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Ars, presentato ddl su Fondo per il contrasto alla povertà


Palazzo-dei-Normanni-sede-dellAssemblea-Regionale-SicilianaLa Sicilia potrebbe avere un Fondo per il contrasto alla povertà, finanziato coi risparmi di spesa derivanti dalla riduzione dei costi della politica previsti dal Decreto 174/2012.
E’ quanto previsto in un ddl presentato ieri all’Ars, di cui è primo firmatario il deputato Totò Lentini (Udc).
Il testo prevede l’istituzione di un apposito capitolo nel Bilancio della Regione, alimentato dalle minori spese conseguenti alla riduzione del trattamento economico dei parlamentari e dei componenti della giunta regionale, le cui risorse vengano integralmente destinate all’erogazione di prestazioni temporanee alle famiglie siciliane in condizione di grave disagio economico (nuclei con entrambi i genitori disoccupati, famiglie monoreddito in cui il genitore che lavora abbia perso l’occupazione, famiglie numerose, pensionati al minimo privi di altri redditi, ecc…).
Si prevede che le somme giungano alle famiglie tramite una ‘Social card’ regionale, le cui disponibilità potranno essere utilizzate per l’accesso ai consumi essenziali (alimentari, energia elettrica, farmaci) nonché, per le famiglie con minori, per le spese relative all’istruzione.
I benefici verranno assegnati in modo proporzionato e trasparente sulla base di apposite graduatorie predisposte dai Comuni ed il Fondo potrà essere ulteriormente impinguato con la destinazione volontaria, da parte di quanti ricoprano cariche pubbliche (compresi gli enti e società regionali), di una parte dei compensi spettanti.
Nei prossimi giorni è prevista la convocazione di un’apposita conferenza stampa per presentare in dettaglio i contenuti del ddl.

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Il Consiglio provinciale approva la mozione: esultano i 14 idraulico - forestali


«Con 15 voti favorevoli, nessun

Parla Michele Mattia, portavoce dei 14 otd idraulico forestali.
Michele, dopo circa due lunghi anni di battaglia, avete raggiunto un risultato importante con l’approvazione della mozione. Come commenti questa notizia? «Ci auguriamo che dopo questo accadimento positivo, in cui i consiglieri provinciali hanno dato importanza anche all’ambiente, ci  si adoperi per reperire le risorse economiche necessarie. Fino a ieri non avevamo nessuna speranza, oggi con questo esito, possiamo dire che un passo avanti è stato fatto. L’opposizione ci è stata vicino, ha prodotto un risultato utile  per noi forestali e anche per l’intera collettività». Domani mattina non appena ti sveglierai, quale sarà la prima cosa che farai? «Dalla finestra della mia camera da letto si vedono dei monti verdi bellissimi. Domani mattina mi affaccerò alla finestra guardandoli con un occhio diverso, in tutto il loro verde ed il loro splendore, mi auguro di vederli sempre come oggi e domani e cioè  di colore verde, come il colore della speranza che non ci ha mai abbandonato e di non guardarli mai più neri, come lo sono stati fino ad un mese fa».

La soddisfazione di Giovanni Coscia.
contrario e nessun astenuto,  la mozione è approvata!» sono state queste le parole pronunciate dal presidente del Consiglio provinciale Fernando Zara,  che hanno fatto accendere la speranza e risplendere la gioia sul volto dei 14 operai idraulico forestali presenti nell’aula consiliare. Erano di nuovo lì, tutti e 14 con la forza ed il coraggio di chi gioca l’ultima carta, aggrappandosi all’ultima speranza;  quella stessa speranza che in questi quasi due anni senza lavoro, li ha portati a non mollare mai la presa. Dopo due anni di lotta, Giovanni, Mario, Andrea, Michele, Vincenzo, Gerardo, Mario, Angelo, Antonio, Raffaela, Paola, Antonio e Giuseppe, finalmente ritornano a sorridere. La loro storia nasce nel 2005 quando la Provincia di Salerno con un regolare bando, ha assunto 14 operai idraulico forestali (che si aggiungevano ai 36 operai a tempo indeterminato, di cui attualmente solo 12 sono idonei al servizio anti-incendio boschivo) con contratto a termine, per un periodo che andava  dalle 179 alle 59  giornate lavorative annuali. Ma dallo scorso anno però,  a causa dell’assenza di fondi, la Provincia non ha più indetto il bando di assunzione, lasciando a casa i 14 Otd, che hanno tutti un’età compresa tra i 40 e i 50 anni; età difficile per avventurarsi in qualsiasi altra realtà lavorativa. Da 15 giorni però, il loro destino lavorativo ha assunto una strada diversa grazie alla mozione presentata qualche settimana fa dal Partito Democratico e dal Consigliere provinciale di opposizione Giovanni Coscia, e firmata e sottoscritta da Giovanni Coscia, Antonio Romano, Carlo Guadagno, Fausto Postiglione, Giovanni Savastano, Pasquale Caroccia  e Salvatore Bottone,  che prevede il reperimento di 150.000 euro l’assunzione delle 14 unità lavorative  nell’ attività di prevenzione, spegnimento incendi boschivi e bonifica su tutto il territorio provinciale. 
Consigliere Coscia, lei ha presentato la mozione che oggi è stata approvata da maggioranza e opposizione. Come commenta l’esito? «La questione dei 14 forestali, è un problema che non ha colore politico.  Non bisogna dimenticare l’importante lavoro che svolgono nel settore della prevenzione e dello spegnimento degli incendi boschivi, mettendo a repentaglio la propria vita ogni giorno, oltre all’importantissima salvaguardia dell’ambiente. La mozione appena votata  è solo l’inizio di una lunga battaglia che ci aspetta, noi non ci fermeremo,  andremo in Regione ed in Prefettura a sollecitare i nostri consiglieri. Se non troviamo i soldi per pagare gli operai del servizio di anti-incendio, lo stesso lavoro affidato ad altri ci costerà dieci volte in più, creando un enorme spreco di danaro».  Nel suo discorso in Consiglio, Lei ha mosso le coscienze di tutti e mettendo al centro non solo l’operato, ma anche gli operai. Da stasera  14 famiglie dormiranno “serene”  e  con la speranza che la Provincia reperirà i fondi. Quale messaggio invia ai 14 forestali: «Come dice Papa Francesco, non fatevi rubare la speranza!»


Iannone: «Speriamo di ottenere risultato positivo».
Presidente Iannone, dalla Provincia di Salerno è partito un segnale importante per 14 famiglie e per il settore forestazione. Lei però, in un colloquio con i 14 forestali ha detto che dopo l’approvazione della mozione, bisogna trovare i 150.000 euro.  Cosa accadrà ora che la mozione è passata in Consiglio? «Questa è una mozione a carattere politico, dove rispetto al problema dei 14 forestali si pone la possibilità da parte dell’amministrazione di mettere in campo una serie dei azioni nei confronti della Regione Campania, sia sui POR che sui fondi strutturali, e anche un richiamo alla possibilità di mettere in bilancio i 150.000 necessari. Attualmente, non è stata fatta alcuna delibera in merito. Noi non sappiamo ancora qual è la risorsa sulla quale possiamo contare da mettere in bilancio, oltre ai vicoli da rispettare tra cui l’impossibilità di assunzioni, a causa dello sforamento del patto di stabilità ». Non costerà di più alla Provincia l’attività di prevenzione, manutenzione e spegnimento incendi boschivi, senza il lavoro degli idraulici forestali alla diretta dipendenza dell’Ente e delegando ad altri esterni la loro mansione, in termini di danni? «La Provincia si preoccupa soltanto di organizzare e pagare il servizio, noi siamo delegati dalla Regione per questa attività. Però in questo caso, i 14 operai sono rimasti scoperti dal riconoscimento della Regione  e negli ultimi due anni  di lavoro, sono stati assunti solo grazie alle rimanenze di fondi degli scorsi anni. Oggi, ci siamo assunti una responsabilità, sperando attraverso la mozione che la loro questione possa raggiungere un felice esito».

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Lavoratori forestali. Fai Cisl avverte: 'Mantenere stabilizzazione e procedere ad accredito fondi'



"Mantenere la stabilizzazione e fare chiarezza e procedere subito all’accredito fondi". Questa la richiesta per i lavoratori forestali, da parte della Fai Cisl in una nota stampa giunta in redazione: "I lavoratori forestali, ancora una volta, sono sotto i riflettori ed in attesa di soluzioni concrete, nonostante gli impegni profusi dai sindacati di categoria e della Consigliera Nugnes, ad oggi non pongono in tranquillità l’intero settore. Come noto, da ben oltre un anno i lavoratori (soprattutto i lavoratori forestali della Comunità Montana del Fortore da oltre 15 mesi senza stipendio) che mai hanno interrotto il pubblico servizio reso alla collettività, non percepiscono salario alcuno. Quindi si rendono necessarie ed immediate ogni azione anche quelle relative di sostegno al reddito, si rendono indispensabili per soddisfare le esigenze primarie di vita alle proprie famiglie. Inoltre, a provocare ulteriore tensione e preoccupazione, la notizia dei giorni scorsi (il 25 us.) che erano stati presentati emendamenti nella finanziaria 2013 della Regione Campania che mettevano in discussione la stabilizzazione. Infatti, nell’incontro del 25 marzo, in Regione con la Consigliera Delegata Daniela Nugnes ed i sindacati si sono opposti con fermezza a questi emendamenti, ribadendo la necessità di mantenere la stabilizzazione, presentando un unico emendamento che salvaguardi i livelli occupazionali proseguire sulla riforma ormai necessaria del settore.
Sulla problematica, si svolto l’annunciato incontro presso la sede del Consiglio Regionale della Campania, con il Presidente del Consiglio Regionale Paolo Romano e tutti i Capi Gruppo presenti nel Consiglio regionale. Da parte nostra abbiamo ribadito a tutti i gruppi consiliari, la richiesta di salvaguardare il processo di stabilizzazione avviato nel 2001/2002 e la garanzia occupazionale per tutti gli addetti del settore. Unanime è stata la disponibilità di tutti i gruppi consiliari al ritiro dei sei emendamenti presentati, che mettevano in discussione la stabilizzazione. Inoltre, il Presidente del Consiglio Regionale si è impegnato, dopo l’approvazione della Legge finanziaria, di proseguire tali incontri, finalizzati a creare le basi per una riforma complessiva del settore, con garanzie finanziarie, allargandone le attività di intervento sul territorio, per addivenire ad una forestazione protettiva-produttiva e di sviluppo, per la salvaguardia dell’ambiente contro il dissesto idrogeologico e la lotta agli incendi boschivi".
A seguito dell’incontro con i Capi Gruppo, i sindacati hanno incontrato la Consigliera Daniela Nugnes, comunicandole l’esito dell’incontro, oltre a chiedere di velocizzare l’iter burocratico per consentire gli accredito dei “famosi” acconti relativi ai 18mld di euro, onde consentire agli EE.DD. di poter corrispondere alcune mensilità arretrate e dare così un sospiro di sollievo ai tanti lavoratori forestali da mesi senza salario. Rassicuazioni sono giunte da parte di Nugnes.

Per la Fai Cisl sannita si tratta di "un fatto importante" e si è detto "soddisfatto dell'incontro".

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Forestali, positivo l'incontro in Regione. La Fai Cisl: 'Ora la stabilizzazione dei lavoratori'


NTR24.tv
"I lavoratori forestali, ancora una volta, sono sotto i riflettori ed in attesa di soluzioni concrete, nonostante gli impegni profusi delle organizzazioni sindacali di categoria e della Consigliera Nugnes, ad oggi non pongono in tranquillità l’intero settore". Ad affermarlo in una nota è Alfonso Iannace della Fai Cisl.

Come noto, da ben oltre un anno i lavoratori (soprattutto i lavoratori forestali della Comunità Montana del Fortore da oltre 15 mesi senza stipendio) – che mai hanno interrotto il pubblico servizio reso alla collettività – non percepiscono salario alcuno. 


Quindi si rendono necessarie ed immediate ogni azione anche quelle relative di sostegno al reddito, si rendono indispensabili per soddisfare le esigenze primarie di vita alle proprie famiglie. 

Inoltre, a provocare ulteriore tensione e preoccupazione, - spiega Iannace - la notizia dei giorni scorsi che erano stati presentati emendamenti nella finanziaria 2013 della Regione Campania che mettevano in discussione la stabilizzazione.

Infatti, nell’incontro del 25 marzo, in Regione con la Consigliera Delegata On. Daniela Nugnes, le organizzazioni sindacali si sono opposte con fermezza a questi emendamenti, ribadendo la necessità di mantenere la stabilizzazione, presentando un unico emendamento che salvaguardi i livelli occupazionali proseguire sulla riforma ormai necessaria del settore.

Sulla problematica, ieri su richiesta delle organizzazioni sindacali di categoria si è svolto l’annunciato incontro presso la sede del Consiglio Regionale della Campania, con il Presidente del Consiglio Regionale On.le Paolo Romano e tutti i Capi Gruppo presenti nel Consiglio regionale.

I sindacati - spiega il referente della Fai Cisl - hanno ribadito a tutti i Gruppi Consiliari, la richiesta di salvaguardare il processo di stabilizzazione avviato nel 2001/2002 e la garanzia occupazionale per tutti gli addetti del settore.

Unanime è stata la disponibilità di tutti i Gruppi Consiliari al ritiro dei sei emendamenti presentati, che mettevano in discussione la stabilizzazione.

Inoltre, il Presidente del Consiglio Regionale si è impegnato, dopo l’approvazione della Legge finanziaria, di proseguire tali incontri, finalizzati a creare le basi per una riforma complessiva del settore, con garanzie finanziarie, allargandone le attività di intervento sul territorio, per addivenire ad una forestazione protettiva-produttiva e di sviluppo, per la salvaguardia dell’ambiente contro il dissesto idrogeologico e la lotta agli incendi boschivi.

A seguito dell’incontro con i Capi Gruppo, le sigle sindacali hanno incontrato la Consigliera Daniela Nugnes, comunicandole l’esito dell’incontro, oltre a chiedere di velocizzare l’iter burocratico per consentire gli accredito dei “famosi” acconti relativi ai 18mld di euro, onde consentire di poter corrispondere alcune mensilità arretrate e dare così un sospiro di sollievo ai tanti lavoratori forestali da mesi senza salario. 

La Consigliera Nugnes ha farnito rassicurazioni, - prosegue Iannace - che a breve saranno inviate le relative le note, in cui è confermata la firma dell’APQ (avvenuta il 04.04.13 a Roma) e gli importi da accreditare.

Impegnandosi, inoltre, ad incontrare nella prossima settimana le organizzazioni sindacali per un approfondimento della intera tematica, e dare concretamente inizio alla discussione sulla riforma della ex L.R 11/96.

Il Sindacato, soddisfatto dell’esito dell’incontro, allo stesso tempo verificherà nei prossimi giorni tutti i percorsi degli impegni concordati, nella piena responsabilità e serietà sempre dimostrata in questa difficilissima, delicata e tortuosa vertenza, attuando le dovute e necessarie azioni conseguenti, per una definizione positiva della stessa".


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PREZZO DEL LATTE IN SICILIA: DALLA REGIONE SI VA VERSO UN AUMENTO A 42 CENTESIMI AL LITRO


La prima importante tappa per cercare di salvare la zootecnica iblea e siciliana è stata raggiunta. Il Governo regionale, tramite un accordo promosso dall'assessore alle Risorse agricole Dario Cartabellotta, ha previsto l'incremento del prezzo del latte da 37 a 42 centesimi al litro per il latte bovino e di 80 centesimi per litro per il latte ovino. E' quanto ha spiegato in conferenza stampa oggi pomeriggio a Ragusa, il deputato regionale Nello Dipasquale, affiancato dal presidente del consiglio comunale Di Noia ed i consiglieri Licitra, Occhipinti, Galfo, La Rosa, oltre che dall'esponente del movimento 'Il Megafono' Aldo Bertolone, "un esponente con il quale ho condiviso molte battaglie - spiega l'onorevole - a favore del settore dell'agricoltura e zootecnia".

1Molto positivo il giudizio riguardo al provvedimento voluto dal Governo regionale che viene dopo diversi incontri con i rappresentanti degli allevatori ai quali pur essendo stati invitati cui non si sono presentati gli industriali della trasformazione lattiero-casearia.
"Il Governo ha finalmente battuto i pugni sul tavolo - ha spiegato Dipasquale - perché se gli industriali non accetteranno questo accordo allora si vedranno revocati i finanziamenti comunitari per i progetti finora presentati e non potranno accedere agli accordi di filiera sul Born in Sicily che prevedono la creazione di un catalogo promozionale dei prodotti regionali agroalimentari. Un giro economico di diverse centinaia di migliaia di euro. Solo chi rispetterà gli accordi e sarà dunque all'interno del catalogo potrà accedere alla ristorazione ospedaliera e nelle mense scolastiche e al resto delle filiere corte, seguendo il senso del consumo a km 0. Dunque ha fatto bene il Governo regionale, e in particolare il presidente Crocetta e l'assessore Cartabellotta, a operare in questa direzione che risulta essere un'occasione importante per il settore". 
Dipasquale ha annunciato anche altri importanti provvedimenti come l'esclusione, per la provincia di Ragusa e per quella di Agrigento, ovvero le zone maggiormente colpite dal ciclone Athos, dal taglio delle quote latte.  Un ristoro per le aziende che stentano ancora a riprendersi. Infine un'interessante novità che vedrà la Sicilia protagonista al Vinitaly. Sarà infatti sottoscritto l’accordo sul dolce tipico siciliano promosso da veri pasticcieri di Sicilia che vogliono promuovere le materie prime come la vera ricotta di latte e la vera frutta secca siciliana (pistacchio, mandorle e nocciole).
"Come si può ben capire si tratta di provvedimenti che toccano da vicino l'area iblea, capitale del latte in Sicilia - ha detto in conclusione Dipasquale - Provvedimenti che rappresentano un primo significativo passo verso una politica strutturale e dedicata al settore dell'agricoltura e della zootecnia". 
Aprendo la conferenza stampa Dipasquale ha commentato anche la legge elettorale approvata alla Regione e che ha visto il voto di diversi partiti alcuni dei quali appartenenti a coalizioni diverse: "Ecco l'esempio di come a Palermo si possa trovare convergenza su norme che riguardano il bene della collettività".

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Formazione professionale. I sindacati scrivono alla Regione


Formazione professionale. I sindacati scrivono alla RegioneI segretari generali regionali Giusto Scozzaro (Flc Cgil), Vito Cudia (Cisl Scuola), Giuseppe Raimondi (Uil Scuola), Giuseppe Milazzo (Snals Conf.Sal) hanno scritto ieri al presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, all'assessore all'Istruzione e Formazione Nelli Scilabra e all'assessore del Lavoro Ester Bonafede, per chiedere un urgente incontro sulla situazione della formazione professionale. A Catania, il settore impiega circa 1800 operatori e dà sostegno ad altrettante famiglie.
Questo il testo della lettera dei quattro segretari

«Facciamo seguito alla audizione nella seduta congiunta delle Commissioni Legislative Seconda e Quinta dell'ARS tenutasi il 26 marzo u.s., durante la quale abbiamo ascoltato le sue formali comunicazioni rispetto alla sospensione delle attività previste dalla seconda e terza annualità dell'Avviso 20/2011.
Pur convenendo sulla necessità di riformare radicalmente il sistema regionale della formazione professionale, di ottimizzarne la spesa, di implementarne la qualità radicandola nelle esigenze formative espresse dai territori, dalle imprese e dal mondo produttivo, e convenendo che il Suo Governo proceda con le opportune scelte politiche in tal senso, dalle sue dichiarazioni non abbiamo colto quali strumenti normativi, quale tempistica e quale architettura di sistema sarà utilizzata nel ridisegno da Lei preannunziato.

Le rappresentiamo la nostra preoccupazione per il fatto che, dalla data della audizione a oggi, le associazioni Forma Sicilia e Cenfop Sicilia, ci hanno convocato per comunicare l'apertura dello stato di crisi che sarà asseverata dall'avvio delle procedure previste dalla legge a carico dei singoli enti.
Già alla data odierna sono pervenute le correlate comunicazioni di svariati enti gestori.
A ciò si sommano le espresse preoccupazioni per la tenuta della filiera dell'OIF, nella quale gli enti interessati hanno già manifestato l'intenzione di procedere in maniera affine per i ritardi accumulati dalla PA e per l'incertezza del quadro in cui versa il settore.

Analoga preoccupazione destano le generiche dichiarazioni della Dirigente Generale ad Interim dei dipartimenti Lavoro e Istruzione e formazione in ordine alla filiera dei c.d. sportelli multifunzionali, con riferimento a una eventuale proroga.
Non è stato chiarito quali strumenti saranno utilizzati per il mantenimento dei livelli occupazionali e la salvaguardia dei lavoratori in essi impegnati, e come saranno garantiti i servizi di politica attiva del lavoro.

D'altra parte, continua l'attuale impasse degli uffici del'amministrazione, che produce effetti deleteri nei confronti dei lavoratori interessati, non garantendo tempistiche certe che consentano la puntualità delle retribuzioni dei lavoratori.
Per queste ragioni Le chiediamo un urgente incontro ai fini di approfondire le questioni sollevate in merito al percorso delineato dal Governo e alle emergenze segnalate.
Siciliamediaweb

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Imprese, Crocetta: 'Quelle con sedi altrove pagheranno le tasse in Sicilia'


Raggiunto accordo col governo nazionale. Chi opera nell'Isola, dunque, pagherà le imposte direttamente alla Regione. "Un provvedimento - si legge in una nota del governatore - approvato sulla base delle buone prassi di bilancio che il governo siciliano ha avviato"




PALERMO. «Da oggi le imprese che operano in Sicilia pagheranno le tasse in Sicilia. Uno dei sogni dei padri dello Statuto siciliano e degli autonomisti trova attuazione su proposta della regione siciliana». Lo dicono in una nota il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e l'assessore regionale all' Economia Luca Bianchi, dopo l'accordo col governo nazionale.

«Il Governo nazionale - aggiunge Crocetta - ha approvato all'unanimità il provvedimento sulla base delle buone prassi di bilancio che il governo siciliano ha avviato, attraverso le azioni di spending review, i tagli delle province, delle partecipate, la revisione di spesa per gli assessorati, il taglio del salario accessorio, la chiarezza dei conti, quindi, sulla base dell'azione di buon governo che la Sicilia sta portando avanti». «Il governo siciliano e i siciliani tutti, ringraziano il governo nazionale per il riconoscimento di un diritto e - afferma il governatore - utilizzeremo nel miglior modo possibile la fiducia che ci viene data, portando avanti con giustizia le politiche di rigore senza massacro sociale, sostenendo le imprese e i poveri. Da oggi inizia una pagina nuova per la Sicilia, la sfida di cominciare a farcela da soli, con l'orgoglio di essere siciliani, mettendo a posto i conti e sviluppando l'economia».

«La Sicilia - continua Crocetta - non vuole vivere di assistenzialismo e parassitismo, vuole vivere con le proprie risorse e questo cambia la prospettiva totale e inverte la tendenza politica di oltre 50 anni. Siamo orgogliosi, felici, insieme a tutti i siciliani, di festeggiare una rivoluzione che continua e che è in corso in Sicilia. Questo è merito di tutti i siciliani. Il modello Sicilia è siciliano, è fatto dai siciliani e ce la faremo a fare divenire la nostra regione, una delle più sviluppate d'Europa, ma anche una regione che diventa un simbolo sul piano dei diritti civili, della lotta alla mafia, della trasparenza, dando impulso a una rivoluzione culturale che mette al centro anche i soggetti deboli».  Crocetta conclude rivolgendo un grazie «al presidente del Consiglio e a tutti i ministri ed in particolare al ministro Grilli ed al dirigente Fabrizia La Pecorella. Grazie al ministro Barca per il decreto sui fondi Fas, approvato nella seduta di Governo di oggi».


BIANCHI: "ORA C'E' UN FEDERALISMO FISCALE COMPETITIVO".
 Una cinquantina di milioni all'anno, che però nel 2008 erano duecento e che sono diminuiti per colpa della crisi economica: è questo, secondo l'assessore regionale al Bilancio della Sicilia Luca Bianchi, l'impatto sulle casse regionali dell'applicazione dell'art. 37 dello Statuto. Tuttavia, spiega Bianchi all'ANSA, la "vittoria" più rilevante è, secondo l'esponente della Giunta Crocetta, "la possibilità di poter attuare in Sicilia un federalismo fiscale competitivo".

"E' difficile - spiega Luca Bianchi - fare una valutazione adesso sull'impatto. In una fase di crisi come quella che stiamo attraversando, l'applicazione dell'articolo 37 ha un valore basso rispetto a quello che aveva alcuni anni fa. Nel 2008, ad esempio, valeva circa 200 milioni all'anno, mentre oggi lo stimiamo intorno ai cinquanta milioni". Il che vuol dire, per il bilancio 2013, un impatto "di qualche decina di milioni".

"Ma noi - aggiunge - puntiamo sulla prospettiva. Ora si realizza l'autonomia regionale in una logica di responsabilità. Possiamo attuare una politica economica e fiscale, possiamo attrarre investimenti a costo zero e lanciare politiche fiscali alternative ed anche forme di esenzione. Insomma, per la Sicilia adesso si realizza davvero l'autonomia: va letta in questo senso la 'portata storica' di cui parla il presidente Crocetta. Il Consiglio dei ministri ha riconosciuto il nuovo corso avviato dalla nostra giunta, fatto di trasparenza di bilanci e di assunzioni di responsabilità", conclude Bianchi.

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Cento stipendiati per non lavorare pagati ogni mese dalla Regione


Cento stipendiati per non lavorare pagati ogni mese dalla RegioneVenti dipendenti Eas in sedi inutili. La Quarit in liquidazione mantiene un ufficio a Roma. I dirigenti regionali chiusi in uno stanzino senza incarichi

OGNI mese ricevono lo stipendio, che paga puntualmente mamma Regione. Ma alla domanda sul lavoro che fanno, al massimo alzano spallucce. D'altronde sono pagati per non fare nulla, o quasi. Dal dipendente della società con sede nel centro di Roma che ogni giorno controlla solo la posta, ai settanta ex Pip che non hanno alcun compito da svolgere e stanno comodamente a casa incassando l'assegno. Dai venti dipendenti dell'Ente acquedotti siciliani di Lercara Friddi e Agrigento che non hanno tubature da riparare perché lì l'ente non eroga più alcun servizio, ai quattro dirigenti regionali che da febbraio stanno in uno stanzino del dipartimento Ambiente, al costo di novemila euro lordi al mese, in attesa che qualcuno dia loro un compito da svolgere: conti alla mano, sono almeno cento gli stipendi che la Regione paga a vuoto. Uno spreco che non può che indignare chi, nel privato, ha perso il lavoro e non sa come arrivare a fine mese.

Nell'Isola del tesoro invece accade che si paghino stipendi senza alcun collegamento con la reale produttività del personale. Colpa di inghippi burocratici, di liquidazioni infinite e di iniziative spericolate avallate in passato per favorire clientele. Alla fine il risultato non cambia. Qualche esempio? La Regione paga da anni l'affitto di un bilocale nel cuore di Roma, tra via del Corso e la Fontana di Trevi. Per la precisione in via della Mercede: qui ha sede la Quarit, ente in liquidazione dal 2011 e ancora non chiuso definitivamente. In sintesi, la Quarit non svolge alcuna attività, ma costa ancora tremila euro al mese per canoni di locazione e 1.500 euro per le spese dell'unico dipendente, che ogni mattina apre la sede, ritira la posta, la protocolla e la rinvia a Palermo. Il commissario liquidatore, Francesca Spedale, ha cercato di chiudere questa partita già lo scorso anno, chiedendo all'allora governo regionale di fondere la società con "Sicilia, Turismo e Cinema" e di dare la disdetta all'affitto. Ma tutto si è bloccato. Il motivo? Il governo Crocetta, tramite l'ormai ex assessore Franco Battiato, ha annunciato di voler liquidare anche "Sicilia, Turismo e Cinema". Quindi, con chi deve fondersi la Quarit? "Attendo indicazioni dal governo  -  dice la Spedale  -  sia sull'affitto, che comunque sono pronta a disdire subito, sia sul futuro della società ".

Nella stessa posizione di Quarit è Lavoro Sicilia: la società è stata messa in liquidazione, ma il personale  -  sette tra dirigenti e funzionari  -  non è stato ricollocato. Quindi fa al massimo "l'ordinaria amministrazione". Proprio nulla fanno invece i venti operai dell'Eas distaccati nelle sedi di Agrigento e Lercara Friddi. Ogni giorno vanno in ufficio e poi si girano i pollici per cinque ore: in questi due centri l'ente non ha alcuna attività da gestire, visto che il servizio idrico è stato ceduto ai privati. "Mi sono accorto di questa situazione paradossale non appena ho messo piede in sede, lo scorso anno  -  dice il commissario straordinario Dario Bonanno  -  abbiamo quindi intimato al personale di trasferirsi immediatamente in zone dove l'ente svolge attività. Loro si sono opposti e solo dopo un ultimatum dato con lettere legali hanno accettato il trasferimento. Ma chiedono un'indennità di trasferta, che gli spetterebbe in base a una norma nazionale. L'ente non ha un euro in cassa e quindi rimangono dove sono". Cioè rimangono a non fare nulla.

Nemmeno lo sforzo di andare in una sede fanno invece settanta ex Pip della Trinacria onlus, che dal 1° gennaio ricevono lo stipendio stando a casa: si tratta in gran parte di ex detenuti o disagiati che la società non riesce a ricollocare. E siccome questo personale è stato regolarmente assunto con contratto a tempo indeterminato e paga da 750 euro netti al mese, che con gli assegni familiari arriva anche i 1.100 euro, non si può fare nulla: lo stipendio gli spetta. Ma a essere strapagati per non fare nulla sono anche alcuni dirigenti regionali con busta paga da 90 mila euro lordi all'anno. Da fine gennaio quattro dirigenti trasferiti dalla Formazione al dipartimento Ambiente stanno in uno stanzino di via Ugo La Malfa aspettando di ricevere un incarico, che non arriva: "Attendiamo di essere ricevuti almeno dal dirigente generale ", dicono. Intanto trascorrono tutta la giornata davanti a un computer per vedere se altri dipartimenti fanno richiesta di dirigenti ". E la Regione paga.

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Mentre a Roma discutono, la gente muore


I suicidi per lavoro in Italia stanno diventando un fatto epidemico, contagioso, letale.
Il crollo della speranza, la rovina del futuro, la frana di ogni certezza provoca un fenomeno di cui si percepisce soltanto la parte emergente. Alla gente che fugge dalla vita gridando, attraverso il proprio, estremo gesto, l’incapacità di trovare soluzioni, occorre aggiungere le decine che si lasciano morire uscendo di strada, “sbagliando” le dosi di un sonnifero. I fuggiaschi silenziosi.Quelli che non degnano chi resta neanche della parola. Troppo orgogliosi o troppo umiliati per lasciare una traccia, un segno.
Poi le migliaia che finiscono in strada. Senza un lavoro, e nessun paracadute sociale, si sfracellano al suolo insieme alla loro dignità. Li troviamo davanti i supermercati, alle mense parrocchiali, a consumare i loro abiti e l’amore per se stessi, evaporato d’improvviso con quel che resta dei propri sogni.
Dal 2009 ad oggi 70 monaci buddisti si sono dati fuoco per protesta contro l’oppressione cinese del Tibet. Il Dalai Lama ha chiesto l’aiuto dell’Onu per fermare i giovani monaci, ma non solo, che si immolano in nome della libertà calpestata.
In Italia i dati sono ben più allarmanti. Dal 2009 ad oggi, almeno 1500 disoccupati si sono tolti la vita.
Cifre che le cronache confinano negli ambiti locali, nello spazio circoscritto di tante storie individuali. Grani di un rosario delle umane debolezze da scorrere e riporre quando il buio cala su quelle bare e nessuno si chiede quale deserto dovrà attraversare chi sopravvive.
Per loro solo le litanie commemorative delle autorità. Facce contrite esibite nelle foto di rito, pance piene celate agli sguardi indiscreti e nessun gesto concreto.
Così, mentre a Roma si continua a discutere quando restituire i soldi alle imprese o quando varare misure d’emergenza, a migliaia, immersi nel mare delle difficoltà sociali, vedono le onde della crisi aumentare di intensità e l’annegamento prossimo e certo.
Chi ha governato l’Italia negli ultimi dieci anni andrebbe portato davanti la Corte Internazionale per i crimini contro la dignità e accusato di sterminio della speranza i massa.

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Pronti 1600 licenziamenti Gli enti dove si rischia il posto

crocetta, formazione, licenziamenti, PoliticaSono già 635 i dipendenti degli enti che hanno perso il posto di lavoro. Altri 955 verranno messi alla porta già dalla prossima settimana. La denuncia dei sindacati: "Questa è macelleria sociale"


PALERMO - Quasi 1600 lettere di licenziamento incombono sui lavoratori degli enti di Formazione. La crisi del settore, e gli annunci della chiusura anticipata dell'Avviso 20, stanno provocando effetti a catena. “Tuteleremo i lavoratori”, aveva assicurava il governatore Crocetta, nei giorni in cui annunciava l'avvio del procedimento di revoca dell'accreditamento per oltre 40 enti. Revoca che è giunta per uno dei più grossi: lo Ial Sicilia.

Ma adesso, l'allarme è di quelli che fa davvero paura. Gli enti stanno iniziando a licenziare. O meglio, i licenziamenti erano iniziati, in molti casi, già nei mesi scorsi. Ma l'accelerazione è impressionante. I dipendenti già licenziati sono infatti 635. A questi vanno aggiunti i 955 ai quali è già stato notificato l'imminente licenziamento.

“Le dichiarazioni del Presidente Crocetta in Commissione Lavoro all'Ars con le quali ha annunciato il mancato finanziamento della seconda annualità dell’Avviso 20/2011 senza individuare però, ad oggi, un percorso ben definito per la continuità delle attività formative e senza dare le giuste garanzie per il personale, non sono servite a fermare le procedure. Domina l'incertezza, chiediamo subito un incontro alla Regione”. Ad affermarlo è Giovanni Migliore Responsabile Formazione della Cisl Scuola , firmatario insieme a Cgil Uil e Snals, di una lettera per la richiesta di incontro al Presidente della Regione Crocetta e all'assessore alla Formazione Scilabra sulla vertenza Formazione. “Non si può – proseguono i sindacati - fare macelleria sociale. Siamo i primi a chiedere che chi ha sbagliato paghi, ma, certamente, ad avere sbagliato non sono i lavoratori. Chiediamo dunque un confronto urgente per avere certezze per i lavoratori dato che le scadenze dei percorsi formativi e degli sportelli sono imminenti e ancora non vi sono prospettive concrete per i lavoratori”.

Ma ciò che oggi appare più concreto, è il rischio della perdita di lavoro per molti dipendenti.Quasi 1600, come abbiamo detto. Eccoli nel dettaglio, ente per ente. Stando a un prospetto della Cisl-Scuola, infatti, l'ente che interverrà più massicciamente con i licenziamenti è l'Anfe Regionale (anche perché, a dire il vero, uno dei più grossi come organico): sono 172 i lavoratori già licenziati, ai quali se ne aggiungeranno 451 già da venerdì prossimo. Sono già fuori in 347 al Cefop. Mentre l'Aram di Messina, uno di quelli per i quali è stato avviato il procedimento di revoca dell'accreditamento, ha già licenziato 60 dipendenti e sarà costretto a metterne alla porta altri 104 già dal prossimo giovedì. Un altro ente messinese, l'Ancol ha già licenziato 56 lavoratori. Mentre l'Anapia di Palermo si accinge a licenziarne 54 dal 22 aprile, l'Eap Fedarcom di Gela 25, il Centro studi e ricerche Eureka di Palermo 46, il Cufti di Taormina 39, l'Iraps di Catania 118, Informhouse di Palermo 18, l'Ipf di Messina 64.

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Ai confederali non interessa più dei forestali !

Cari amici e colleghi forestali, dopo tanti anni in cui ne abbiamo viste di tutti i colori sono e siamo arrivati alla conclusione di poter dire che ai confederali i lavoratori forestali  non interessano più. Credo che non sia una mia bestemmia , ma una costatazione di fatto essendo il comparto un ente dove da un bel po' di tempo in qua  ha perso mordente e dove nonostante tanti pecoroni continuano a sbavare per forza maggiore. C'è sempre colui o coloro che nonostante vengano martoriati e presi a calci e pugni (metaforicamente parlando)  per un fatto sadomaso siano sempre attratti o delegati per un contratto che hanno firmato a vita:  E' giusto e sacrosanto quando io pago un servizio, che lo abbia garantito in modo chiaro e fruibile, senza scervellarsi più di tanto , come l'operaio forestale è abituato, perché senza offendere nessuno l'operaio forestale è ignorante , quindi deve essere preso per mano e condotto per la giusta via, e che qualcuno si possa occupare di tutti i suoi problemi senza che si scomodi più di tanto. Quindi a maggior ragione oggi, non possiamo risolvere i problemi perché non sono capaci di arrabbiarsi e mettersi al servizio proprio o della loro famiglia per cercare e tentare di fare qualche cosa positiva per il comparto forestale che sta scomparendo senza che nessuno di loro se ne sia accorto. Una morte lenta e a contagocce che per endovena arriverà giorno dopo giorno nel nostro sangue, e quando si sveglieranno sarà troppo tardi !. Ai confederali il forestale non interessa più, ora interessa di più la formazione professionale, il personale della scuola,i pip, lsu, tanti altri precari che sono già spennati o che già sono sotto tiro per eventuale deleghe o trattenute che già sono in preventivo. Si faranno altri inciuci  sottobanco, all'insaputa dei diretti interessati, come fatto per i forestali, dove un comparto che per tanti anni è stato anche un fiore all'occhiello e ha dato da mangiare a migliaia di famiglie, sta rischiando il collasso !, e loro dove sono ? cosa danno ? Aspettano !!, ma cosa ?. che tutto si sbricioli in pochi mesi, perché da come stanno le cose non c'è soluzione. Sarò il primo a complimentarmi se le cose cambieranno per merito loro, ma ho i miei dubbi, perché prima loro passano dal padrone e poi vengono non a discuterla con l'operaio ma  te ne parlano a fatto compiuto, , si devono sapere le condizioni del forestale, cosa chiede. Una volta venivano nei cantieri e gli operai parlavano di cambiare le scarpe, degli indumenti di lavoro, cose sacrosante da chiedere perché la sicurezza è fondamentale, ma abbiamo perso anche questo perché non arriva più niente, le scarpe sono da terzo mondo, niente materiale, niente benzina,niente tute per gli addetti antincendio, tutto rotto e tutto bucato,si lavora con tante cose che sono non in regola, altro che parlare di contratto scaduto da 12 anni o parlare di giornate in più o in meno. Ora non si presentano più in cantiere perché sanno che ci sarà sempre qualcuno che lo attaccherà e gli farà presente qualche problemino, ma nonostante le loro presenza sono degli eventi particolari, a meno che si tratti di rinnovare le tessere, quindi viva tutto quello che si è fatto(niente) e si farà(niente) da ora in poi !. Per fortuna tanta gente ha aperto gli occhi e sta capendo le cose come vanno e cercano di proseguire con altri sindacati di base o per conto proprio, ma non è lo stesso lottare da solo, perché l'unione fa la forza e la lotta paga. Ho visto degli scioperi loro, diciamo che qualche persona la portano in piazza (perché gli passano l'autobus e li prendono da casa). E' come lo sciopero di Berlusconi a Roma, sono partiti autobus dalla Sicilia per raggiungere la capitale, tutto pagato con panino,cappellino e bandiera !!. La gente sempre ignorante è andata non per vedere il berlusca (sarebbe un buon sindacalista per il forestale), ma per andare dal papa e fare una gita a Roma, tanto era tutto pagato !!. Quindi la gente cerca queste cose, purtroppo, non lotta per avere, cercano qualcuno che gli risolva i problemi se ci sono, quindi il forestale fa a caso dei confederali !. Poi si grida per loro (ma ha già tutto risolto il giorno prima o al bar, altro che riunione) e dopo che tutti hanno mangiato il panino con le panelle, possono riprendere il pulmann e tornare a casa, raccontando alle loro famiglie che ora........... non ci sono problemi. !
Ormai  ci conosciamo, siamo cosi !! e pure qualcuno se ne vanta !.       A presto
                         Antonio David

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A Cosenza si riforma il comparto forestale !



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Forestali, in arrivo i primi stipendi



 – Tamponata l’emergenza forestali, si lavora alla riorganizzazione del settore. Ieri mattina, presso la sede del Consiglio Regionale della Campania, faccia a faccia tra il Presidente del Consiglio Regionale Paolo Romano e tutti i capigruppo dei singoli partiti presenti nell’assise regionale. All’incontro hanno partecipato i segretari regionali di Fai, Flai e Uila, unitamente ai segretari territoriali, tra i quali il segretario della Fai Cisl di Avellino Raffaele Tangredi. Unanime la volontà di tutti i gruppi consiliari «di procedere al ritiro dagli atti della finanziaria dei sei emendamenti che modificavano in negativo tutta la Legge 11/96 sulla forestazione». Il sindacato ha ribadito la richiesta «di salvaguardare il processo di stabilizzazione avviato nel 2002 e la garanzia occupazionale per tutti gli addetti del settore».
Il presidente del consiglio regionale si è impegnato, dopo l’approvazione della legge finanziaria, a continuare gli incontri con il sindacato e i capigruppo consiliari, «al fine di creare le basi per una riforma della Legge 11/96 che dia garanzia di finanziamento al settore, allarghi le attività di intervento sul territorio, per una forestazione “protettiva, produttiva e di sviluppo”, per la salvaguardia dell’ambiente contro il dissesto idrogeologico e la lotta agli incendi».
Il sindacato si è poi confrontato con la consigliera Daniela Nugnes, alla quale, oltre a ribadire quanto discusso con i capigruppo consiliari, hanno chiesto di velocizzare al massimo gli accrediti agli enti delegati dei primi 18 milioni di euro. Nugnes ha assicurato «che sono in partenza le note in cui è confermata la firma dell’accordo programma quadro e gli importi da accreditare ad ogni singolo ente delegato». La consigliera, la prossima settimana, incontrerà il sindacato per un approfondimento della fase tecnica di tutte le altre problematiche riferite al settore e l’inizio della discussione sulla riforma della Legge 11/96. Il sindacato non intende abbassare la guardia e, non appena andrà in discussione l’approvazione finale della Legge finanziaria,  saranno in presidio con i lavoratori sotto la sede del consiglio regionale.
Sono stati inoltre programmati per i prossimi giorni, degli incontri con ogni singolo ente delegato e con tutti i lavoratori iscritti, per spiegare nei dettagli lo stato della vertenza. Soddisfatto il segretario della Fai irpina Raffaele Tangredi. «Si è fatta giustizia di quanti, in questi giorni, hanno cercato di confondere le idee del lavoro svoltosi in questi mesi dal sindacato per garantire il futuro di un settore fondamentale per le zone interne ai fini occupazionali».

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Forestale: ritirate dagli scaffali 2000 bottiglie di extravergine


ArezzoWeb.it - La città è online
La settimana scorsa il Corpo Forestale dello Stato ha effettuato controlli a campione in alcuni esercizi commerciali della Val di Chiana per verificare la correttezza di quanto indicato sulle etichetta delle bottiglie di olio extra-vergine di oliva.
Proprio durante uno di questi controlli il personale del Comando Stazione CFS di Monte San Savino ha rilevato la presenza di una etichettatura "ingannevole", contenente cioè indicazioni non rispondenti al vero. 
In particolare andando ad esaminare tutta la documentazione relativa ad un lotto di olio extravergine di oliva IGP "Toscano" presente sugli scaffali di alcuni esercizi commerciali, documentazione fornita dal Consorzio di tutela dell'olio extravergine IGP "Toscano", i Forestali hanno rilevato come l'anno di produzione indicato in bottiglia, il 2011, fosse errato. In realtà l'olio era del 2010. 
Per questo è stata elevata una sanzione amministrativa da 6000 euro a carico dell'imbottigliatore e le bottiglie di olio con etichettatura mendace, circa 2000 pezzi, sono state immediatamente ritirate dal mercato a cura del produttore.
Preme sottolineare come il prodotto fosse sicuramente di ottima qualità e pertanto non vi siano assolutamente problemi di sicurezza alimentare per gli acquirenti: "solo" un'indicazione ingannevole circa l'età dell'olio.
Il consumatore ha però il diritto, soprattutto per un prodotto a qualità garantita, di ricevere indicazioni veritiere circa la natura degli alimenti che acquista.
In un altro controllo, svolto questa volta presso un frantoio, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno rilevato carenze documentali circa la menzione facoltativa "estratto a freddo" e la gestione del registro di carico e scarico, elevando una sanzione amministrativa per 1000 Euro e diffidando i gestori di un frantoio al "riallineamento" dei registri. 

Dalla bottiglia all'olivo, è questo, in estrema sintesi, il controllo di rintracciabilità operato dal personale del Corpo Forestale dello Stato per verificare a ritroso "il viaggio" compiuto dalle olive per trasformasi in olio extravergine. Viaggio documentato per legge in ogni suo passaggio.
Le verifiche diventano più stringenti per i prodotti a marchio DOP e IGP. Chi intende produrre un prodotto di questo tipo si assoggetta infatti ad un sistema di controlli che vengono curati da un organismo di certificazione autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
i prodotti DOP (denominazione di origine protetta) e IGP (indicazione geografica protetta) sono tutelati in tutta l'Unione Europea e vengono realizzati seguendo un disciplinare che fissa le caratteristiche, le zone di produzione, procedimenti produttivi, indicazioni obbligatorie e facoltative per le etichette.
L'indicazione DOP si applica a produzioni il cui intero ciclo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito, viene svolto all'interno di un'area geografica ben delimitata, e quindi, non è riproducibile al di fuori di essa.
IGP è invece il marchio di qualità che viene attribuito ai prodotti agricoli o alimentari per i quali una sola fase del processo produttivo ha un legame con la zona geografica di riferimento, anche se in realtà il disciplinare di produzione dell'olio IGP Toscano pone degli obblighi simili alle DOP. 
L'olio IGP Toscano è una realtà di assoluto rilievo a livello nazionale. Sono oltre 11000 gli iscritti, 306 i frantoi e 605 gli imbottigliatori, per un totale di 3900 tonnellate prodotte nel 2010, di cui circa il 65% vendute nel mercato estero ed il 35% nel mercato interno.

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Sequestrati 1500 kg di alimenti scaduti

Circa 1500 chilogrammi di derrate alimentari conservate in celle di stoccaggio di uno stabilimento di Brindisi sono state sequestrate perché scadute oppure con data di preferibile scadenza superata.
Sequestrati 1500 kg
di alimenti scaduti
Circa 1500 chilogrammi di derrate alimentari conservate in celle di stoccaggio di uno stabilimento di Brindisi sono state sequestrate perché scadute oppure con data di preferibile scadenza superata. Si tratta di succhi di limone, filetti di pomodoro disidratato e basi per focaccia surgelati. Il sequestro e' stato compiuto da uomini del Corpo Forestale dello Stato e da funzionari dell'Ispettorato repressione frodi di Bari.

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Comunità Partenio Valle Lauro, le richieste dei forestali alla Regione

PIETRASTORNINA - Firmato l’Accordo di programma quadro relativo alle opere forestali finanziate con i fondi FSC (Fondi sociali di coesione) con il quale vengono sbloccati i primi 18 milioni di euro che la Regione attraverso i decreti delegati, dovrà trasferire agli enti. 

Intanto ieri si è svolta l'assemblea sindacale di tutti i lavoratori del settore idraulico-forestale della Comunità Montana Partenio Vallo di Lauro a cui hanno preso parte hanno preso parte i segretari provinciali FAI-CISL Raffaele Tangredi, FLAI-CIGL Aniello Vece, il segretario provinciale di Napoli FAI-CISLRaffaella Bonaguro, il delegato del segretario provinciale di Avellino UILA-UIL e rappresentati della RSU/RSA. all’unanimità è stato sottoscritto un documento cin cui si chiede: «l’impegno formale da parte della Regione Campania a reperire ulteriori risorse economiche, oltre quelle ancora non previste e da stanziare per il Piano AIB, da destinare alle attività delegate di cui alla L.R. n. 11/96 senza lasciare, così come si è fatto con questo emendamento, tale onere ai soli bilanci degli ee.dd. che, come è noto, sono quasi tutti in dissesto.

Impegno formale ad effettuare un riparto dei 60 milioni di euro nonché delle ulteriori risorse aggiuntive regionali secondo criteri che non tengano conto della sola superficie territoriale di competenza di ciascun ente ma anche della forza lavoro storica (OTI e OTD) già in forza presso ciascun e.d..
La creazione di una sorta di mobilità regionale degli operai (OTI e OTD) qualora in qualche ente dovessero verificarsi situazioni di deficit ed in altri di surplus di risorse umane. Il riparto e la eventuale mobilità tra Enti dovrà avvenire con una regia unica regionale e solo successivamente si potrà demandare l’organizzazione del lavoro alla contrattazione decentrata. Il tutto come clausola di garanzia per massimizzare il livello occupazionale di ciascun addetto e minimizzare le eventuali eccessive sperequazioni che potrebbero verificarsi.

Il periodo di avvio dei lavoratori a tempo determinato è fissato per l’anno 2013 entro il 30 giungo, per gli anni successivi a partire da marzo ed entro la fine di aprile, salvo particolari eccezioni legate a ragioni tecniche oggettive e debitamente giustificate dai cronoprogrammi dei relativi progetti da realizzare. L’approvazione dell’emendamento così com’è senza il recepimento di alcuna delle osservazioni sopra indicate, lasciando il tutto prevalentemente alla contrattazione decentrata, creerebbe una situazione di grande disagio sociale e di conflitto tra OTI e OTD e operai e chi è chiamato localmente, sia politicamente che tecnicamente, a gestire le attività delegate. Spostare semplicemente il problema dal livello regionale a quello di ciascun ente non vuol dire risolverlo ma innescare una vera e propria guerra tra poveri….noi non lo permetteremo»
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ESCLUSIVA FORESTALINEWS : Ti mandiamo l'elenco delle tue giornate contributive 2012 e del tuo paese via email !!

Cari amici e colleghi forestali ,da oggi forestalinews vi permette( a tutti coloro che sono impossibilitati di farlo personalmente per vari motivi) ,di potere visionare gli elenchi contributivi delle giornate agricole INPS 2012 paese per paese direttamente sul vostro pc. Come !
Per avere gli elenchi basta scrivere nella sezione commenti di questo articolo o mandarci un messaggio su facebook con il nome del vostro paese seguito dalla vostra mail su cui volete riceverli e noi faremo il lavoro al posto vostro !  Affrettatevi perchè il servizio INPS ha limite di visione per 15 giorni.

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Campobello di Mazara, agricoltore muore schiacciato dal trattore


Rocco Calcagno, 69 anni, è rimasto incastrato fra un grosso ramo di ulivo e il trattore sul quale si trovava


CAMPOBELLO DI MAZARA. Un bracciante agricolo di 69 anni, Rocco Calcagno,  è morto mentre stava lavorando in un terreno di sua proprietà, in contrada Sansone, a Campobello di Mazara. E' rimasto schiacciato fra un grosso ramo di ulivo e il trattore sul quale si trovava. Sono
intervenuti i carabinieri.

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Tornano a protestare gli ex operai Fiat


Manifestazione di trecento ex lavoratori dello stabilimento di Termini e dell’indotto davanti a Palazzo d’Orleans. Chiedono risposte sul futuro del polo industriale


PALERMO. Manifestazione di circa trecento ex operai della Fiat e dell'indotto in piazza Indipendenza a Palermo davanti a Palazzo D'Orleans, sede della presidenza della Regione, per chiedere al governo guidato da Rosario Crocetta "risposte immediate sul futuro del polo industriale di Termini Imerese, dove il Lingotto ha chiuso la fabbrica il 31 dicembre del 2011, mettendo tutti i lavoratori in cassa integrazione per cessazione attività per due anni". Le tute blu sono arrivate nel capoluogo siciliano a bordo di 4 pullman, per partecipare alla giornata di mobilitazione proclamata da Fim, Fiom e Uilm. Chiedono di riaccendere i riflettori sulla vertenza. Loro usufruiranno del paracadute sociale fino al prossimo 31 dicembre, poi potrebbero scattare le procedure di mobilità e il licenziamento collettivo. Per quest'anno anche gli ex lavoratori delle ditte dell'indotto, beneficiano degli ammortizzatori sociali in deroga, poi anche per loro si profila il licenziamento.
Agostino Cosentino per 24 anni ha lavorato per Fiat, in catena di montaggio. "Finora - dice - abbiamo ricevuto solo promesse, ma nulla di concreto. Le uniche informazioni che abbiamo, le apprendiamo dalla mezzo stampa. Se non si arriva a una soluzione ad ottobre, tra poco più di sei mesi, quindi, fioccheranno le prime lettere di licenziamento". Tra gli ex operai c'é rabbia e delusione, per una vertenza che si trascina da tempo. Francesco Conte per 32 anni ha lavorato per la Lear, ditta dell'indotto Fiat, che a Termini Imerese produceva sedili. "Percepisco 850 euro netti al mese  di cassa integrazione in deroga - dice l'operaio, 49 anni, sposato e padre di 2 figli -. Riesco ad andare avanti solo grazie all'aiuto dei miei parenti, considerando che le mensilità di gennaio, febbraio e marzo sono state liquidate in un'unica soluzione solo poco tempo fa". 

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