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Ragusa: Sit -in SIFUS h24


A pochi giorni dalla scadenza del servizio antincendio boschivo i forestali iblei hanno aperto il sit-in permanente, davanti la sede dell'Ispettorato di Ragusa. Con striscioni e la loro presenza continuativa, sui marciapiedi di via Ducezio, lo storico precariato regionale, sta manifestando rabbia e timori crescenti per un futuro sempre più incerto. Il futuro occupazionale di questi precari per eccellenza, è davvero a rischio, perché non ci sono garanzie sull'avvio del prossimo turno di 101 giornate lavorative.

La Regione, infatti, non ha pagato ancora gli stipendi di agosto e settembre e non sa dove recuperare le somme per garantire la copertura finanziaria della prossima stagione lavorativa. "Ci siamo fatti prestare dai nostri amici della Protezione Civile un gazebo che installiamo qui in via Ducezio per dormirci la notte - spiega il presidente provinciale del Sifus, il sindacato di base per la stabilizzazione dei forestali, Gianni Paino - visto che il sit-in che è partito lunedì, durerà ad oltranza".
Il sit-in è stato annunciato da tempo, ha un inizio, appunto ieri, ma non si sa quando finirà. Anche perché questi lavoratori non hanno nulla da perdere, e le iniziative sindacali che da settimane si susseguono e che li vedono protagonisti, rappresentano il loro unico strumento per richiamare l'attenzione delle istituzioni e dei politici sulla loro vertenza.
"Da lunedì presidiamo in forma permanente l'Ispettorato ibleo - spiega Giorgio Antoci del Sifus - e ci alterniamo in questi sit-in, perché molti di noi, ancora, stanno lavorando, per concludere entro il 15 ottobre il proprio monte ore di lavoro stagionale".
Emanuele Parrino ha 58 anni e lavora in forestale dal 1988. "Se l'anno prossimo non potremo più fare affidamento sulle 101 giornate dove andremo, che fine faremo? - chiede Parrino - e dove vado io a 59 anni suonati senza un lavoro? Quale attività posso andare a svolgere dopo 24 anni di forestale, dopo essere stato per una vita precario? ". La storia di Emanuele è simile a tante altre. Ci sono forestali che lavorano da vent'anni e sono ancora precari, sempre più vicini all'età pensionabile, eppure così lontani da una sistemazione occupazionale più certa. "Mia figlia lavorava quattro mesi l'anno nel settore sanità, almeno sino al 2011 - racconta Parrino - e avrebbe dovuto svolgere questo monte di giornate lavorative entro l'anno 2012: siamo giunti a settembre e ancora non è stata chiamata per fare un solo giorno di lavoro, questo significa che era precaria come me, ma forse presto diventerà completamente disoccupata".
Sono 320 i centunisti della provincia di Ragusa,forestali che lavorano 101 giornate in un anno, che chiedono una stabilizzazione. Alcuni di loro tentano di arrotondare il proprio magro reddito, facendo lavori in nero. "Da anni sono in grande difficoltà economica - racconta un lavoratore forestale - così, dall'anno scorso, ho cercato di fare anche la raccolta del ferro vecchio: poi mi hanno scoperto e mi hanno sequestrato tutto, il mezzo col quale trasportavo il ferro. Lo Stato ci obbliga a essere e restare precari a vita e nello stesso tempo ci impedisce di trovare altri sbocchi".


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