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Caso Ufficio stampa Regione: giornalista querela Crocetta e la Rai


Questa volta i ruoli si invertono ed è un giornalista a querelare un politico e un editore. Al comando provinciale dei carabinieri, a Catania, è stato presentato un articolato esposto per chiedere la condanna, per calunnia e diffamazione a mezzo stampa, di Rosario Crocetta, attuale presidente della Regione siciliana, di Klaus Davi e di Anna Maria Tarantola, presidente della Rai.
Rosario_CrocettaNuova puntata delle forti polemiche seguite allo smantellamento dell’ufficio stampa della Regione. Gregorio Arena, ex responsabile della sede di Bruxelles dell’ufficio stampa della presidenza della Regione, nel corso della trasmissione “l’Arena” del 18 novembre 2012, condotta da Massimo Giletti, è stato accusato “da Crocetta – spiega il giornalista – di truffa allo Stato e corruzione”.

Il giornalista, secondo le accuse, sarebbe stato assente in occasione delle dodici visite fatte dallo stesso Crocetta – quando era europarlamentare – alla sede della Regione a Bruxelles, “in assenza di contraddittorio e sostenuto dal suo consulente d’immagine, Klaus Davi”. Da europarlamentare, “Crocetta non aveva alcun titolo per controllare o censurare l’attività di un ufficio regionale. Da presidente della regione poi, in quanto massimo responsabile nell’isola – in virtù dello statuto autonomistico – delle forze di polizia, Crocetta avrebbe dovuto denunciare e perseguire un comportamento illecito, piuttosto che utilizzarlo come strumento di propaganda politica”.
Il presidente della Rai, infine, è chiamato in causa “per avere omesso di garantire il diritto al contraddittorio e per aver consentito che Crocetta e Davi violassero, con i loro comportamenti televisivi, il codice di autoregolamentazione e tutta la normativa che disciplina la gestione delle trasmissioni del servizio pubblico”. Insieme al suo avvocato difensore – l’avvocato Giuseppe Lipera del Foro di Catania – Gregorio Arena ha annunziato che si costituirà parte civile nel procedimento penale che deriverà dalla sua denuncia, “per ottenere il pieno risarcimento dei danni subiti”.

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