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Sequestra in casa ex compagna e abusa di lei

Sequestra in casa la sua ex compagna e abusa di lei, picchiandola e continuando a perseguitarla anche nella casa famiglia di un comune vicino dove la donna aveva invano tentato di far perdere le tracce al suo aguzzino. L’incubo si è dissolto con le manette ai polsi del ragusano pluripregiudicato Vito Savarino (foto), 40 anni. La vita di una 50enne di Ragusa era diventata un inferno perché il persecutore, nella sua visione distorta, la riteneva colpevole di aver voluto troncare la breve relazione sentimentale intercorsa tra i due. La donna, dopo che l’energumeno l’aveva resa prigioniera nel suo stesso appartamento, usandole violenza, era stata costretta a cambiare casa per tutelare non solo la propria incolumità, ma anche e soprattutto quella del figlio maggiorenne, che Savarino non esitava a perseguitare a sua volta, appostandosi più volte nel luogo di lavoro e seguendolo per convincere la madre a riallacciare la relazione. 

La donna, che era riuscita per qualche tempo a sottrarsi alle attenzioni morbose dello stalker trovando rifugio in una comunità fuori Ragusa, continuava a ricevere una enorme quantità di telefonate e sms da Savarino, che, alla fine, riuscì addirittura a rintracciarla e a portarsela via con la forza, ricominciando con le violenze e le persecuzioni anche ai danni del figlio della donna, giusto per risultare ancora più convincente. Alla fine la 50enne ha trovato il coraggio di denunciare tutto alla Squadra mobile, che, dopo le indagini, ha arrestato lo stalker. Vito Savarino deve rispondere di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni personali aggravate.

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Crocetta sconfessa Zichichi sul Muos Tutta la giunta non è d'accordo con lui

Live SiciliaPALERMO -  Ancora una volta, le uscite tecnico-politiche di Antonino Zichcichi non finiscono di convincere Rosario Crocetta. Il presidente della Regione non esita a prendere nettamente le distanze dal suo assessore, che si era pronunciato sul Muos, il super radar militare che gli americani intendoni realizzare a Niscemi. Crocetta ha comunicato che le valutazioni del professor Zichichi sul Muos "dovranno essere verificate da organismi sanitari abilitati".

"In particolare - ha detto il governatore - penso all'Organizzazione mondiale della sanità o all'Istituto superiore di sanità". "D'altra parte - ha aggiunto - la posizione del governo è sempre stata chiara: pensiamo che il Muos oggi non abbia i necessari pareri sanitari e che i lavori non possano proseguire, né l'impianto essere messo in marcia. Ribadisco che l'affermazione dell'assessore è totalmente non condivisa dal governo regionale nella sua totalità".

Zichichi ieri aveva detto che il Muos, contro il quale la giunta Crocetta sta combattendo una guerra di carte bollate con la Marina americana, non sarebbe pericoloso. "Noi siamo pluralisti - ha detto oggi Crocetta - e non censuriamo la libertà d'opinione della gente".

Ma la divergenza sul Muos non è la prima tra lo scienziato e la giunta. Già nei suoi primissimi giorni da assessore Zichichi aveva scatenato un caso dicendosi a favore del nucleare e di una Sicilia piena di centrali, parole che fecero registrare anche in quel caso una lontananza rispetto al governatore. “Parlavo da scienziato”, disse in quell'occasione Zichcichi. E nel Palazzo c'è chi giura che presto, Zichichi tornerà a farlo a tempo pieno. Dopo le Politiche c'è aria di rimpasto a Palazzo d'Orleans. I nuovi entrati della coalizione di governo scalpitano, e nel toto-assessori in uscita, il più quotato è proprio lo scienziato più imitato da Crozza. Solo rumours, per il momento. Se ne riparlerà dopo il voto.

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Formazione, ‘silurato’ il personale che ha scovato le magagne del Ciapi


LinksiciliaLa rotazione del personale dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale ha camuffato il trasferimento per punizione? Sembrerebbe proprio così a giudicare dall’immobilismo che oggi regna negli uffici svuotati per effetto della ‘deportazione’ di tanti dipendenti decisa dal Governo della Regione. Una ‘deportazione che, a quanto pare, non avrebbe risparmiato anche i dipendenti che avrebbe scavato nel marcio del Ciapi di Palermo Ma andiamo con ordine.
L’atmofera, insomma, è quella dell’interruzione di pubblico servizio. In pratica, non è mai iniziata la riorganizzazione degli uffici del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale. Questo è quanto emerge se si accede al dipartimento per ragioni di lavoro. Il trasferimento del personale non sembra aver apportato alcun beneficio. Semmai emerge un quadro caotico nella gestione amministrativa. Tutto è ingessato, tutto si presenta alla rinfusa: carpette buttate a destra e manca, fascicoli che si rincorrono, raccoglitori contenenti notizie riservate scomparsi nel nulla.
Poi la vicenda del personale. Fino a qualche mese addietro al Servizio gestione, dove si emettono, per esempio, i mandati di pagamento per gli Enti formativi operava almeno una trentina di dipendenti. Oggi non vi è che qualche unità di personale ad avamposto del “fortino”. Uno stato degenerativo della “cosa pubblica” che non ha precedenti nella storia della pubblica amministrazione regionale. Un immobilismo sospettoso che richiama vecchi meccanismi clientelari del recente passato.
La scadenza elettorale del 24 e 25 febbraio prossimo può aver spinto l’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, a frenare ogni cosa? Può darsi. In effetti, non trova alcuna giustificazione che, ad un mese dal trasferimento del personale, nulla si sia fatto per riorganizzare gli uffici dell’assessorato.Allora sembrerebbero fondate le voci secondo le quali, da un lato, l’assessore Scilabra avrebbe ricevuto pressioni politiche per tenere fermi i pagamenti agli Enti formativi fino al termine delle elezioni. E, dall’altro, avrebbe chiuso un occhio su uno strano fenomeno. Quale?
Negli uffici del dipartimento Formazione professionale continuano ad operare dipendenti regionali e tecnici esterni all’amministrazione regionale “devoti” all’ex dirigente generale, Ludovico Albert, agevolati dalla continua assenza della dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale ad interim di questo dipartimento, troppo impegnata nei tantissimi incarichi apicali ai vertici della burocrazia regionale. Considerato che Albert brigherebbe per rimettersi a capodell’ambito dipartimento e sarebbe pronto a subentrare alla Corsello ad elezioni politiche vinte dal Pd, i suoi prodi e fedelissimi soldati spingerebbero per “congelare” ogni attività in attesa del ritorno dello “sceriffo”. Questo giustificherebbe il silenzio calato su questo scandaloso stato di cose.
Va ricordato che, sempre ad oggi, torniamo a sottolinearlo per la gravità degli effetti sui livelli occupazionali del settore, sono ferme le emissioni dei mandati di pagamento sull’Avviso 20/2011 in favore degli Enti gestori. Fermi i pagamenti del primo 25 per cento, ma anche del secondo. I lavoratori della formazione professionale, stante i fatti, avranno da aspettare, forse, la “manna dal cielo”.
Tutto questo nonostante le rassicurazioni del Governo regionale. Passeggiando per i corridoi dei piani dell’assessorato Istruzione e Formazione professionale, invece, si respira aria di disorientamento e smobilizzo. Qualche assiduo frequentatore degli uffici paventa il rischio che nulla sia cambiato. Cosa significherebbe? In pratica, facendo due conti, sarebbero stati allontanati dirigenti e funzionari regionali “poco ubbidienti”.
Eclatante sarebbe il caso di alcuni dirigenti di servizio che sarebbero stati ‘silurati’ per avere deciso, carte alla mano, la chiusura della “macchina mangiasoldi” chiamata Ciapi. L’Ente di formazione della Regione siciliana, è noto, è finito nel mirino dell’autorità giudiziaria causa un ‘festival’ di probabili reati civili e penali in corso di accertamento. Una bella responsabilità, quella di “silurare” dirigenti regionali che hanno fatto il proprio dovere smascherando un sistema clientelare fatto di corruzione e frode comunitaria. Però i conti tornano: uomini del Pd che ‘silurano’ i dipendenti del settore e hanno scovato le magagne di un Ente, ilCiapi di Palermo, che era diventato un feudo clientelare della stesso Pd.
In tanti si chiedono allora quali siano le reali intenzioni dell’assessore Scilabra e dei suoi amici pidiessini (leggere Giuseppe Lumia). Come si può gestire un assessorato così complesso e articolato senza personale e senza la benché minima idea di gestione di un pubblico servizio? L’allarme occupazionale, lanciato nelle scorse ore sia dall’associazione Confap Sicilia, che associa tutti gli Enti no profit cattolici che erogano la formazione ai giovani in obbligo scolastico, sia da Forma Sicilia, che associa oltre il cinquanta per cento degli Enti formativi operanti in Sicilia, deve fare riflettere.
Gli Enti siciliani sono pronti a chiudere le sedi formative. Eppure, a guardare all’attuale andazzo degli uffici di questo dipartimento non si respira aria di emergenza. Anzi, come già ricordato, i corridoi e le stanze sono semi vuote. Sorge un dubbio: il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, è a conoscenza di questo stato di cose? Ne è consapevole?
Il Governo, in questi giorni, sta compiendo ogni sforzo per salvare i lavoratori della formazione professionale licenziati da un sistema perverso, messo in piedi dal precedente Governo regionale di Raffaele Lombardo in combutta con il Pd. Che soluzione è quella di disporre, così sembrerebbe, il trasferimento dei fascicoli dall’assessorato ai centri per l’impiego dislocati lungo l’Isola, per procedere alla chiusura dei rendiconti, fermi in alcuni casi da dieci anni, quando nessun pagamento viene effettuato a chi, tra gli enti formativi, ha operato correttamente? Il sistema formativo, in questa maniera, è destinato entro brevissimo tempo a chiudere.
Non si può pensare solamente a controllare, ispezionare, denunciare il marcio senza mettere in campo gli strumenti di salvaguardia del sistema, dei livelli occupazionali e degli obiettivi didattici. Sorge allora il dubbio che gli annunci diretti al salvataggio di quasi seicento lavoratori, a cominciare da quelli del Cefop, possa essere solamente una trovata pubblicitaria pre elettorale pensata sempre all’interno dei soliti ambienti politici.

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Partecipate mangiasoldi, Crocetta prepara la dieta Ne resteranno in vita soltanto tre

anna rosa corsello, corsello, crocetta, partecipate, polizzotto, PoliticaIl governatore fissa per i primi giorni di marzo l'azzeramento del sistema delle partecipate, con dismissioni e accorpamenti. Nei ruoli chiave delle società anche diversi suoi fedelissimi.

PALERMO - “Le chiudiamo. Chiudiamo le Partecipate. Sono società mangiasoldi”. Il governatore salta sul trampolino dello scandalo Ciapi, e alza l'asticella un po' più in su. Nei giorni del suo insediamento, infatti, aveva puntato l'indice contro le società in liquidazione: “Le elimineremo”. Adesso, l'obiettivo è più ampio: la Regione cede le proprie quote della maggior parte delle società partecipate. “Di quasi tutte – precisa Crocetta – così risparmieremo un mare di soldi tra cda sciolti, affitti ai quali rinunceremo e consulenze incomprensibili e onerose”.

E a Live Sicilia il governatore fissa anche i tempi di questa nuova tappa della sua personalissima rivoluzione: i primi giorni di marzo. In quei giorni, una delibera del governo dovrebbe azzerare, o quasi, il sistema delle partecipazioni regionali. “Stiamo pensando – spiega il capo della segreteria tecnica Stefano Polizzotto – di ridurre le società a due, massimo tre asset. Tre macro-società, distinte per ambiti: quello tecnologico e quello dei servizi, certamente. Tutte le altre società verranno sciolte e affidate a un liquidatore unico”. E i dipendenti? “Saranno inglobati nelle nuove maxisocietà, che estenderanno i propri compiti. Così, risparmieremo su spese di gestione e indennità nei Consigli di amministrazione”. “Dovremo creare – spiega Crocetta – dei contenitori sani. Per questo abbiamo già da qualche settimana avviato un censimento su tutte le società, per comprendere bene il loro stato di salute”.

Tagliare, tagliare, tagliare, dunque. Via i commissari, via i Consigli di amministrazione, via i consulenti. Ma chi sono i commissari, i consiglieri, e i consulenti? Un esempio è fornito da quella che è, alla luce della recente fusione, la più grossa delle società partecipate regionali. Si tratta della Sas (Servizi ausiliari Sicilia). Un'azienda sorta, dopo lunghe contrattazioni con i sindacati, e comunque nel quadro del piano di riordino e riduzione delle società avviato nella scorsa legislatura dall'assessore all'Eonomia Gaetano Armao, dall'unione di tre società: Biosphera, Multiservizi e Beni culturali Spa. Come detto, però, mentre nasce la Sas, le altre società devono completare il proprio processo di liquidazione. E a guidare il processo di liquidazione, in qualità di commissario, sia della Multiservizi che di Biosphera, è Anna Rosa Corsello. Attualmente a capo anche di due dipartimenti importanti come quello del Lavoro e (ad interim) quello della Formazione professionale, recentemente la dirigente, assai apprezzata dal nuovo governo (a dire il vero, anche da quello precedente) è stata scelta per commissariare il Ciapi. Il mega ente di Formazione finito nella bufera dopo l'indagine della guardia di Finanza sui soldi che sarebbero stati dati ai politici per finanziare la campagna elettorale, e che ha spinto il presidente Crocetta a dire “basta! Usciamo dalle partecipate”. Società mangiasoldi anche per via degli affitti. “E allora perché – denuncia Michele D'Amico, del sindacato Cobas Codir – il presidente non chiede al commissario Corsello di revocare l'affitto per la ormai inutile sede di Multiservizi in viale Michelangelo? Costa 20.800 euro al mese”.

Per il ruolo di commissario liquidatore di Multiservizi, intanto, Anna Rosa Corsello, stando ai documenti reperibili alla Ragioneria generale, si è assicurata un'indennità di quaranta mila euro lordi annui per Multiservizi e di venticinque mila euro per Biosphera. Per guidare verso il parcheggio una macchina che, di fatto, non cammina più.

A far “camminare” la società, e a far lavorare i dipendenti, invece, penserà il cda della nuova Sas. A guidare la società, dall'agosto dell'anno scorso, è Giuseppe Di Stefano. Per lui – stando al sito ufficiale della società – ecco una compenso annuo da 40 mila euro lordi. Di Stefano è considerato molto vicino all'ex presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona. Il deputato regionale eletto con Grande Sud, ma passato recentemente “alla corte” di Rosario Crocetta, aderendo, in viste delle Politiche, non a caso, a un movimento di moderati di centrosinistra (di Portas). Nel cda, resta l'ex presidente Gianni Silvia, dirigente che ha ricoperto anche il ruolo di vice capo di gabinetto dell'ex governatore Lombardo. A chiudere la compagine dei consiglieri, ecco una persona vicinissima al governatore. Si tratta di Stefano Polizzotto, dal dicembre scorso capo della segreteria tecnica, e avvocato legatissimo a Crocetta fin dai tempi dell'elezione a sindaco di Gela, giunta grazie a un ricorso vinto dall'avvocato. “Ma la mia presenza è legata proprio – spiega il collaboratore di Crocetta – al piano di assorbimento, all'interno della Sas, delle altre società. Ha quindi un tempo e uno scopo limitato”. Per Polizzotto, così come per Silvia, ecco intanto un'indennità da trenta mila euro lordi.

Niente a che vedere con l'altra “origine dello spreco”, come ha indicato Crocetta: i consulenti.E a dire il vero, la Sas gode dei servizi di quello che è un consulente storico di Multiservizi. E che ha proseguito il suo rapporto anche con la nascita della nuova società. L'avvocato Claudio Alongi, infatti, per le consulenze tutt'ora attive, costerà complessivamente diciannove mila euro. Alongi, come è noto, è il marito del Segretario generale Patrizia Monterosso. In passato, per lui, una consulenza da 16 mila euro l'anno. Chissà se anche quella somma è ritenuta uno spreco dal governatore.

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si tira la cinghia!


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Siciliani sotto shock dal caso Ciapi !


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Scandalo "El Ciapi" - Che vergogna !


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Censimenti degli alberi e piante per ogni bambino: presentata la legge sugli spazi verdi

Presentata stamane nella sala ovale di Palazzo Zanca la neonata legge sullo sviluppo degli spazi verdi urbani. Previsto un albero piantato per ogni bambino nato o adottato e anche un “censimento” delle piante presenti nei grandi centri abitati



Nuovo vigore alle politiche di rispetto del verde e sostenibilità ambientale. A dare un significativo input al decollo di quella rivoluzione culturale fortemente auspicata soprattutto a livello internazionale, la legge 10 del 2013, presentata stamane presso la sala ovale del Comune di Messina durante una conferenza stampa.
Il quadro normativo, pubblicata già il 1° febbraio sulla Gazzetta Ufficiale e relativo allo “Sviluppo degli spazi verdi urbani”, è entrata in vigore lo scorso 16 febbraio, dando un forte segnale a tutte le aspettative di risanamento ambientale che da tempo attendevano un riscontro di legge.
Alla seduta di stamattina che è servita da utile strumento per individuare le prioritarie linee direttrici del nuovo prodotto legislativo, hanno preso parte anche i rappresentanti di diverse associazioni ambientaliste tra cui Domenica Lucchesi, referente per l’Ambiente dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente Sicilia, Margrene Raimondi, della segreteria del Centro di Educazione Ambientale di Messina, Antonietta Mondello Signorino, presidente di Italia Nostra Messina, Felice Amato, dell’Associazione Ambiente e Vita e Antonio Magauda, per Fare Verde e Vento dello Stretto. A testimoniare poi l’interessamento delle amministrazioni cittadini, sono intervenuti anche il presidente del consiglio Comunale di Messina, Pippo Previti, il presidente dell’Ordine Agronomi e Forestali di Messina, Felice Genovese e il dirigente tecnico responsabile all’educazione ambientale dell’Ispettorato forestale di Messina, Ettore Lombardo.
Illustrate le avanguardistiche iniziative che la legge ha approntato al fine di sollecitare una maggiore sensibilizzazione nei confronti della cura del territorio e della prevenzione. E’ così prevista la creazione di spazi verdi all’interno dei centri urbani per dare slancio alle politiche di sostenibilità ambientale contribuendo al contempo a una maggiore vivibilità delle aree maggiormente esposte alle nocive esalazioni dei gas di scarico. Inserite nel programma di rinnovamento supportato dalla norma, anche iniziative di contenimento del consumo del suolo, la riqualificazione degli edifici attraverso il rinverdimento delle loro pareti, la prassi consistente nel piantare un albero per ogni bamino nato o adottato, infine la creazione di un vero e proprio censimento degli alberi, compresi quelli monumentali e storici, all’interno delle grandi città che verrà operato dal sindaco alla scadenza del suo incarico per consentire un’agevole visualizzazione dei progressi compiuti dalla sua gestione in merito al bilancio arboreo, verificando, dunque, il reale impegno profuso a favore del verde cittadino durante il suo mandato.
La nuova ottica sembra porsi perfettamente in linea con le indicazioni sulla prevenzione del dissesto idrogeologico, il miglioramento della qualità dell’aria e la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero, fornite dal protocollo di Kyoto e verso le quali era già stata mostrata una prima apertura con l’istituzione della Giornata nazionale degli alberi, fissata il 21 novembre.
Entusiasti i vertici nazionali che hanno espresso la loro piena approvazione nei confronti della neonata legge. “Un passo importante per lo sviluppo sostenibile delle città italiane e per diffondere la cultura del verde” – ha commentato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. Gli ha fatto eco Ermete Realacci, relatore del testo alla Camara, secondo cui “la legge sugli spazi verdi è un utile strumento per la crescita del verde architettonico e contribuisce allo sviluppo urbano sostenibile e alla bellezza delle nostre città”.
Sulla scia dei recenti interventi normativi, ha visto la luce anche un Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, dotato di compiti di monitoraggio, controllo e promozione. Starà adesso a Regioni, Province e Comuni far si che l’incontro di intenti non resti ingabbiato nelle maglie della sterile carta stampata ma usufruisca di concreti interventi per una sua effettiva realizzazione. (Sara Faraci)Sara Faraci

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L'operaio forestale deve .......

Cari amici e colleghi forestali , gli eventi che si susseguono e che giornalmente notiamo con una aspettativa che non si sblocca , è soltanto uno dei tanti problemi che noi forestali ci portiamo da tempi passati, cioè la mancanza di lotta !. Sappiamo bene che niente si ottiene senza far niente e se la mattina non ci si alza, difficilmente possiamo avere dei benefici a nostro favore almeno che, ci si arrangia diversamente per motivi altrui che sappiamo bene che non stiamo ad elencare. Se una volta qualcuno, cioè i nostri predecessori ha fatto qualcosa costruttiva per noi, oggi noi siamo proprio quelli che la stiamo distruggendo perché non abbiamo le "palle" per scendere in campo e saperci ribellare a questa musica che non cambia. Tutto questo và a vantaggio dei confederali che non aspettano altro che noi stiamo calmi e facciamo il loro gioco, cioè l'essere "muti come i pesci".  Certamente non possiamo avere una cosa se non la si chiede, o e se lo si chiede attraverso altre persone, secondo me non è corretto verso la propria persona principalmente perché si tira indietro dei suoi doveri di cittadino !. Quando si organizza una manifestazione di sciopero di assemblea o di sit in, è giusto che ognuno di noi faccia il proprio dovere di essere presente a tale scopo, prima come cittadino e lavoratore di un settore che vuole qualcosa che gli spetta, e poi per dare vita a una lotta che sicuramente porta verso se stesso e verso altri dignità e rispetto delle regole, che oggi purtroppo non esistono più. Quindi aspettare che qualcuno lo faccia al posto tuo è un modo vigliacco e irriguardoso verso se stesso non verso colui che porta le notizie al mulino degli assenti, perchè nessuno è "fesso" e tutti oggigiorno siamo nelle stesse condizioni di vita, chi più di meno, quindi la presenza è un "obbligo" morale e civile. Se poi noi non abbiamo la necessita di interessarci dei nostri problemi, siamo liberi di fare quello che vogliamo, specialmente quando abbiamo delle entrate di pensioni o redditi che riceviamo da terzi la situazione diventa ancora più grave secondo me perchè andiamo a sfavore dei nostri colleghi che non hanno questi benefici vivere e vivere con sussidi  altrui credo che non sia un  merito, sapendo che possiamo farlo chiedendo nelle sede opportune il rispetto di ciò che ci tocca, come gli stipendi e il lavoro. Starsene a casa aspettando che qualcuno dia le notizie non è bello e gratificante che ti imboccano le notizie via chat e via email, questo lo fanno i confederali, perchè basta una persona che parla per tutti, una persona che pensa per te !. No questo, non mi piace, dobbiamo insistere tutti e dico tutti a lottare in piazza e non dietro i mezzi di comunicazione specialmente ora (da voci che circolano)che in provincia di Messina sia stata chiesta la cassaintegrazione per gli OTI e, questo non aiuta altro a pensare che le cose possono solo peggiorare e, partendo per gli operai a tempo indeterminato , pensiamo cosa possa succedere a tutti gli altri a tempo determinato !. Solo guai su guai, quindi riflettete bene su cosa succederà se le cose non cambiano, e da quello che si sente in giro, le notizie non sono buone per nessuno, non parliamo ne di garanzia ne di accordo ne di spettanze dovute! Chi tace acconsente, è siccome qualcuno vuole questo (sapete a chi mi riferisco), almeno io non lo voglio ed essendo un padre di famiglia che devo vivere di forestale devo scendere in campo, nonostante gli altri aspettano anche le mie notizie ! Questo non và bene più per nessuno. Svegliamoci da queste lungo letargo , i mesi passano e i soldi sono finiti, scendi in piazza a lottare per te non per gli altri, unisciti a coloro che parlano al posto tuo, perchè solo ognuno di noi può risolvere il proprio problema !  Alla prossima
                                              Antonio David

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La rabbia degli operai forestali contro Caldoro: Basta parole, vogliamo i soldi

AVELLINO - “Non deve andare via”, “Caldoro ci dia i nostri soldi”, “Basta promesse e parole, vogliamo i nostri stipendi”, “Non ce la facciamo più, le nostre famiglie sono a rischio”. 

Sono queste le frasi più forti che i lavoratori delle varie Comunità Montane dell’Irpinia lanciavano all’indirizzo del Governatore della Campania che, in Prefettura, ha ricevuto i sindacati ed un gruppo di lavoratori. Presenti all’appuntamento anche la consigliere all’agricoltura della Regione Campania Daniela Nugnes e il commissario in pectore della Provincia di Avellino Raffaele Coppola. Varie le tematiche discusse, ma le più urgenti sono state, senza dubbio, i ritardi, ormai di mesi, nei pagamenti in particolar modo per i lavoratori forestali della Provincia e della Comunità Montana Terminio Cervialto. E mentre si discuteva del loro futuro in corso Vittorio Emanuele andava di scena la protesta rabbiosa dei lavoratori che non le mandano a dire a politica, istituzioni e sindacati.

«Si offende la dignità umana delle persone - dice Francesco Tartaglia della Comunità Montana Alta Irpinia - perché, ormai, in alcuni casi, è da più di diciotto mesi che non si percepisce lo stipendio. In alcuni casi è a rischio il mantenimento della status di famiglia per la mancanza di soldi a sufficienza. Inoltre non tenendo presente l’importanza della forestazione non si considera la necessità di preservare l’ambiente ed il territorio. Questo la Giunta regionale lo sa e lascia nel degrado più assoluto un intero territorio. E’ una cosa gravissima». 

Tristezza, commozione e tanta rabbia anche nelle parole di Angelina Grieco che lancia accuse alla classe dirigente spiegando che non ci sono i soldi neanche per mangiare. 
«Sono diciassette mesi che, ormai, non prendiamo lo stipendio - denuncia Grieco - e non abbiamo più la forza di mandare avanti la nostra famiglia. Ci sono bollette di qualsiasi genere da pagare, rate dei mutui con la banca da onorare e tante spese che non riusciamo più a sostenere. Ormai i negozi, fino alle salumerie ed alle mercerie, non ci fanno più credito perché non hanno più fiducia in noi. Abbiamo difficoltà anche per comprare le medicine e spesso e volentieri non riusciamo neanche a curarci. 
Non ne possiamo più vogliamo risposte e non le solite parole. I sindacati devono dirci come stanno le cose perché, ormai, si sta offendendo, senza nessun pudore, la nostra dignità di donne, uomini e lavoratori».

A partecipare alla manifestazione di protesta anche l’operaio forestale Luigi Cucciniello.
«Siamo ad un punto di non ritorno - spiega Cucciniello - si continua a parlare ed a fare proclami, ma non si riesce a trovare una soluzione concreta alla problematica. Non riesco a capire perchè, dopo tante discussioni, non si è pensato a dar vita ad una programmazione ed una riorganizzazione seria della forestazione per rilanciare con concretezza il settore e tutelare sia i lavoratori che l’ambiente ed il territorio».

Dalle parole dei lavoratori emerge tutta la delusione, infatti, più di un operaio ha proposto lo sciopero del non voto, mentre, qualcun altro proponeva di bloccare la macchina del Governatore Stefano Caldoro, ma ancora una volta il senso di responsabilità e la civiltà delle popolazioni altirpine ha avuto la meglio su altri pensieri ed il massimo esponente di Palazzo Santa Lucia ha lasciato indisturbato la Prefettura di Avellino.
I lavoratori, con il loro dolore e feriti, ancora una volta, nella loro dignità di uomini, hanno continuato la discussione con i sindacati i quali hanno spiegato loro che nelle prossime ore dovrebbe sbloccarsi il tutto per i 18 milioni di euro che dovrebbero, almeno, alleviare le difficoltà economiche dei lavoratori. Lunedì, secondo gli accordi presi, dovrebbe essere il giorno decisivo, ma sembra che, vista la rabbia dei lavoratori lunedì possa essere proprio l’ultima data disponibile per provare a risolvere, anche se in parte, la questione. In caso contrario sarà protesta. Protesta vera. 


Tangredi (Cisl): è necessario sbloccare i 18 milioni di euro

Presente all’incontro in Prefettura il segretario provinciale della Fai Cisl di Avellino Raffaele Tangredi che, alla fine dell’appuntamento, tra mille difficoltà legate alla rabbia degli operai, ha provato a far capire ai lavoratori l’esito della riunione. 
«Abbiamo avuto un incontro importante con Caldoro - dice Tangredi - anche alla presenza dell’assessore Daniela Nugnes, e del commissario della Provincia di Avellino Coppola. Si è discusso della questione di stretta attualità che riguarda il pagamento degli stipendi arretrati ai lavoratori forestali, ma anche di programmare il futuro della forestazione in generale. Per il presente si è parlato dei 18 milioni di euro che dovrebbero sbloccarsi nei prossimi giorni, infatti, Caldoro ha spiegato che i dirigenti ministeriali sono a lavoro per garantire, al massimo per lunedì, i fondi promessi. Per il futuro c’è da dire che anche per il 2013 sono stati confermati i 60 milioni di ex fondi Fsc che oggi prendono il nome di Pac. A questi si dovrebbero aggiungere i 19 milioni non utilizzabili per il 2012 e si arriverebbe a più di 90 milioni di euro. Abbiamo discusso anche della possibilità di sbloccare la legge 55 e la 42 che porterebbero una certa quantità di fondi, ma la cosa più importante, al momento, è che nel giro di qualche giorno si possano sbloccare quei fondi che faranno respirare i lavoratori».

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Comunicato stampa


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Ciapi, Crocetta: “La realtà supera l’immaginazione”


Si annuncia come un terremoto l’inchiesta che ha travolto il Ciapi,  uno degli Enti strumentali storici della formazione professionale di proprietà della Regione. 
Il Governo Crocetta si appresta a chiuderlo, scrivendo la parola fine ad  una brutta pagina dove formazione professionale e comunicazione si incrociano vergognosamente.
E i nomi delle persono coinvolte, al momento, sono noti solo in parte.  Si sa, infatti, come vi abbiamo raccontato qui, che l’inchiesta ha intrecciato quella sui Grandi Eventi. Ma, secondo le prime indiscrezioni, ci sono anche altre  società di comunicazione e pubblicitarie, oltre a quella di Fausto Giacchetto, coinvolte. Società dal curriculum non proprio cristallino.
Nell’attesa di ulteriori conferme sui nomi, è il Presidente della Regione ad intervenire di nuovo sul caso:
“Investigando sui primi bilanci del Ciapi, il Governo Regionale scopre – come afferma il Presidente della Regione siciliana Rosario
Crocetta- che c’è di tutto: hanno pagato due consulenti assunti in periodo di blocco delle assunzioni, imputando la spesa al capitolo riservato al pagamento della tassa per i rifiuti solidi urbani; hanno effettuato mandati di pagamento nei confronti di terzi, senza copertura finanziaria e senza preventivo impegno di spesa producendo danno erariale; hanno speso euro 3.794.856,29 per spese in annunci pubblicitari ( neppure la FIAT): hanno effettuato l’assunzione di ben 278 persone senza alcuna selezione pubblica spendendo euro 8.969.649, per un progetto che non ha raggiunto alcun risultato”. Crocetta annuncia altri clamorosi dati appena verrà concluso l’esame delle documentazione.

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Inchiesta sugli sprechi del Ciapi la finanza denuncia 12 politici


Secondo la ricostruzione degli investigatori del nucleo di polizia tributaria avrebbero ricevuto contributi per la campagna elettorale da società che si occupano di formazione e comunicazione. Gli esponenti politici denunciati per finanziamento illecito dei partiti

Repubblica Palermo
Inchiesta sugli sprechi del Ciapi la finanza denuncia 12 politiciLa Guardia di finanza ha concluso l'indagine sugli sprechi del Ciapi, uno dei più grandi enti di formazione siciliani. In un rapporto di mille pagine gli  investigatori del nucleo di polizia tributaria di Palermo sollevano anche il caso di alcune campagne elettorali che sarebbero state finanziate in modo illecito da alcune società che operano nel settore della formazione e della comunicazione. I finanzieri hanno denunciato complessivamente 40 persone. Ventotto sono ex amministratori e funzionari dell'ente che avrebbero trasformato il Ciapi in un carrozzone mangiasoldi. Dodici sono invece esponenti politici, chiamati in causa per le regionali del 2008 e le comunali del 2012. 

Nella lista della Finanza ci sono cinque ex assessori regionali al Lavoro e alla Formazione: Carmelo Incardona, An, che ha ricoperto l'incarico fra il maggio 2008 e il maggio 2009; Luigi Gentile, Pdl, in carica dal maggio al settembre 2009; Santi Formica, Pdl, assessore fra il 2006 e il 2007; Francesco Scoma, Pdl, assessore fra il 2004 e il 2006 e Nicola Leanza, che a capo degli uffici del Lavoro e della Formazione è stato per pochi mesi nel 2010, oggi è invece capogruppo dell'Udc. La Guardia di finanza ha denunciato anche Francesco Cascio, pure lui del Pdl, nella scorsa legislatura presidente dell'Assemblea regionale. Poi, Gaspare Vitrano, l'ex deputato regionale del Pd sotto processo per concussione, per aver intascato mazzette riguardanti appalti del settore fotovoltaico. 

La lista dei denunciati prosegue con Salvino Caputo, deputato del Pdl all'Ars e capogruppo al Senato di "Fratelli d'Italia". Seguono: Nino Dina, deputato regionale dell'Udc; Mimmo Di Carlo, del Pid; Salvo Alotta, del Pd, ex vice presidente vicario del consiglio comunale e Gerlando Inzerillo, ex congliere comunale di Grande Sud. Gli ultimi due esponenti politici erano candidati alle ultime elezioni per Sala delle Lapidi, ma non sono risultati eletti. 
 

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Caso Forestali Arrivano soldi per gli operai


ROCCADASPIDE. Anticipazione di cassa per gli operai idraulico forestali della comunità montana Calore Salernitano senza stipendio da oltre un anno. Il provvedimento è stato deciso nel corso dell’inco...

ROCCADASPIDE. Anticipazione di cassa per gli operai idraulico forestali della comunità montana Calore Salernitano senza stipendio da oltre un anno. Il provvedimento è stato deciso nel corso dell’incontro tenutosi ieri presso l’ente tra il presidente Angelo Rizzo, le organizzazioni sindacali e una delegazione dei lavoratori. A spiegare come è andata, è uno degli operai, Edi Cembalo. «L’ente ha dato la disponibilità – evidenzia Cembalo – di utilizzare le risorse della tesoreria per circa 330mila euro su un totale di 530mila euro. Altri 200mila euro sono bloccati a causa dei pignoramenti degli atti ingiuntivi avviati dai dipendenti per il mancato pagamento delle spettanze dovute pregresse».
In base ad una prima stima, questa anticipazione di cassa consentirà ad ogni lavoratore, in totale sono circa 200, di percepire intorno ai 1600 euro, nell’attesa che siano erogati materialmente i fondi regionali, così come ha assicurato il presidente Stefano Caldoro. «Non è una gran somma ma almeno darà ai lavoratori una boccata di ossigeno – evidenzia Cembalo – soprattutto per coloro che si trovano a vivere in condizioni di forte indigenza. Un’ulteriore problematica è il ritardo della rendicontazione della nostra contabilità. Tanto per fare un esempio ancora non sono stati conteggiati dall’ente montano i lavori effettuati nell’ambito del programma di sviluppo rurale. Opere finite lo scorso anno che ammontano a circa un milione di euro che dovrebbe essere destinato a noi. Ma per inerzia dei funzionari nulla è stato fatto. Per il momento ci accontenteremo di questa anticipazione che rappresenta, rispetto alle spettanze dovute, che fanno riferimento al 2012 e parte del 2013, una vera elemosina». Gli operai non escludono altre proteste eclatanti qualora il problema non si dovesse risolvere definitivamente.


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Vertenza Forestali


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Esito incontro sindacati



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Forestali, oggi ad Avellino arriva Caldoro

AVELLINO - Giornata chiave per la protesta dei forestali quella di oggi. Infatti dovrebbe arrivare ad Avellino, per la campagna elettorale, dopo una lunga assenza, il governatore della Campania Stefano Caldoro che dovrebbe partecipare ad un evento del Pdl alla presenza dei senatori Nitto Palma, Renato Schifani e Cosimo Sibilia e dell’onorevole Mara Carfagna

Gli operai forestali ed in particolar modo coloro che non percepiscono stipendi da molti mesi, però, non vogliono sentir parlare di campagna elettorale, ma hanno il solo obiettivo di far rispettare la loro dignità di lavoratori e di uomini. Ecco perchè, secondo le indiscrezioni, almeno che il Governatore non sia disposto ad accoglierli prima, potrebbe esserci una grande protesta per l’arrivo del numero uno di Palazzo Santa Lucia. 
La rabbia e l’esasperazione dei lavoratori, ormai, ha raggiunto il limite e c’è una forte preoccupazione per una loro eventuale reazione ad un ennesimo rifiuto di Caldoro. Per questi motivi, con ogni probabilità, con gli operai ci saranno i segretari provinciali della Flai Cgil, Fai Cisl e della Uil che staranno con i lavoratori per cercare di frenare la loro rabbia e rappresentarli per i loro diritti. 

Decisa la posizione di Aniello Vece della Flai Cgil. L’ex presidente della Provincia preme per un incontro da tenersi in Prefettura nel pomeriggio. 
«La nostra posizione è chiara - dice Vece - siamo sulla stessa lunghezza d’onda del nostro segretario regionale Giuseppe Carotenuto e siamo arrabbiatissimi per la mancata erogazione e di quei 18 milioni di euro che andrebbero soltanto ad alleviare la sofferenza umana ed economica dei lavoratori che non percepiscono lo stipendio, ormai, da più di quindici mesi».

Saranno tanti i lavoratori forestali presenti nei pressi del Viva Hotel. Ad esprimere tutta la sua rabbia è la signora Maria Anna Gloriante.
«Noi lavoratori abbiamo deciso - dice Gloriante - di recarci nel posto in cui Caldoro avrà il suo incontro elettorale perchè vogliamo guardarlo negli occhi e chiedergli di lavorare ed impegnarsi per tutelare il nostro territorio le nostre Comunità Montane, ma soprattutto la dignità e la serietà di noi lavoratori che siamo senza stipendio, ormai, da più di quindici mesi. Non ce la facciamo più perchè tutti abbiamo famiglia e non sappiamo più come andare avanti. 
Personalmente ho un marito disoccupato e tre figli e non so come fare perchè è da mesi che siamo senza soldi non riuscendo a risolvere nessun problema. Stiamo notando che i politici che vengono a chiedere il voto di tutto parlano tranne che di stipendi e dei soldi che dobbiamo avere. Ecco perchè è sempre più certo che non voterò a nessuno».

A fare eco alle parole di Maria Anna Gloriante è la sua collega Luigia De Biase che spiega la sua situazione drammatica. 
«Sarò la prima ad andare da Caldoro - dice De Biase - perchè vogliamo far capire al Governatore il dramma che stiamo vivendo e le difficoltà che affrontiamo ogni giorno senza stipendi e senza la possibilità di spendere un solo euro. Personalmente sono vedova perchè mio marito è morto cinque anni fa ed ho un mutuo sulle spalle con la banca che preme per il pagamento delle rate. La situazione è ormai insostenibile e si corre il rischio di rimanere in mezzo alla strada. Non ce la facciamo più e se ci ammaliamo, come è successo, non siamo in condizione neanche di acquistare i medicinali».

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Forestali, domani i sindacati a Napoli dalla Nugnes per i fondi Fsc

NAPOLI - Domani a Napoli i segretari regionali della Flai Cgil, Giuseppe Carotenuto, Fai Cisl, Carmine Santese Rivetti della Uil incontreranno il consigliere regionale delegato per l’agricoltura,Daniela Nugnes, per fare il punto della situazione dopo gli impegni assunti la scorsa settimana, quando fu sottoscritto un verbale nel quale la regione Campania si impegnava a versare subito la somma di diciotto milioni di euro nel settore della forestazione. 

Il tutto doveva servire e sarà utile per provare ad alleviare la sofferenza umana ed economica dei lavoratori che, in alcuni casi, non percepiscono lo stipendio da più di quindici mesi come accade alla Comunità Montana Terminio Cervialto. Il tutto è subordinato alla chiusura dell’accordo di programma, rispetto al quale c’è il rischio di un ritardo. C’è da dire che da domani in poi questa tipologia di riunioni dovrebbe svolgersi ogni settimana per fare il punto spesso e volentieri sulla questione forestazione e provare a rilanciare la stessa con una nuova energia e con un nuovo vigore. Decisa la posizione del segretario regionale della Flai Cgil Giuseppe Carotenuto.

“La riunione di domani ( oggi ndr) a Napoli - dice Carotenuto - è qualcosa di stabilito che, da ora in poi, si terrà settimanalmente per tenere sotto controllo la situazione delle Comunità montane in generale. Si discuterà dell’accordo di programma quadro che dovrebbe essere firmato nei prossimi giorni, infatti, la Regione il 14 febbraio spiegò che la firma ci sarebbe stata entro dieci giorni. Appena viene firmato l’accordo di programma si sbloccherebbero, immediatamente, i 18 milioni di euro che la Regione ha già a disposizione, mentre, poi si dovrebbe discutere dei restanti milioni di euro necessari per chiudere gli arretrati del 2012. Partecipiamo a questa riunione con la speranza che ci possa essere qualche novità positiva nelle prossime ore perchè non sappiamo se l’accordo è stato firmato o se il tutto accadrà a breve. Una cosa è certa la Regione ci ha garantito che il tutto sarebbe accaduto nel giro di dieci giorni che scadranno nel fine settimana. Rispetto alla posizione dei lavoratori ed ad un’eventuale protesta che metteranno in atto contro Caldoro - commenta Carotenuto - non si può fare altro che capire la loro delusione. Sono arrabbiati con tutti e protestano anche con noi sindacati, ma la colpa non è nostra. E’ la Regione - conclude Carotenuto - che deve dare una svolta definitiva a questa questione per garantire il passato ed anche il futuro”.

A far eco alle parole del segretario regionale della Flai Cgil è quello della Fai Cisl Carmine Santese. 
“A partire dal prossimo venerdì (domani ndr) - dice Santese - ci sarà, in Regione Campania, un tavolo fisso settimanale dove si cercherà di analizzare e di risolvere i problemi della forestazione in generale. Al momento siamo in attesa dello sblocco dei fondi Fsc che dovrebbero portare, pro quota naturalmente, nelle casse delle Comunità Montane 18 milioni di euro che saranno una boccata di ossigeno per i lavoratori in difficoltà ed in particolar modo per quelli che non percepiscono lo stipendio da più di quindici mesi. Per il resto la speranza è che questo tavolo voluto dalla consigliera Daniela Nugnes, sia un tavolo proficuo e costruttivo e che si tenga presente il pensiero del sindacato prima per lo sblocco e la risoluzione delle pendenze pregresse e poi per quella che dovrà essere una programmazione importante e seria della forestazione in Campania. Per quanto riguarda una probabile protesta degli operai contro Caldoro - conclude Santese - posso capire la loro rabbia e capisco la volontà di incontrare personalmente il Presidente Caldoro per far capire il loro disagio e le loro difficoltà, ma voglio precisare che, fino a quando c’è la possibilità di un dialogo serio e costruttivo, il nostro interlocutore resta Daniela Nugnes ed il tavolo di trattativa è solo ed esclusivamente quello che si terrà a Napoli domani” - conclude il segretario regionale della Fai Cisl Carmine Santese. 

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Agricoltura: nel 2013 in provincia di Catania crisi aggravata da calo di produzione


Nel comparto agricolo la crisi economica aggrava una situazione già difficile, a causa delle mancate riforme che si rendono necessarie per far rivivere il settore primario. Nell’agrumicoltura, in particolare, alla crisi si aggiunge il calo di produzione di circa il 30%. Negli scorsi anno il calo delle giornate lavorate era addebitabile all’impiego, nei campi, di lavoro nero. Quest’anno il quadro è aggravato dal calo della produzione che rischia di ridurre le giornate lavorate di circa il 30%.
In considerazione del fatto che non esistono ammortizzatori sociali il calo di reddito potrebbe essere significativo soprattutto nelle zone Adrano, Biancavilla, Paternò e nel calatino.
“In questo momento così difficile per l’Italia e per la Sicilia, in particolare, la FLAI rilancia i punti base della petizione per l’agricoltura”, dichiara Alfio Mannino, Segretario Provinciale della Federazione dei Lavoratori dell’Agroindustria, “per dare risposte concrete al settore primario così penalizzato da crisi e calo di produzione. Chiediamo che il prossimo governo nazionale riveda la dissennata politica portata avanti dal governo Monti, ed in particolare trovi una soluzione per consentire l’accesso più agevole alle pensioni, modifichi la normativa sulla calamità riportandola alla vecchia legge 223/91, introduca per i lavoratori stagionali la Cassa Integrazione in Deroga, abbia attenzione nella gestione del mercato del lavoro per un nuovo controllo sociale rispetto alle procedure delle assunzioni e vari norme che permettano di contrastare efficacemente il fenomeno del lavoro nero e che individui un luogo pubblico per l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, ed eliminare nuove forme di caporalato.”

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Che ne sarà di noi !!

Cari amici e colleghi forestali, oggi il Sifus ha incontrato (me compreso) in autoconvocazione presso l'Azienda Foreste il sig. Guarino dirigente dell'ispettorato. Cordiale e disponibile ha capito subito i nostri problemi e, si è messo a disposizione per sentire e rispondere alle nostre domande.
1) Stipendi arretrati -  L'Iter burocratico è già in moto e ci ha assicurato che entro 15-20 giorni saranno accreditati sia il mese di novembre che dicembre per tutti gli operai forestali. Si è un po' ritardato nell'espletare le pratiche dal fatto di una  nuova circolare che impone la pubblicazione on line dei dati sui lavoratori forestali (cifre di guadagno di ogni singolo lavoratore), ma non ci dovrebbero essere problemi per questo perché i soldi ci sono per gli stipendi.
2) Avviamenti - Per quanto riguarda l'inizio della nuova stagione si deve attendere la fase del passaggio delle elezioni, quindi si aspetta che l'azienda percepisca i fondi dal nuovo bilancio regionale, perché attualmente ci sono i soldi (circa 70 milioni di euro) solo per pagare gli OTI e per piccole spese varie, quindi si deve aspettare ciò per programmare sia per l'azienda che per l'antincendio.
il dirigente ha parlato chiaramente e ci ha detto che essendo un dirigente e non il direttore generale (assente per malattia , Dott. Di Rosa) , sicuramente ci avrebbe detto le medesime parole di ciò che ha fatto lui. (Da tutto ciò è chiaro che dobbiamo sempre  prendere il tutto con le dovute cautele perché siamo ormai abituati da tempo a sentire parlare tanti , e combattere sempre con le circostanze sempre diverse dalla realtà dei fatti.. , questo lo dico io) Personalmente ho notato che abbia parlato con sincerità, ma ripeto prendiamo sempre tutto con le molle, perché è tutto lecito quando vediamo con i nostri occhi, cioè come S. Tommaso (non credo se non vedo!). 
3) Lavoro - La nostre legge con tutti i punti scritti ed elencati è vista di buon occhio dalla maggior parte della gente, anche da coloro che sono in azienda e regione ( e noi lo sappiamo perché i deputati l'hanno letta e vista), ma si è parlato anche più in generale, di una situazione lavorativa a larghe vedute, di punti che sono nella legge e di un futuro che potrebbe allargare il raggio lavorativo della forestale, anche di lavorare tutto l'anno, (ma sono sempre discorsi da valutare con le pinze). Il rilancio del comparto forestale è un obiettivo aziendale e si farà portavoce anche con Crocetta in un prossimo incontro che il dirigente avrà a giorni con il governatore siciliano e che sappiamo da tempo che, anche il presidente vede di buon occhio i forestali senza lasciare nessun operaio a casa e sfruttando al massimo la nostra terra in tutte le sue risorse forestali e naturali
In controtendenza si sente in giro da qualche provincia siciliana, che ci sia la possibilità di cassa integrazione per gli OTI  visti i risultati attuali. Speriamo che sia un fatto non vero e che ci sia la possibilità che i nostri colleghi attuali possano continuare nel loro lavoro con la speranza che un giorno noi siamo al punto e nelle condizioni che loro sono attualmente, cioè quello di un lavoro continuo e duraturo.
Comunque cari amici , bisogna aspettare (come sempre) che le elezioni vanno a termine, e dal bilancio regionale deve uscire fuori il resoconto disponibile per la forestazione con la presentazione delle perizie e l'iter burocratico che sappiamo e conosciamo, quindi, prima di tutto i soldi e dopo verso Marzo iniziare a partire con gli avviamenti delle fasce per completare nei tempi previsti di accordo o meno (da valutare con l'iter della stabilizzazione). 
Abbiamo fatto tanto per arrivare fin qui, ora che siamo in gioco e siamo a galla in questo mare tempestoso, non possiamo far altro che aggrapparci alla volontà di Dio e anche alla buona sorte che qualcuno potrebbe mandarci, perchè la sfortuna la possiamo tagliare a fette e che sia la volta buona che la ruota giri nel verso giusto, quindi non arrendiamoci senza lasciarci cullare dal millantatore di turno o da  strane demogogie . A presto
                                                    Antonio David

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Il berlusca toglie l'Imu, bersani il ticket, sotto a chi tocca.....


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Quante rotazioni !


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