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Sicilia: Regione, accordo su patto stabilita'. Scongiurata crisi


Uncem

16 Ott 2012  - Palermo, 16 ott - 
''Grazie all'azione di risanamento avviato dalla Regione e riconosciuta dallo Stato, abbiamo raggiunto l'intesa sul patto di stabilita', che ha consentito di utilizzare alcuni spazi finanziari per evitare l'interruzione dei pagamenti ed il caos della Sicilia, e riaperto il confronto, dopo oltre quarant'anni di tentativi andati a vuoto, sull'attuazione delle norme finanziarie dello Statuto (artt.36,37 e 38)''. Lo ha detto l'assessore regionale per l'Economia, Gaetano Armao, alla presentazione del 23* Rapporto Sud della Fondazione Curella-Diste Consulting questa mattina all'Aula Magna della Facolta' di Economia dell'Universita' di Palermo. ''La Sicilia - ha detto - ha vissuto per oltre un decennio al di sopra delle proprie possibilita', ed a seguito delle manovre di contenimento della spesa ha riportato quest'anno la spesa corrente ai livelli raggiunti all'inizio degli anni 2000, e cio' sia per stanziamenti (11.790 md per il 2012 a fronte di 11.015 md del 2000), che per pagamenti (9.129 md del 2011 contro 9.587 md del 2001). Anche se occorre tener presente che nel
contesto di crisi recessiva di forte contrazione dell'economia e del mercato del lavoro (Pil -3,4 nel 2012 e -1,6 nel 2103) le quattro manovre effettuate nel 2010 e nel 2011 e approvate dal precedente e dall'attuale Governo hanno un impatto complessivo sul Pil piu' pesante nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord (effetto depressivo sul PIL nel 2012 dell'1,1% di cui pero': 8 decimi di punto nelle regioni centro settentrionali e 2,1 punti percentuali in quelle meridionali). L'impatto delle manovre al Sud ricade per il 75% sulla dinamica degli investimenti (c ausa i tagli operati al Fondo per le aree sottoutilizzate-FAS) e determina il calo del Pil di 1,7 punti percentuali sui complessivi 2,1 punti''. ''Pur senza metterne in dubbio la necessita' - ha proseguito Armao - non possono essere tuttavia sottaciuti alcuni 'effetti distorsivi' dell'applicazione aritmetica del patto di stabilita' ad una Regione ad autonomia differenziata del Mezzogiorno con un diffuso disagio economico e gravi ritardi infrastrutturali. Per la Regione, in aggiunta alle previsioni delle precedenti manovre, con le ultime iniziative legislative del Governo Monti, nel triennio 2012-14 il Patto di stabilita' pesa per oltre 1,3 md nel 2012 (limitando per l'anno in corso a 5,2 md i pagamenti, soltanto lo scorso anno ammontanti a 6,7 md). Con questi saldi nel 2014, con esclusione della Sanita', su un bilancio di 27 miliardi, si potranno effettuare pagamenti per 4,6 miliardi che, al netto di stipendi, pensioni e restituzione del debito, riduce a 1,8 miliardi le risorse disponibili per far tutto il resto, compresi investimenti e cofinanziamento della spesa europea (che dovrebbero crescere). Ricorrendo ad una metafo ra, e' come chiedere ad un pilota di pigiare contemporaneamente freno ed acceleratore: gli effetti di paralisi sulla trazione sono gli stessi di quelli ai quali assistiamo sulla finanza regionale e locale''.Nella conclusione del suo intervento l'assessore per l'Economia ha affermato che: ''I tetti del patto di stabilita', determinati in modo aritmetico dallo Stato e senza la necessaria graduazione e considerazione dei diversi livelli di autonomia, penalizzano maggiormente le Regioni che hanno competenze piu' estese, i cui costi, spesso, sono solo in minima parte comprimibili, che hanno piu' investimenti da co-finanziare (fondi strutturali, fondo sviluppo e coesione, gia' FAS) ed hanno maggiori oneri per trasporti (che nonostante le richieste, non sono stati esclusi dal patto)''. Armao ha sottolineato che ''senza misure di riequilibrio della spesa nel Patto di Stabilita' europeo non solo si paralizzera' la crescita e si rendera' impossibile il risanamento, ma cio' condurra' la Sicilia a consolidare il sottosviluppo nel quale ha allignato la mafia e la sua risposta criminale alla miseria ed al bisogno. Solo con i 'conti in regola' e classi dirigenti capaci di far 'massa critica' la Regione potra' uscire da una grave crisi economica ed essere, cosi', protagonista della ripresa del nostro Paese e pretendere le imprescindibili misure di sostegno alla crescita e gli interventi di perequazione infrastrutturale senza i quali rischia l'ulteriore impoverimento e consolidamento del divario''. Infine, l'assessore per l'Economia ha detto: ''Insieme al futuro della Sicilia e' in gioco la sua stessa autonomia che potra' riaffermarsi solo trasformandola ed innovandola, senza offrire piu' spazio a privilegi, prebende, intermediazioni parassitarie che hanno costituito le cause del paradosso dell'autonomia: conquistata per tutelare i siciliani e divenuta, e non solo per i costi e le inefficienze generate, remora per lo sviluppo e la crescita''. ags/gc

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