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Formazione, truffa coi bonifici finiti nel mirino 25 funzionari

Repubblica Palermo


Invece di versare le somme ai creditori della Regione le dirottavano su conti bancari intestati a loro stessi e ad amici compiacenti. Venticinque tra dirigenti e funzionari della formazione sono così finiti nel mirino della Corte dei conti, per una truffa che inizialmente ammontava a 240 mila euro, come denunciato dallo stesso dirigente generale Ludovico Albert nel febbraio scorso, ma che adesso, dopo le indagini della Guardia di finanza, è già arrivata a quota 500 mila euro. 

I controlli capillari dei finanzieri hanno fatto scattare però una reazione di difesa da parte dell’amministrazione: il ragioniere generale Biagio Bossone ha firmato una circolare, inviata a tutti i dipartimenti, con la quale si specifica che «la fase di liquidazione delle somme è di pertinenza della ragioneria centrale del dipartimento, mentre la fase di pagamento attiene alle competenze del tesoriere», cioè della banca che fa da tramite. In sintesi, a fare i controlli sui conti correnti deve essere la banca e non la ragioneria del dipartimento. Così, mentre il governo Monti in tempi di spending review chiede controlli capillari, alla Regione si mette nero su bianco che non spetta alla ragioneria dei vari dipartimenti verificare la corrispondenza tra l’Iban del creditore e quello al quale è stato fatto l’eventuale pagamento. 

Di certo c’è che tutta questa vicenda ha origine da una mega truffa che sarebbe stata portata avanti al dipartimento della Formazione professionale. A sollevare il caso sono stati alcuni consulenti esterni, che nel febbraio scorso hanno protestato con il dirigente Albert perché non avevano ricevuto ancora lo stipendio. Il responsabile del dipartimento ha chiesto lumi alla sua ragioneria, e qui gli hanno risposto che i mandati di pagamento erano già stati accreditati. Insospettito, il dirigente ha avviato ulteriori approfondimenti, ed ecco al sorpresa: le somme erano state sì accreditate, ma in conti correnti diversi da quelli dei consulenti. Albert ha quindi presentato subito una denuncia alla procura della Repubblica e alla Corte dei conti. 

Su mandato dei magistrati contabili, la Guardia di finanza ha avviato le indagini. E, intanto, ha scoperto che le somme distratte con il sistema degli “errori” sui conti correnti ammontano a 500 mila euro. Inoltre ha disposto un sequestro cautelativo da 70 mila euro nei confronti di un funzionario, Emanuele Currao, che avrebbe utilizzato per alcuni pagamenti la password della dirigente Concetta Cimino, andata da poco in pensione. Il provvedimento della Guardia di finanza è solo cautelativo, e al momento non c’è alcun atto giudiziario che coinvolga Currao. A giorni arriveranno gli inviti a dedurre della Corte dei conti e si capirà quali sono i funzionari davvero nel mirino dei magistrati contabili. 

Questa, comunque, è l’ennesima grana alla formazione professionale. Nei giorni scorsi l’ex assessore Mario Centorrino e l’ex dirigente del dipartimento Gesualdo Campo, sono stati condannati a un risarcimento di 518 mila euro l’uno. Il motivo? I pagamenti extra budget fatti ad alcuni enti di formazione nel 2009. Indagati, per lo stesso motivo, ci sono però diversi ex assessori alla Formazione, da Santi Formica al governatore uscente Raffaele Lombardo.

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