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Il Parlamento siciliano sotto assedio approva il bilancio. Dieci milioni all’Ast

PALERMO - Il Palazzo sotto assedio a Palermo. Mentre l’Assemblea regionale siciliana e’ impegnata nella maratona per il varo di bilancio e finanziaria, all’esterno, resta il clima di protesta e tensione. Precari, ex Pip, forestali, addetti alla formazione, quest’ultimi incatenatisi, rumoreggiano da giorni sotto le finestre di Palazzo dei Normanni. All’interno i deputati hanno approvato tutti gli articoli del bilancio da 26 miliardi. Manca solo il voto finale che arrivera’ dopo che saranno licenziati la legge di stabilita’ regionale e le variazioni, ossia entro domani quando scadra’ il quarto e ultimo mese di esercizio provvisorio. Un invito alla calma e’ giunto dai presidenti della Regione e dell’Ars Rosario Crocetta e Giovanni Ardizzone, impegnati in prima linea nella complessa partita, tutt’ora in corso, della finanziaria che consta di 65 articoli e recupera risorse per oltre 2 miliardi di euro, la meta’ dei quali ottenuti con risparmi (1,1 miliardi di minori spese) e il resto con maggiori entrate. Ottengono subito il via libera il primo articolo “Risultati differenziali e determinazione dei fondi di riserva” di cui e’ fissato l’ammontare della dotazione di parte corrente e in conto capitale per 430 milioni di euro per spese obbligatorie. Via libera anche al secondo articolo che quantifica in un miliardo il disavanzo, stabilendo le modalita’ di copertura. Stessa cosa per il terzo articolo che tratta dei mutui e che assegna all’assessore all’Economia il ruolo esclusivo in merito alle decisioni sul punto, senza il parere vincolante dell’Assemblea regionale, come richiesto da un emendamento del Pds-Mpa bocciato dall’aula. Disco verde pure agli articoli 4 e 5: il primo riordina la materia dei residui, attivi e perenti; l’altro autorizza la Ragioneria generale a incamerare all’erario regionale i depositi cauzionali costituiti da piu’ di 5 anni e non svincolati. Passa l’articolo 6 “Accantonamenti tributari”, finalizzati, ha spiegato Crocetta a “smobilizzare risorse da destinare ad altre emergenze”. Per l’assessore all’Economia Luca Bianchi sono garantiti i finanziamenti per le opere di progettazione e previste dal Piano infrastrutturale. Stessa sorte per il successivo articolo che prevede una somma di 140 milioni, riferita a quanto dovranno restituire i laboratori di analisi a titolo di rimborso per la mancata adozione da parte della precedente giunta, del ‘Tariffario Bindi’, meno oneroso per l’amministrazione. “Si e’ evitato un possibile crack che avrebbe messo in discussione centinaia di migliaia di posti di lavoro”, ha commentato Crocetta. Stralciata la norma che prevedeva la soppressione dell’ente di formazione Ciapi: un ddl, con tanto di relazione tecnica, sara’ presentato successivamente. Stralciate pure le norme su Consorzio autostrade siciliane e Arpa. Accantonati una decina di articoli, tra cui quello spinoso che assegna forme di sostegno al reddito ai 3.100 ex Pip – Emergenza Palermo, sino al 31 dicembre. I precari sono tra i protagonisti delle tensioni e delle manifestazione di questi giorni davanti Palazzo dei Normanni. Chiedono la stabilizzazione, prospettiva rispetto alla quale ha chiuso nettamente il presidente della Regione. Accantonati anche gli articoli sul personale di Regione, enti e partecipate. Abolito il Cda del Cefpas. E cambia volto la gestione del Parco d’Orleans con l’approvazione dell’articolo voluto dal governo che assegna la gestione alla Regione e taglia i rapporti con la ditta Lauricella che garantiva la cura dei volatili. Se ne occupera’ la Forestale. Nel corso della maratona d’aula, protrattasi nella notte, con all’esterno ancora un centinaio di manifestanti e la presenza massiccia delle forze di polizia, e’ passata anche l’attesa moratoria per i debiti fiscali che riserva 20 milioni di euro per il sostegno delle piccole e medie imprese siciliane per i pagamenti dilazionati dei debiti fiscali concessi da Riscossione Sicilia spa, a valere sul fondo presso Irfis-FinSicilia. Ok al nuovo sistema informatico regionale, alla riorganizzazione dell’assessorato all’Agricoltura, con la riduzione da 4 a 3 dei dipartimenti e uno snellimento a regime delle strutture, e al finanziamento della spesa sanitaria, prevedendo, tra l’altro, per il biennio 2014-2015 il mantenimento delle medesime maggiorazioni dell’aliquota Irap e dell’addizionale Irpef vigenti nell’esercizio finanziario 2013, fatti salvi comunque i regimi di esenzione. Accolto, poi, l’emendamento sull’impiego dei lavoratori forestali presso gli enti locali: mediante stipula di convenzione con l’assessorato, i Comuni potranno impiegare i lavoratori forestali per opere di prevenzione dei dissesti idrogeologici, di pulizia dei torrenti e per interventi di salvaguardia e tutela dell’ambiente. Dopo un’ora di sospensione, a partire dalle 22 l’Aula si e’ concentrata sull’esame degli articoli accantonati, oltre venti, e di grande parte dei circa cento emendamenti presentati. Approvate le disposizioni in materia di alienazione e riscatto degli alloggi popolari: coloro i quali – in possesso dei requisiti per regolarizzare i contratti di locazione – occupano da piu’ di 13 anni immobili pubblici di proprieta’ di Comuni o enti gestori di patrimonio residenziale pubblico, possano diventarne proprietari. Passa per poco, a voto segreto, dopo lungo dibattito, la previsione di un canone di produzione, commisurato alla quantita’ di minerale estratto, a carico di coloro che gestiscono cave, contro cui si e’ espresso uno schieramento trasversale: introito previsto 2 milioni. Poi il dibattito e’ proseguito su altri emedamenti, uno dei quali proponeva, a esempio, di considerare non i volumi estratti, ma quelli venduti. Crocetta ha proposto una mediazione: una gradualita’ progressiva del canone, per sbloccare l’impasse. Ma ha tenuto il punto: “Chi provoca dei danni all’ambiente deve pagare e compiere interventi riparatori. Qui non vedo nessun colpo all’imprenditoria, ne’ ho ascoltato alcuna argomentazione plausibile da parte di chi forse e’ piu’ interessato a una strizzatina d’occhio a chi gestisce le cave”.
Il Giornale del Sud

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