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Palermo ostaggio dei precari esplode la bomba sociale

Migliaia di lavoratori in piazza, tra forestali, operai Gesip e Amat. Sono 100 mila, 18 mila solo i dipendenti degli enti locali, le persone con contratti in scadenza entro il 31 dicembre. A Roma riunione del tavolo tecnico allargato al ministero del Lavoro
04/09/2012
PALERMO - La bomba sociale è scoppiata. Palermo per l'intera giornata è finita nella morsa di precari e operai senza salario che hanno paralizzato la città con blocchi stradali, sit-in e cortei in diverse zone. Solo un assaggio di quello che potrebbe accadere nei prossimi giorni. Secondo alcuni calcoli sono 100 mila i precari che rischiano di perdere il posto entro fine anno, compresi i 18 mila dipendenti degli enti locali, i cui contratti scadono il 31 dicembre e per i quali l'unica speranza è il governo Monti.

In piazza sono scesi migliaia di lavoratori - forestali, operai Gesip e precari - di settori diversi ma accomunati da un unico incubo: la perdita dello stipendio e del posto di lavoro. Il traffico è andato in tilt con conseguenze disastrose, nonostante la polizia municipale abbia tentato di governare la situazione mettendo in strada tutte le pattuglie a disposizione.

L'ingresso del porto è stato presidiato dalla polizia e chiuso per diverse ore con lo scopo di evitare che gruppi incontrollati di manifestanti occupassero lo scalo, impedendo gli imbarchi nei traghetti per il continente. Gli automobilisti sono rimasti intrappolati in enormi ingorghi, persino alcuni matrimoni organizzati nelle chiese del centro storico, in particolare alla Cala, sono stati celebrati con ritardi di due o tre ore per la difficoltà degli invitati a raggiungere i luoghi delle celebrazioni. Gli elicotteri della polizia hanno sorvolato le aree più "calde" per monitorare la situazione dall'alto, mentre agenti della Digos sono stati impegnati su più fronti per evitare che le proteste degenerassero. Il clima in città è teso da giorni.

Gli operai della Gesip, società pubblica in liquidazione che dal primo settembre ha lasciato a casa 1.800 dipendenti per la scadenza del contratto di servizio col comune, stanno alzando il livello della protesta. Sono circa 300 quelli più agguerriti, si muovono con scooter e motocicli, organizzando blitz a sorpresa e creando disagi notevoli. Una ventina di loro ha tentato di fare irruzione nella sede della società, in via Maggiore Toselli, dove ha accesso solo il personale amministrativo autorizzato. La polizia li ha bloccati e identificati. Altri loro colleghi hanno bloccato il traffico in corso Vittorio Emanuele, fino in piazza Marina, mentre il presidio davanti il palazzo del comune è ormai permanente con la polizia che presidia il municipio con agenti in tenuta antisommossa e mezzi pesanti. 

Un clima che preoccupa tanto che domani della vertenza Gesip si parlerà in Consiglio dei ministri. Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, riferirà degli incontri avuti ieri a Palermo e, a quanto si è appreso, appena rientrata a Roma, ha già parlato del problema Gesip con il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Antonio Catricalà, e il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca. Domani, inoltre, si riunirà per prima volta il tavolo tecnico allargato al ministero del Lavoro per fare chiarezza sui fondi necessari al pagamento degli stipendi dei dipendenti Gesip. 

L'altro fronte, altrettanto caldo, in Sicilia è quello dei forestali stagionali. Nell'isola sono 23 mila. Temono di rimanere senza salario per via della crisi finanziaria della Regione che ne impedisce l'immissione al lavoro. In centinaia, provenienti da diverse parti dell'isola, hanno manifestato davanti Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana. Poi hanno bloccato la circolazione. Dall'altra parte della città, in via Roccazzo, altri lavoratori hanno scelto una protesta ancora più estrema per manifestare il proprio disagio. In venti sono saliti sul tetto dell'Amat, l'azienda per il trasporto pubblico locale, dove hanno trascorso la notte e da dove non intendono scendere fino a quando non avranno rassicurazioni sul loro futuro. Si tratta dei dipendenti della Ecolife, ditta che si occupa della pulizia degli autobus dell'Amat. Temono di perdere il lavoro perchè il servizio di pulizia potrebbe essere affidato agli operai della Gesip, in liquidazione. Insomma, una sorta di guerra fra poveri.

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