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Agrumi, avvio difficile a causa di lavoro nero e speculazione

La SiciliaLe esportazioni agricole siciliane sono diminuite di oltre il 20 per cento (fonte Banca d'Italia) e iforestali aspettano ancora una vera legge di riordino. Che cosa vuole fare il governo regionale con il settore agricolo e forestale siciliano? Lo chiede la Fai Cisl di Catania che si è riunita ieri con il suo consiglio generale, alla presenza del segretario regionale Rosario Paratore e del segretario territoriale Giuseppe Foresta. «È questo un momento delicato - ha spiegato Pietro Di Paola, segretario generale della Fai Cisl etnea - perché l'avvio della campagna agrumicola e le attività agricole non partono in condizioni facili. Ci sono condizioni di lavoro nero e di sfruttamento degli extracomunitari che vanno combattute e vanno arginate le spinte speculative della filiera. Già a giugno 2012 organizzazioni sindacali e imprese agricole hanno sottoscritto un "Avviso comune" che hanno presentato al governo per regolamentare il settore e integrare la produzione agricola con la sua filiera di trasformazione».
Per il settore forestale, Di Paola ha ribadito che «diventa fondamentale che la Regione porti avanti una legge di riordino che tenga conto dell'accordo del 2009, che prevedeva un aumento delle giornate lavorative, e del suggerimento fatto dal sindacato per impiegare i forestali produttivamente nella prevenzione ambientale globale, anche attraverso la costituzione di una "cabina di regia" adeguatamente rappresentata».

Per la politica delle acque irrigue, Di Paola ha sottolineato l'importanza della produttività dei consorzi di bonifica, anche attraverso la compartecipazione dei privati: «A Catania 150 dipendenti possono essere stabilizzati ricorrendo alle norme vigenti».
Rosaria Leonardi, segretaria territoriale Fai Cisl, ha evidenziato le difficoltà in cui versa il settore della pesca e degli operatori della costa ionica che si vedono penalizzati dalle limitazioni comunitarie, dalla diminuzione degli sgravi contributivi che sono andati dall'80 al 60 % e dalla concorrenza sleale della marineria di Malta. «L'agricoltura va rilanciata - ha concluso Foresta - perché è una delle fonti primarie di risorse economiche e di occupazione. Va salvata quella che c'è, va riproposta e modernizzata. I settori di eccellenza, il vitivinicolo e il vivaistico, sono esempi virtuosi da seguire come riorganizzazione delle filiere produttive».

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