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"Soldi rubati alla Regione" Tre dipendenti regionali a giudizio

Un dirigente e due funzionari della Formazione citati a giudizio dalla Procura regionale della Corte dei Conti per danno erariale. Sono loro i "dipendenti dello scandalo" tirati in ballo dal governatore Rosario Crocetta. Emanuele Currao avrebbe intascato 85 mila euro di soldi pubblici. Spunta il caso della trasferta in Sud America. E l'inchiesta è destinata ad allargarsi ad altre decine di persone.

corte dei conti, formazione, inchiesta, palermo, regione, CronacaPALERMO - Ed eccoli i primi casi di soldi pubblici finiti nelle tasche dei dipendenti regionali. Il governatore Rosario Crocetta aveva gridato allo scandalo nel giorno del suo insediamento. Live Sicilia nel luglio scorso aveva anticipato l'ennesimo scandalo della Formazione professionale. Oggi sappiamo che tre dipendenti regionali sono stati citati in giudizio dalla Procura regionale della Corte dei conti.

Che ci fosse qualcosa di illecito sotto si era intuito alcuni mesi fa, quando Emanuele Currao, funzionario dell'area Affari generali del dipartimento dell'Istruzione e della formazione professionale della Regione, era stato raggiunto da un provvedimento di sequestro. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo gli avevano tolto quasi settanta mila euro. Tecnicamente si chiama sequestro conservativo. In pratica, i finanzieri mettono i soldi da parte in attesa che la vicenda giudiziaria si concluda.

Currao non è l'unico coinvolto. Assieme a lui si dovranno presentare davanti ai giudici contabili, il prossimo 3 aprile, anche il dirigente Concetta Cimino e il funzionario della Ragioneria, Antonino Di Prima. Archiviata, invece, la posizione di altri due funzionari: Francesco Moles e Amalia Princiotta Cariddi.

Secondo l'accusa, Currao avrebbe gonfiato il suo conto conto corrente personale con 85 mila euro della Regione che in realtà sarebbero dovuti servire per pagare alcuni fornitori. Non solo Currao entrava nel sistema informatico per disporre i mandamenti di pagamento con la password della dirigente Cimino, ma lo avrebbe fatto in un periodo in cui in ufficio non doveva proprio metterci piede. Il funzionario, infatti, era stato sospeso per sei mesi. Un provvedimento disciplinare deciso per via del suo coinvolgimento in un'inchiesta penale.

I fatti contestati sono nove, tutti commessi fra il 2009 e il 2011. Riguardano i pagamenti destinati a imprese e professionisti a cui non sono state saldate le fatture. Insomma, soldi dovuti, ma mai pagati. Nel calderone ci sono anche le parcelle di professionisti e i rimborsi per le missioni di alcuni dipendenti. Emblematico il caso di un'agenzia di viaggi che vanta un credito di 42 mila euro per l'organizzazione di una trasferta a Buenos Aires, in Argentina, e a San Josè, in Costa Rica. La trasferta di un gruppo di dipendenti rientrava nel progetto denominato Pacef - Pacto para la capacitacion y el empleio femenino - sul tema della “Uguaglianza di opportunità e trattamento nel mondo lavorativo”.

Secondo la ricostruzione della Procura contabile, Currao avrebbe dolosamente distratto i fondi, la Cimino non avrebbe vigilato sulle operazioni, mostrando mancanza di prudenza gestionale, e Di Prima sarebbe stato superficiale nei controlli su un pagamento da 8 mila euro. Invitati a dedurre hanno sostenuto chi, come la Cimino, che si sarebbe fidata di Curraro a cui avrebbe affidato la sua password con l'obiettivo di velocizzare il lavoro dell'ufficio in vista di alcune scadenze; chi invece, come Di Prima, che non poteva accorgersi che i soldi finivano sui conti correnti sbagliati.

Per quanto riguarda le due archiviazione, le posizioni vanno distinte. Nel caso di Moles, infatti, è realmente emerso che non aveva avuto modo di controllare la regolarità dell'operazione a  lui contestata; mentre per la Princiotta l'archiviazione è stata decisa perché, nonostante la sua presunta negligenza, il mandato di pagamento errato non sarebbe andato a buon fine perché rifiutato dalla banca.

Quella giunta ora a giudizio non è l'unica vicenda su cui si concentra la Procura della Corte dei conti. Le indagini vanno avanti nel massimo riserbo dalla fine del 2011 e sono venticinque i funzionari e i dirigenti indagati a vario titolo. Ci sono quelli che hanno distratto le somme e coloro che avrebbero dovuto vigilare per impedirglielo. Un altro troncone di indagini riguarderebbe pure lo straordinario pagato dal Dipartimento. Che tra il 2008 e il 2009, per molti dipendenti avrebbe superato, e di gran lunga, le normali ore di servizio.

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