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La crisi morde: il Ferragosto palermitano è rigorosamente a casa


Turisti e cittadini si sono mescolati per le strade del centro
storico semideserto godendo delle bellezze architettoniche

PALERMO - Sopravvivere a Palermo per Ferragosto nonostante la crisi. È l’impresa dei tanti palermitani che quest’anno, complice l’aumento dei prezzi, hanno deciso di trascorrere le vacanze in città. In giro, così, si sono mescolati turisti e palermitani che si sono rilassati godendo delle bellezze architettoniche tra le vie del centro storico semideserto. Molti sono stati quelli che hanno scelto di immergersi tra le bellezze artistiche offerte dai musei cittadini, facendo registrare un buon afflusso ai botteghini con il pienone il giorno di Ferragosto. Per iniziativa del comune, infatti, la Galleria d’Arte Moderna e il Museo Pitrè sono rimasti aperti: alla Gam oltre alla collezione permanente di pittura e scultura dell’Ottocento e Novecento, si è potuta visitare la mostra temporanea di Adalberto Abbate. Al Museo Pitrè, invece, era allestita la mostra “Tra memoria e futuro” e “Viva Palermo e Santa Rosalia! La tradizione del Festino”.
Anche Palazzo Branciforte è rimasto aperto sebbene ci sia stato un problema con il sistema di climatizzazione pertanto i tanti avventori non hanno trovato refrigerio dalla canicola d'agosto. L’antico Monte dei pegni aperto al pubblico dallo scorso maggio dopo un lungo intervento di restauro, ospita attualmente, oltre alle collezioni permanenti, una mostra dedicata ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino allestita dall’agenzia giornalistica Ansa. Non sono mancate polemiche alle biglietterie di tutti e tre i musei della gente che si aspettava di entrare gratuitamente come e’ accaduto nel resto del Paese. Non solo la cultura ma anche lo shopping. Tutti i centri commerciali, Poseidon, Conca d'Oro Forum e La Torre, nel giorno di Ferragosto sono rimasti aperti registrando un buon numero di presenze, ma non di acquisti: "Molta gente viene qui per farsi un giro tra i negozi godendo dell'aria condizionata piu' che per fare compere" dicono i commercianti. Per le vie del centro pochissimi i negozi rimasti aperti. Nella centralissima via Ruggero Settimo se ne contano meno di una decina, tra cui Kiko, H&M, Luisa Spagnoli, Max e Co. Esclusi i grandi marchi, le piccole botteghe locali sono tutte chiuse a eccezione di bar e ristoranti ma, anche per loro, la crisi si fa sentire. Per i commercianti del centro storico la situazione e’ peggiorata rispetto allo scorso anno con un calo delle vendite del 20-30%, come raccontano dal bar Spinnato del Politeama.
“Come vede non ci sono turisti, la città è deserta - spiega la cassiera - hanno tagliato le rotte delle crociere e la gente preferisce andare al mare. Inoltre le strade della città sono invase dai rifiuti e di certo non è un buon biglietto da visita”. La musica non cambia neanche in via Maqueda dove nell’unico negozio aperto il proprietario approfitta della «relativa calma» per riordinare la vetrina e fare pulizie. “Le vendite sono notevolmente diminuite – racconta - c'è chi parla di una flessione del 20-30% ma, secondo me, anche maggiore”. E per gli amanti del mare e del sole non è rimasto che un classico: la spiaggia di Mondello presa come ogni anno d’assalto da turisti e famigliole fino a tarda notte quando il cielo si e' colorato con i consueti fuochi d'artificio. Per la movida notturna ben poco ha offerto la città che dovrebbe vivere di turismo, fatta eccezione per i locali di piazza Magione tutti i pub del centro storico erano chiusi.

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