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Ardizzone: “Taglio del 15% ai costi”


Ardizzone 2E’ un chiodo fisso per il nuovo presidente dell’assemblea regionale siciliana. Ne parla ad ogni intervento pubblico e anche nel giorno degli auguri alla stampa, Giovanni Ardizzone lo propone come l’argomento principe del suo discorso. Parla di tagli ai costi del Parlamento siciliano e di lotta, senza sosta, agli sprechi. “Siamo il parlamento più antico del mondo. Ma veniamo  comunemente considerati come il Parlamento degli sprechi – dice in apertura di conferenza stampa Ardizzone – Eppure se togliamo dai costi del nostro Parlamento – 162 milioni di euro in totale, che sono tanti, i 40 milioni di euro che annualmente vengono spesi per le pensioni dei regionali  - siamo perfettamente in linea con i costi di altri consigli regionali. Certo i tagli devono continuare” continua Ardizzone che annuncia ulteriori riduzioni del 15%  ai costi del Parlamento regionale proprio mentre è in fase di redazione il bilancio dell’Ars.

Quindi insiste: “L’ho già annunciato: recepiremo il decreto Monti. Non c’è la scadenza del 23 dicembre come ho letto da qualche parte ma applicheremo il contenimento dei costi previsto dal decreto”. Che prevedono tra l’altro, tagli agli emolumenti mensili degli onorevoli. Poi rivolto ai dipendenti assicura: “Non verranno toccati gli stipendi tabellari ma le indennità di funzione, però c’è la consapevolezza che siamo proiettati verso una nuova realtà, è iniziata una nuova epoca per tutte le istituzioni e per le politica e questo è il segnale che abbiamo voluto mandare”. Di certo c’è che Ardizzone ha già tagliato sette indennità di reggenza attribuite a dirigenti su cui è stata trasmessa all’ufficio di presidenza una segnalazione sulle modalità con cui sono state attribuite le indennità.
Nel suo discorso, poi Ardizzone rende un plauso pubblico “alla Fondazione Federico II che ha incassato un milione e 600 mila euro per gli ingressi alla Cappella Palatina”. Per il funzionamento della Fondazione e una riorganizzazione della biglietteria, Ardizzone auspica una collaborazione diretta con la Regione e il governo Crocetta. A cui lancia anche un altro segna sostenendo che serve una legge che regoli i rapporti fra Ars e Presidenza.
Dai fondi riservati del presidente, inoltre, Ardizzone ha annunciato la stipula di un accordo di fornitura (7500 euro a buono per tre strutture) con l’associazione Libera a favore della mensa dell’istituto Antoniano di Messina, della struttura di Biagio Conti a Palermo e del Banco Alimentare a Catania. “Le nuove povertà sono sempre più dilaganti. Nuovi poveri sono i divorziati, i cittadini che per pagare il mutuo devono fare i conti con le difficoltà di sopravvivenza. A loro abbiamo deciso di rivolgerci”.
Quindi l’ultimo annuncio del presidente dell’Ars che riguarda direttamente i giornalisti parlamentari che seguono i lavori parlamentari: “D’accordo con il segretario generale Tomasello e con il vostro decano Giovanni Ciancimino, proprio per rendere di vetro il palazzo come avevo annunciato sin da subito, abbiamo deciso di rendere accessibile alla stampa tutte le aule di palazzo dei Normanni dove fino ad oggi era impedito l’accesso”.
Quindi le risposte ai giornalisti e Ardizzone “sfodera” il suo profilo politico: “Cosa vogliamo fare della tabella H? – dice Ardizzone anche in riferimento all’annuncio del presidente Crocetta che ha dichiarato la volontà di cancellare del tutto le provvidenze previste nella misura economica – L’ho detto mentre ero all’opposizione, per dodici anni,la tabella H è uno strumento di finanziamento che va riformato. Ma io non mi sento di tagliare indiscriminatamente le somme inserite nella tabella perché in alcuni casi si tratta di finanziamenti ad associazioni di volontariato che offrono servizi che altrimenti il pubblico non offre”.
Sui precari equilibri politici all’interno dell’aula, il presidente Ardizzone tenta di ribadire la sua posizione superpartes e a proposito dei mal di pancia interni ai partiti di maggioranza, rimarca: “Ho già detto che sono avvocato e non medico se i mal di pancia ci sono allora bisognerà prendere medicine più toste”. Poi però si sbilancia e dice: “Non abbiamo una maggioranza, abbiamo in aula tre minoranze, però è evidente che il tempo è cambiato. Che in aula saremo chiamati consapevolmente e responsabilmente a votare le leggi che esiteremo come Parlamento e che il governo ci trasmetterà”. Ma proprio all’indirizzo del governo, Ardizzone lancia un segnale importante: “Perché le leggi siano idoneamente comprese, sono necessarie le relazioni tecniche di accompagnamento. Perché se si parla di ripubblicizzazione dell’acqua, bisogna comprendere cosa significa complessivamente un simile intervento”. Nel solco di quanto già dichiarato da Ardizzone nel corso della prima conferenza stampa, il presidente dell’Ars, quindi, ribadisce il ruolo del Parlamento e delle sue funzioni: “Sono un parlamentarista convinto. Lo sono sempre stato e nel ruolo che oggi ricopro voglio che sia chiaro che una legislazione di qualità passa dal lavoro attento di tutte le commissioni legislative. Anzi lo ribadisco, tutte le commissioni sono importanti. E il lavoro che sarà svolto al loro interno sarà ugualmente di valore rispetto a quello della seconda commissione, quella Bilancio, a cui poi per sintesi vanno a finire i ddl prima di passare dal voto dell’aula. Perché le leggi non vengano svilite ad essere solo leggi di spesa. Anche perché – conclude su questo tema – ci sono 52 nuovi parlamentari che hanno tanta voglia di lavorare e di contribuire qualitativamente alle attività di questa legislatura”.
Quindi Ardizzone ribadisce l’urgenza della crisi: “Abbiamo una quantità enorme di comuni che stanno per andare al dissesto. Quando tre anni fa tutti hanno brindato al federalismo fiscale non si sono resi conti che si andava al dimezzamento dei trasferimenti dallo Stato. E’ una condizione allarmante verificare che anche negli enti regionali o nei comuni si cominciano a non pagare con puntualità gli stipendi o si ritardano i pagamenti delle tredicesime”.

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