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Sospetto attentato incendiario ad Armao


In fiamme uliveto e casa di Armao a Cefalù
si sospetta attentato: l'assessore sotto scorta

Palermo. Un inquietante episodio, su cui stanno indagando gli inquirenti, quello accaduto all'assessore all'Economia, Gaetano Armao, che tre giorni fa ha visto andare in fumo cinque ettari di uliveto di una sua proprietà in contrada Sant'Oliva, a Cefalù, nei pressi dell'ospedale "San Raffaele-Giglio". Le fiamme, oltre a divorare l'uliveto hanno anche invaso la casa di campagna che per fortuna non era abitata. Non è stata ancora accertata l'origine dell'incendio, ma in via precauzionale, all'assessore regionale all'Economia è stata assegnata una scorta. Potrebbe, infatti, trattarsi di una intimidazione nei confronti di Armao, figlia della difficile sistuazione finanziaria che attanaglia la Regione. Per rispettare il Patto di stabilità e garantire le spese obbligatorie, Armao, nelle scorse settimane aveva proposto alla giusta di bloccare alcune spese. Proposta che ha creato il clima di tensione che, secondo chi indaga, avrebbe potuto indurre qualcuno in preda alla rabbia ad una ritorsione nei confronti di Armao. Ma è solo un'ipotesi.

Testimonianza del clima difficile, provocato dalla mancanza di liquidità, sono le proteste quotidiane di lavoratori ed imprese che non riescono ad ottenere quanto ad essi dovuto. Ad Armao, nella tarda serata di ieri, è arrivata la solidarietà dell'assessore al Territorio e Ambiente, Alessandro Aricò: "La più ampia e sentita solidarietà al collega e amico Gaetano Armao per l'incendio della sua proprietà, a Cefalù". Per Aricò, "in questo clima è difficile poter amministrare e fare politica. Gaetano Armao è stato assediato sotto la sua abitazione palermitana ed ora addirittura messo in pericolo a Cefalù, per avere fatto scelte impopolari per cercare di contenere una situazione economica difficilissima. Auspico che il confronto tra la politica e la società civile possa ritornare ad essere equilibrato. Soltanto con una ritrovata serenità di possono fare le scelte difficili per uscire dalla gravissima situazione economica che la Sicilia sta attraversando

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