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Piante di marijuana in un campo a Quero assolto il proprietario

Nel processo celebrato con il rito abbreviato la Forestale non è riuscita a dimostrare che fosse l’imputato a coltivarle

QUERO. La piantagione era accuratamente occultata in una radura interna a un bosco, ma gli agenti del Corpo forestale la individuarono facilmente dopo aver perlustrato la zona, denunciando un sessantenne di Quero (difeso dagli avvocati Valentina ed Erminio Mazzucco) proprietario del campo dove
sorgevano le piantine. Fu un importante sequestro di canapa indiana quello messo a segno a Quero, il 14 agosto dell’anno scorso, dove l'imputato che ieri doveva rispondere di coltivazione illecita di sostanze stupefacenti, gestiva un appezzamento di terreno con ben cinquanta piante di diversa grandezza, tutte comunque in fase di crescita. Ieri il giudice delle udienze preliminari Giorgio Cozzarini l’ha assolto dalla pesante accusa per non aver commesso il fatto.

Nel corso dell’udienza di ieri, evidentemente, i due agenti forestali che intervennero sul posto, unici testi del processo a porte chiuse, non hanno prodotto prove per inchiodare l’imputato querense. Ed è rimasto il dubbio che estranei avessero avuto accesso libero al suo terreno e vi avessero fatto crescere quelle piantine.
La vicenda risale, come detto, alla viglia del Ferragosto 2012. Da qualche giorno, in un bosco di Quero, i forestali avevano individuato una piantagione con una cinquantina di piante di cannabis “in fiore”. La coltivazione era accuratamente occultata in una radura interna a un bosco, attorniata da varie piante. Il 14 agosto 2012 i forestali si erano appostati in zona e con l’uso di un potente binocolo avevano aspettato di intervenire quando il responsabile si sarebbe avvicinato alla “preziosa” coltivazione.
Ad un certo punto, l'attesa è stata premiata e gli agenti della forestale colsero un sessantenne di Quero proprio accanto alla coltivazione proibita. La forestale identificò e denunciò l’uomo con l’accusa di coltivazione di sostanze stupefacenti. L'operazione era stata eseguita dal personale della stazione di Feltre sotto la guida del comandante Luigino Castellaz con il supporto del comando provinciale di Belluno nella persona del commissario capo Federico Corrado. L'operazione aveva richiesto la paziente attesa degli agenti che avevano tenuto sotto controllo con discrezione l'appezzamento fino all'arrivo del sessantenne, risultato anche il proprietario del terreno. Gli agenti avevano successivamente eseguito una perquisizione presso l'abitazione dell'uomo ma quest’ultima aveva dato esito negativo.

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