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Continuano a covare le tensioni fra i lavoratori forestalidel versante nord dell'Etna.
Dopo le agitazioni dei giorni scorsi, che ha visto alcuni lavoratori occupare le sale consiliari di Randazzo e Maniace, temendo di non poter completare le giornate lavorative, un nutrito gruppo di operai forestali di Maniace, Maletto, Randazzo e Bronte impiegati nel comparto antincendio, si sono riuniti a Maniace minacciando di consegnare al Prefetto di Catania il proprio certificato elettorale in segno di viva protesta.
I lavoratori, infatti, si sentono demonizzati, attaccati come se fossero la causa principale della crisi economica e puntano il dito contro le istituzioni che a loro dire hanno loro tolto dignità e diritti.

«Abbiamo dovuto assistere - scrivono in una nota - ad attacchi gratuiti da parte di politici. Parlare a sproposito dei forestali è diventata una moda e scagliarsi contro i lavoratori, che la stampa ha contribuito a rendere invisi ai più, ormai è quasi uno sport».
«Siamo diventati - continuano - la causa di tutti i mali, nonostante paghiamo un prezzo altissimo in termini di vite umane per fronteggiare la piaga degli incendi. Quello che chiediamo - concludono quindi i lavoratori - è di avere rispettata la nostra dignità e di poter rendere al meglio un servizio alla comunità senza che sia considerato un delitto».
I lavoratori a Maniace, inoltre, rispediscono al mittente i paragoni con le regioni del nord dove, affermano, i lavori nei boschi vengono appaltati ad aziende private. Così alla fine chiedono «che venga rispettato l'accordo del 14 maggio 2009, che i dirigenti ai vari livelli si attivino affinché si possano sfruttare al meglio le professionalità, rendendo più produttivo il lavoro, che i lavoratorforestali possano essere impiegati utilmente nella prevenzione del rischio idrogeologico, grande piaga del territorio siciliano».
Ed all'incontro ha partecipato pure il sindaco di Maniace, Salvatore Pinzone Vecchio, nella duplice veste di primo cittadino e di lavoratore forestale. «Condivido in pieno quanto affermato dai lavoratori - ha affermato il sindaco - ma consegnare i certificati elettorali vuol dire privarsi dell'unico strumento democratico che abbiamo. Quello che bisogna fare non è privarsi del voto, semmai scegliere meglio la classe dirigente. Il lavoro della forestale può essere più produttivo se cominciassimo a produrre la legna che importiamo dall'estero, senza considerare l'utilizzo di boschi e rifugi a scopi turistici».
«Ma soprattutto - continua - non bisogna dimenticare che il mantenimento e la salvaguardia dei boschi e dell'ambiente ha un costo sociale che chi governa deve tenere in considerazione. Si tratta - conclude il sindaco Pinzone Vecchio - di un investimento non di uno spreco inutile. Se non ci fossero più i boschi non avremmo più il polmone della terra».

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