Visualizzazioni totali

“Un miliardo da tagliare”



Luca Bianchi è assessore regionale all’Economia della Regione siciliana. Nominato dal presidente Rosario Crocetta, dopo le dimissioni dell’assessore designato Maria Basilico D’Amelio, Bianchi deve occuparsi in questo scorcio di fine anno di una serie importantissima di documenti finanziari: il dl proroghe, il bilancio provvisorio, la finanziaria regionale e il Documento di programmazione economica e finanziaria. Il primo atto da assessore – nel corso della prima riunione di giunta a cui ha partecipato – è stato quello di ritirare il Dpef presentato dal precedente governo regionale.
Entro una settimana – assicura Bianchi in una video intervista a BlogSicilia – saranno presentati in aula e del Dpef precedente – dice – alcuni provvedimenti erano interessanti “ma altri non c’erano e noi come giunta abbiamo già messo in atto. Penso al taglio delle indennità del 20% ai dirigenti prevista e che stiamo stimando quali effetti economici avrà. Il susseguirsi delle manovre finanziarie fino all’ultima comporterà un abbassamento del trasferimento dei fondi alla Regione e l’abbassamento del Patto di stabilità – dice Luca Bianchi – dobbiamo riadattare i nostri interventi su quei target e contemporaneamente rilanciare lo sviluppo”.

Nessuna “preoccupazione” riguardo agli eventuali contenziosi che ad esempio i dirigenti o i componenti dell’ufficio stampa possono avanzare nei confronti della Regione: “E’ un rischio che abbiamo calcolato. Però dobbiamo prendere atto che siamo in una condizione che impone tagli e sacrifici. E dobbiamo partire da chi ha più privilegi”. Sul bilancio della Regione, poi annuncia: “Ci sono un miliardo di euro di somme da recuperare per riequilibrare le voci di spesa. Ma nessun rischio: la spending review non prevede tagli orizzontali ma scelte di merito precise. Non faremo macelleria sociale ma tagliare le incrostazioni che la politica ha consentito di stratificare è un obiettivo irrinunciabile. E dovremo farlo capire ai cittadini”.
Bianchi poi è sicuro: “La Regione siciliana non è in default. Si tratta di rientrare di una posizione debitoria pesante e difficile”. E a chi, come ad esempio Confindustria, sosteneva che la Regione rischiasse il fallimento dice: “Si è confuso il default con la necessità di riequilibrare i conti”. Intanto lavora al decreto legge proroghe, quello che dovrà prorogare i contratti dei precari dell’amministrazione regionale: “Dobbiamo vincolare le amministrazioni che usufruiscono del lavoro dei precari a realizzare progetti finanziabili dallo stato o dall’Ue che finanzino dunque anche le loro mansioni all’interno”. Di certo c’è che il prossimo anno non ci sarà la copertura finanziaria per garantire tutti e 20mila i precari della Regione. Quindi il piano di recupero e rientro è obbligatorio. Poi Bianchi parla del taglio alla spesa corrente e del piano di rientro della sanità. “Non stiamo producendo debiti” -assicura “battezzando” la bontà del piano di rientro firmato dall’ex assessore Massimo Russo e su cui la Regione si sta impegnando per sostenere gli impegni. Infine il suo assessorato e la scelta di uno “straniero” al bilancio. Se non è commissarriamento poco ci manca,insomma. Ma Bianchi ribatte: “Nell’ultimo incontro col ministro Barca la nostra interlocuzione è stata non solo dialogante ma anche fortemente propositiva. Le nostre idee di rinegoziazione sono state tutte accolte anche quando non erano coincidenti con le proposte del ministro a cui abbiamo proposto le nostre idee. E’ cambiato il rapporto con lo Stato. Basta ai contenziosi anche se obiettivamente ci sono degli accordi effettivamente svantaggiosi per la Sicilia”.
Discorso che si lega a stretto filo alla polemica sui residui passivi, ovvero sul rischio di inesigibilità di alcuni crediti vantati dalla Regione. “Nessuno pensi che persino l’amministratore più oculato potrà risolvere in poco tempo un simile problema. Ci vuole pianificazione e soprattutto accordi con lo Stato”.

0 commenti:

Blogger Template by Clairvo