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Radicchio e lattuga di montagna, la regolamentazione in Friuli Venezia Giulia


cicerbita alpina radicchio di montagnaI forestali comunicano che sono già state elevante sanzioni amministrative a quanti hanno effettuato la raccolta oltre al limite consentito di 1 chilogrammo giornaliero a persona, con il relativo sequestro e distruzione del materiale raccolto in eccedenza.

La raccolta indiscriminata del radicchio di montagna non è infatti
consentita in Friuli Venezia Giulia, dove è regolamentata dalla legge regionale 9/2007.
Negli ultimi anni si è registrato un aumento di interesse per il radicchio di montagna ed anche quest’anno è stata riscontrata un’elevata frequentazione dei luoghi di raccolta.
La Cicerbita alpina è una specie perenne della famiglia delle composite molto diffusa nelle Alpi, dove si trova generalmente a quote comprese tra i 1.000 ed i 2 .000 metri e solo eccezionalmente può giungere più in alto, fino a 2.200 metri.
La specie, che per le sue caratteristiche è considerata un indicatore di ambienti integri, predilige le zone umide, ombreggiate e caratterizzate da suoli ricchi di elementi nutritivi; vive nelle boscaglie rade o nelle radure, dove si accompagna spesso con l’ontano verde.
In questo periodo, con lo scioglimento progressivo del manto nevoso alle quote medio alte, in diverse zone della Carnia ha iniziato a germogliare e svilupparsi la cicerbita alpina, detta anche volgarmente lattuga di montagna.
La raccolta di questa specie è diventata un fenomeno diffuso e molti sono gli appassionati della montagna che ne approfittano, utilizzandola poi in diversi modi per preparare pietanze raffinate.
Il Corpo forestale regionale ricorda che la cicerbita alpina è oggetto di tutela comunitaria e regionale, tanto che la legge stabilisce in un chilo il quantitativo massimo giornaliero raccoglibile per persona.
In base all’esperienza maturata in molti anni dal personale forestale, si è riscontrato che la raccolta effettuata continuativamente nelle aree a maggior vocazione ha determinato un indebolimento progressivo della specie che, soprattutto nelle prime fasi di sviluppo, si presenta con un fusto più striminzito rispetto a qualche anno fa.
Anche per questo motivo, le stazioni forestali della Carnia, in coordinamento con l’Unità periferica di organizzazione territoriale dell’Alto Friuli, stanno effettuando da alcuni giorni una serie di servizi mirati che verranno ulteriormente intensificati con l’obiettivo di fare rispettare le modalità di raccolta e i quantitativi consentiti dalla normativa vigente.


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