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Bomba Gesip, da oggi 1800 operai senza lavoro: proteste in città


Il contratto è scaduto e l’amministrazione comunale
non ha più un centesimo per assicurare l'occupazione

ph. Italpressph. Italpress
PALERMO - Da Roma non sono arrivati i 5 milioni di euro, promessi nei mesi scorsi con un’ordinanza della Protezione civile, e così da oggi sono tutti a casa i circa 1800 lavoratori della Gesip, società che gestisce i servizi del comune di Palermo. Il contratto è scaduto e l’amministrazione comunale non ha più un centesimo per assicurare il lavoro ai dipendenti e garantire i servizi, da quelli cimiteriali al trasporto disabili, dal canile alle scuole. Lo ha scritto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, al prefetto Umberto Postiglione, che ha convocato un tavolo tecnic


PROTESTE IN CITTA' - Un dramma per i lavoratori che sono pronti a marciare sulla Capitale e già da ieri hanno organizzato sit-in e manifestazioni di protesta, mettendo a ferro e fuoco la città. Mentre era in corso un incontro a Palazzo delle Aquile, tra il sindaco, i sindacati ed una rappresentanza di lavoratori, che si è protratto fino a tarda sera, sono stati riversati per le strade cassonetti, dati alle fiamme rifiuti. La grave situazione ha gettato nella disperazione i lavoratori e rischia di generare una reazione incontrollata. Le forze dell’ordine sono mobilitate. La bomba Gesip, dopo mesi di tira e molla, è così esplosa.
LICENZIAMENTO COLLETTIVO - Del resto lo aveva annunciato il sindaco Orlando: «Se il governo non sblocca i fondi il destino dei lavoratori Gesip è il licenziamento collettivo». Una amara decisione che il primo cittadino ha comunicato a sindacati e lavoratori. Anche se ha spiegato il sindaco «in giunta abbiamo approvato un atto per chiedere la convocazione di un tavolo nazionale e di uno locale, con il prefetto. Abbiamo predisposto gli elementi essenziali per un piano, che però va concordato con i sindacati. Interesseremo anche la Regione e in bilancio metteremo quanti più soldi possibili, proprio per dimostrare che di più non si può. Ma la Gesip deve chiudere: al suo posto creeremo una società consortile, che raggruppi le aziende divenendo concessionaria di servizi, che permetterà di risparmiare il 21 per cento di Iva, specie sul 92 per cento di spese per il personale, di realizzare 220 pensionamenti, i prepensionamenti e la mobilità tra aziende».
SINDACATI - Intanto, i sindacati si preparano alla mobilitazione. «Stiamo assistendo all’ ennesima macelleria sociale, che vedrà circa 1800 lavoratori Gesip senza lavoro», scrivono in una nota congiunta Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Filcams Cgil, Usb, Alba, Cisas, Cisal, Conflavoratori, Fiadel, Ugl e Asia. «Le organizzazioni sindacali – aggiungono – sono pronte a scendere in campo per opporsi a tali provvedimenti, dopo la campagna denigratoria messa in atto in tutti questi anni contro i lavoratori della società». «I sindacati con i lavoratori – concludono – faranno una marcia verso Roma, partendo da Palermo vestiti a lutto e senza bandiere».

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