siciliani stanno pagando, da un paio di mesi, una “bolletta” di circa un milione e ottocentomila euro per gli stipendi dei deputati dell'Ars. Ma quali deputati? Non certamente quelli eletti nell'ultima competizione elettorale di fine ottobre. Che già sarebbe una consolazione: gli toccherà pur lavorare. Invece, quei soldi servono per finanziare gli stipendi dei deputati che deputati non sono più. O che lo saranno ancora, ma dopo essere passati dall'ultimo test delle urne. Insomma, per farla breve, circa 1,8 milioni di euro al mese vanno ai 90 deputati... uscenti.

E, tanto per intenderci, degli “entranti” ancora non c'è nemmeno l'ombra. O meglio. C'è già una bella lista, diffusa dagli uffici della Regione siciliana e dai media. Chi saranno i prossimi magnifici novanta lo sappiamo già. Ma si attende ancora un ulteriore passaggio formale. La proclamazione ufficiale con l'arrivo del conteggio dei voti negli uffici di Palazzo dei Normanni. Conteggio che non è ancora giunto a destinazione. Ma anche dopo l'arrivo di questi dati, ecco altre incombenze come quelle riguardanti il censimento dei deputati, l'attribuzione di una password per l'accesso ai documenti, le singole convocazioni. Insomma, gli stessi uffici di Palazzo dei Normanni confermano che, probabilmente, serviranno almeno altre tre settimane prima che l'Ars si insedi. La nuova Assemblea non si formerà prima di dicembre. E anche gli stipendi di novembre, quelli degli uscenti, ovviamente, sono salvi.

Tutto corretto, lo ripetiamo. Non c'è truffa, non c'è reato. Ci mancherebbe. Fatto sta che il Palazzo è chiuso. Ma continua a “drenare” denaro. La “chiusura” ufficiale della legislatura risale al 5 settembre scorso. L'ultimo giorno di scuola, per i deputati. Che, tanto per essere pignoli, ad agosto s'erano recati in Aula solo una volta: giorno 9. Ma lasciamo perdere i mesi estivi. Il cinque settembre, però, ecco l'ultima seduta. Liberi tutti. A condurre ciascuno la propria campagna elettorale. Nel frattempo, come detto, stipendio puntuale. E sarà così per almeno tre mesi. Fino ai primi di dicembre, dicevamo. Cinque milioni di euro spesi per il nulla. Gettati via, con la consapevolezza che la legge è quella, e nulla si può fare.

Dagli uffici dell'Ars infatti ammettono: “Fino all'insediamento della nuova Assemblea, l'istituzione deve rimanere formalmente in funzione. Non ci possono essere periodi di 'vuoto'”. E ci mancherebbe. E in effetti i deputati fanno il pieno. E continuano a incassare, ad esempio, anche le indennità aggiuntive di presidenti e vicepresidenti di commissione, deputato questore, deputato segretario, presidente e vicepresidente dell'Ars. Tutte voci che concorrono a comporre la voce del bilancio interno dell'Ars definita “competenze dei deputati”. La cui cifra, è bene dirlo, è stata limata negli ultimi ani della presidenza Cascio. Ma si tratta di una somma che supera i 20,8 milioni di euro annui. Quanto costeranno i tre mesi di stipendio erogati ai “deputati-fantasma”? Circa 5,2 milioni. Spiccioli più, spiccioli meno. In attesa che si insedi la nuova Assemblea e il nuovo governo. Giorni nei quali, tanto per capirci, ai deputati uscenti - finalmente usciti - spetterà una fetta complessiva di 2,2 milioni di euro come liquidazione per la fine del mandato, e il nuovo governo invece potrebbe insediarsi con la bellezza di dodici assessori tecnici. Cioè, non eletti al Parlamento. Indennità ulteriori, rispetto a quelle che sarebbero state spese se in giunta fossero entrati dei parlamentari. Una spesa di circa un milione di euro l'anno. Ma il nuovo governo, al momento, è solo un embrione. Mancano ancora diversi volti, e nomi. La nuova Ars invece ha già un identikit chiaro. Ma è comunque ancora presto. Anche per i prossimi venti giorni, i siciliani pagheranno lo stipendio a quei deputati che deputati non sono più.

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