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Crocetta "accende" la sua rivoluzione

Crocetta "accende" la sua rivoluzione
Live Sicilia

Il presidente: "Ho già chiuso le società da anni in liquidazione. I dipendenti passeranno alla Regione. Col ministro Barca stiamo pensando a una legge per prorogare i contratti dei precari. La Sicilia si costituirà parte civile nel processo sulla 'trattativa'".
PALERMO - La rivoluzione è tutta in un accendino. Un accendino rosso, che Rosario Crocetta mostra volutamente, e sul quale è stampata l'effige di Che Guevara. E del resto, l'ex sindaco di Gela l'aveva detto. Sarebbe stato un sicilianissimo “Che”. Pronto a mettere sottosopra una Regione nella quale i dirigenti “sono troppi, ma saranno inviati negli Enti locali”, dove le società partecipate “verranno tutte chiuse”, e dove “ci costituiremo parte civile nel processo sulla trattativa Stato-Mafia”.


Insomma, il nuovo presidente insiste. Incurante dei dubbi sollevati da qualcuno. Come Gianfranco Micciché che oggi parla di “eccessiva spavalderia” del governatore nelle promesse rivolte ai siciliani. Ma Crocetta va avanti. E annuncia ai cronisti: “La prossima settimana vi darò i conti dettagliati e scoprirete che i tagli saranno maggiori di quelli da un miliardo e mezzo di cui avevo parlato nei giorni scorsi". Un taglio che doveva passare attraverso lo scioglimento “delle 13 partecipate in liquidazione” e della chiusura “delle altre trenta società. Questo intervento verrà compiuto attraverso la prossima finanziaria: risparmieremo così sui Cda, sulle spese di gestione, le bollette. Insomma, interverrò su queste cose, non certo sul precariato: non intendo fare macelleria sociale”. Numeri a parte, il presidente precisa anche di aver firmato oggi lo scioglimento delle società “da anni in liquidazione”, precisando come i commissari che ne erano a capo lavoreranno alle dipendenze della Regione, mentre i dipendenti della società verranno comunque assorbiti dall'amministrazione regionale. Anche quelli delle altre società partecipate. Circa settemila. “Non sono così tanti – puntualizza Crocetta – vi dimostrerò numeri alla mano, che sono molti di meno”. La prossima settimana, però.

Intanto, arriva qualche bella notizia. A portarla al presidente è l'avvocato Stefano Polizzotto, il capo della sua segreteria tecnica. La Regione avrebbe reperito 150 milioni di euro, con i quali pagherà i fornitori. In realtà, l'amministrazione deve ai fornitori circa 1,5 miliardi di euro. Ma è già qualcosa. Quello che preme di più al governatore, però, è la necessità di tagliare, risparmiare, cancellare i privilegi. “Forse non si è capito – spiega infatti – che se non interveniamo subito, la Regione entro il 2014 andrà in default. Non credo, però, che il mio governo incontrerà difficoltà a trovare una maggioranza a Sala d'Ercole, visto che ho già rilevato la disponibilità di diversi deputati. E del resto, mi rifiuto di pensare che all'Assemblea regionale ci sia una maggioranza che voglia distruggere la Sicilia”. E a proposito dell'Assemblea, Crocetta annuncia che proporrà “una legge che preveda la sospensione dei deputati rinviati a giudizio per voto di scambio e reati di mafia, inserendo norme di salvaguardia per esempio il rimborso per chi poi dimostrerà la sua innocenza al processo". Un modo, insomma, per riportare tra gli scranni di Sala d'Ercole la cosiddetta norma Speziale, l'emendamento del presidente della commissione regionale antimafia Lillo Speziale che fu bocciato dall'Ars con voto segreto. Per quanto riguarda le nomine di competenza dell'amministrazione regionale, Crocetta ha annunciato una direttiva che sbarrerà la strada a chi ha guai con la giustizia.

L'Ars, però, al momento, è ferma. Ma potrebbe ripartire un po' prima del previsto (le ultime indiscrezioni indicavano come 'data utile' i primi giorni di dicembre). “Attendo – dice Crocetta – che vengano proclamati ufficialmente tutti i deputati. Quindi, non attenderò i venti giorni concessi al presidente per convocare l'Aula. Lo farò subito”. Uno “scatto “ necessario, visto che già alla fine di dicembre c'è una scadenza importantissima. E non si tratta solo del bilancio (“spero di non dover ricorrere all'esercizio provvisorio”, ha detto Crocetta, ma anche della scadenza dei contratti per circa 18 mila precari degli enti locali. Su questo punto, il nuovo presidente rivela “di avere affrontato la questione con il ministro Barca. Stiamo lavorando alla possibilità – aggiunge Crocette – di estendere la proroga di un altro anno, in modo da poter risolvere la questione con un po' di calma. Il governo nazionale mi ha assicurato che si muoverà in questa direzione”. Mentre il governo regionale, che, a detta dello stesso governatore verrà completato nei nomi e nelle deleghe entro la prossima settimana, conosce già la sede della prima giunta. Che non si svolgerà a Palazzo d'Orleans, bensì nel cento di don Pino Puglisi, nel quartiere popolare di Brancaccio, a Palermo, simbolo del degrado ma anche del riscatto grazie all'attività del sacerdote ucciso dalla mafia. E a proposito di mafia, il governatore ha annunciato che la Regione si costituirà parte civile nel processo sulla “trattativa”. Lo farà alla prima udienza del dibattimento, essendo scaduti i termini per la costituzione di parte civile all'udienza preliminare.

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