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Ars, ok a Salvo Pogliese In forse l'elezione di Maggio


Ardizzone presidenza11 dicembre 2012 - Dopo la seduta di insediamento dell’Ars la scorsa settimana, comincia questa mattina l’era Ardizzone alla guida dei noventa deputati siciliani. Se l’accordo fra maggioranza e opposizioni ha sostanzialmente retto alla prova del voto che ha fatto dell’esponente dell’Udc, Giovanni Ardizzone la guida del Parlamento siciliano (46 voti si aspettavano e 46 ne sono arrivati da scranni forse più variegati di quanto ci si attendesse, ndr), oggi la sfida è tutta interna alla maggioranza. Scartata, anzi rifiutata da Antonello Cracolici l’ipotesi di comporre l’ufficio di presidenza nel ruolo di vice, si fa avanti con insistenza il nome di Mariella Maggio, l’ex segretaria regionale della Cgil che ha ottenuto solo 1124 voti nella lista provinciale del Pd ma ha ottenuto il seggio grazie al suo inserimento nel listino. Il posizionamento in lista nel collegio palermitano – sostengono i maligni – era stato deciso dal segretario Giuseppe Lupo per ostacolare la rielezione di Cracolici che si era scontrato durante la campagna elettorale con altri “uomini forti” del partito, da Pino Apprendi a Davide Faraone fino appunto alla Maggio, risultata molto più “debole” di quanto ci si potesse aspettare.

Ora però il nome dell’ex sindacalista riappare nell’agone dell’elezione dei vicepresidenti ed è certamente al centro della riunione in corso al gruppo del Pd in questi istanti dove si discute del voto di questa mattina e si smaltiscono i malumori del voto che ieri ha portato all’elezione di Baldo Gucciardi come capogruppo del Pd. A dissentire con un’astensione di peso, sei voti mancanti all’unanimità, sono stati i deputati vicini a Cracolici: oltre allo stesso ex capogruppo anche Filippo Panarello, Concetta Raia, Giuseppe Arancio, Giuseppe Digiacomo e Giovanni Panepinto. In aula, dunque, è prevedibile che questi stessi voti manchino per la deputata sponsorizzata dal segretario regionale del Pd e da tutta l’area dei bersaniani che dovrebbe trovare anche il sostegno di Innovazioni (seppure sia Nino Papania che Francantonio Genovese sono impegnati a capire la posizione del partito sulla presa di posizione del presidente Rosario Crocetta che ha annunciato il blocco dei pagamenti agli enti di formazione riconducibili ai politici)

Dall’altro lato, nel Pdl a cui nella “spartizione” concordata con Udc e Pd, è stata assegnata l’altra vicepresidenza il gruppo sembra convinto nel sostegno al deputato catanese, Salvo Pogliese. Anche nel Pdl però i dissapori non si contano: il gruppo riunito ieri per l’elezione del capogruppo conteso da nomi tutti di peso, dall’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio, all’ex vice Santi Formica per passare all’ex coordinatore provinciale Francesco Scoma oltre che il deputato Salvino Caputo, è stato rinviato a domani per la scelta. In attesa di capire cosa accadrà nella riunione convocata per questa mattina alle 11 con all’ordine del giorno l’elezione dei due vicepresidenti e la composizione dell’ufficio. Si dovrà comporre anche il collegio dei deputati questori alla cui guida aspira Riccardo Savona, deputato di Grande Sud.
Dopo la composizione completa dell’ufficio di presidenza, quindi, saranno composte le commissioni parlamentari. Tocca ai capigruppo consegnare alla presidenza dell’Ars la lista con i deputati (scelti numericamente in proporzione alla composizione numerica dei singoli gruppi parlamentari assicurando cioé la maggioranza alle formazioni più rappresentate – Pd in testa a tutti con 17 parlamentari) che comporranno le commissioni legislative permanenti. Che sono complessivamente sette: Affari istituzionali, Bilancio e programmazione, Attività produttive, Ambiente e territorio, Cultura formazione e lavoro, Esame delle attività dell’unione Europea. Mentre altre tre sono commissioni non legislative che si occupano invece di Regolamento, Verifica poteri, Vigilanza sulla Biblioteca e tre infine le commissioni speciali, quella Antimafia, sulla Revisione e attuazione dello Statuto e il Comitato per la qualità della legislazione che tanto scandalo aveva prodotto nella scorsa legislatura per aver distribuito indennità in pochissime sedute.
La partita più importante per l’elezione dei presidenti di commissione si gioca attorno alla seconda, quella che si occupa di Bilancio e Programmazione. All’incarico – dopo le bordate interne al suo partito – lavora l’ex capogruppo del Pd che sta misurando il proprio “peso” all’interno del Parlamento regionale. Cracolici infatti se riuscirà, prima ad essere indicato da Gucciardi come componente e dopo eletto, dimostrerà di aver “convinto” gli esponenti dell’opposizione a sostenerlo in un’elezione – quella interna alle commissioni dove gli equilibri e gli accordi fra i partiti possono saltare per lo spostamento di un solo voto.
Ultima nota: ogni presidente di commissione riceve un’indennità aggiuntiva lorda di 2.089 euro, i vicepresidenti di 522 euro e il segretario di 261 euro. Il presidente Giovanni Ardizzone comunque ha annunciato che recepirà il decreto Monti che equipara, fra le altre misure, lo stipendio dei parlamentari regionali – i siciliani – a quello dei consiglieri regionali – quelli delle altre Regioni a statuto ordinario – nel tentativo di tagliare i costi della politica.

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