di Giulio Giallombardo -
C’è un angolo nel cuore della Sicilia dove crescono alberi quasi “estinti”. È uno di quegli straordinari miracoli che l’Isola sa ancora regalare. Si tratta degli Abies nebrodensis, di cui si conservano appena una trentina di esemplari in tutto il mondo. Fino ad ora hanno resistito ai millenni protetti dal Vallone Madonna degli Angeli, sulleMadonie, a pochi chilometri da Polizzi Generosa.
ABIES MINACCIATI - Per la prima volta, ieri pomeriggio gliAbies sono stati fortemente minacciati dalle fiamme che, nel frattempo, hanno devastato ettari di vegetazione in buona parte della Sicilia. Al di là dell’atto criminale in sé, connaturato ad un popolo che sembra ormai irredimibile e votato all’autodistruzione, questo nuovo attentato al patrimonio naturale madonita stride con il legame profondo che unisce la comunità al suo territorio. Ci sono pochi casi simili in Sicilia. Da sempre i cittadini dei comuni del Parco sono giustamente andati fieri dei loro antichi borghi, curati e puliti come non molti altri nell’Isola, e dello straordinario patrimonio naturalistico dell’area protetta, tra i più ricchi di biodiversità in tutta Italia.

EQUILIBRI SPEZZATI - Con l’incendio di ieri sera qualcosa si è incrinato. Soprattutto se gli scellerati che hanno appiccato il fuoco vicino al Vallone Madonna degli Angeli e alla faggeta delle Madonie, purtroppo quasi del tutto andata in fumo, sono in qualche modo legati al territorio. La qual cosa è altamente probabile, se pensiamo che i quattro piromani arrestati ieri, possibili responsabili degli incendi che hanno colpito le colline vicino a Cefalù, San Mauro Castelverde e sui Nebrodi, sono residenti proprio nelle zone andate a fuoco. Fino a poco tempo fa era impensabile che, solo per allargare le zone di pascolo o per altri interessi sconosciuti, gente del luogo rischiasse di distruggere proprio quei monumenti della natura che rappresentano l’anima loci del territorio, fonte diretta e indiretta di sostentamento.
EVITATO IL PEGGIO -  Sul fronte degli interventi, ieri un massiccio dispiegamento di mezzi della forestale e dei vigili del fuoco, ha evitato il peggio. Anche se dei quattro canadair messi a disposizione dalla Protezione civile, soltanto uno è intervenuto sporadicamente nella zona di Polizzi Generosa. Se l’intervento dei mezzi aerei fosse stato più consistente, probabilmente la faggeta e il noccioleto si sarebbero salvati e gli Abies non avrebbero rischiato di scomparire dopo millenni di sopravvivenza. Adesso il pericolo sembra, per fortuna, scampato. Rimane solo qualche focolaio facilmente controllabile. Si spera che le temperature più basse e l’aria più fresca delle ultime ore facciano desistere quei criminali secondo cui lo scirocco è ormai sinonimo di distruzione. Sarebbe una beffa assurda se gli Abies, che hanno resistito tanto a lungo, sparissero adesso per mano di qualche scellerato senza speranza.