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Prima i tagli negli assessorati Poi le richieste al ministro

L'assessore Bianchi: "Non possiamo parlare di rischio default, ma ci sono alcune voci di bilancio da rimpinguare". Venerdì a Roma il governo regionale chiederà di spalmare il proprio debito e il riconoscimento dell'articolo 37 dello Statuto (le aziende che lavorano in Sicilia devono pagare le tasse nell'Isola).

PALERMO - “Il rischio default non è reale. Ma stiamo lavorando per chiudere un bilancio molto complicato”. L’assessore all’Economia Luca Bianchi è sospeso tra la preoccupazione e l’ottimismo. Servono tagli, riduzioni, cure massicce per i conti siciliani. Ma già da venerdì, un incontro col ministro Grilli potrebbe portare qualche schiarita. Una cosa è certa: prima di allora, i singoli assessorati dovranno presentarsi con in mano un piano di riduzione delle spese “non necessarie”. “Non possiamo parlare di rischio default – ha assicurato Bianchi – ma certamente ci sono alcune voci di bilancio da rimpinguare. Per questo sto convocando gli assessori e i dirigenti generali per capire quali siano le spese non indispensabili che possono essere eliminate. Si tratterà di un intervento di revisione della spesa di tipo ‘micro’, che si affiancherà all’individuazione di standard uguali per ogni assessorato per l’erogazione dei fondi per le spese di funzionamento”. Un intervento di spending review che dovrà fornire credenziali al governo regionale, per sedersi al tavolo della trattativa con quello nazionale “al quale – precisa però Bianchi – non chiederemo soldi. Chiederemo solo di spalmare il debito della Regione in un triennio, in modo da consentirci un rientro graduale”. I capitoli da “rimpinguare” sono innanzitutto quelli per il fondo degli Enti locali e per i Forestali”.

Per questi ultimi, il overno regionale ha già pensato a una riforma epocale per la gestione dei lavoratori, che non si occuperanno più solo di boschi, ma verranno destinati ad attività diverse. A questa riforma, l’esecutivo di Crocetta ne aggiungerà altre due. Anche queste serviranno per discutere con maggiore autorevolezza a Roma. La prima è quella riguardante la riduzione delle società partecipate: “Ne resteranno – spiega Bianchi – non più di sei. Quelle in liquidazione verranno immediatamente incorporate in quelle attive. Lo stesso accadrà per le altre”. L’altra riforma, riguarderà i precari: “Stiamo pensando a un processo di stabilizzazione che deve necessariamente andare – ha detto Bianchi – oltre l’orizzonte di questo bilancio”. Ma a proposito di bilancio, ecco i primi nodi da sciogliere: la commissione Sanità all’Ars ha respinto infatti i ticket sanitari. Un intervento che avrebbe dovuto portare nelle casse della Regione tra i dieci e tredici milioni di euro. “La commissione – ha precisato però il presidente Crocetta – ha solo un ruolo consultivo. Spiegheremo meglio anche a loro, però, il motivo di questo provvedimento, indirizzato alle fasce alte della popolazione, e proprio per aiutare i più deboli. È tutta una questione di ‘mentalità’. Chiamiamoli ‘ticket di solidarietà’: è tutta un’altra cosa. Quei soldi – aggiunge Crocetta – possono andare al Fondo per il sostegno alla povertà. Gli sprechi nella Sanità sono altri. Le Asp, ad esempio, - ha concluso il governatore – sono praterie infinite di spese che nessuno ha mai controllato”.

Ma le idee di spending review del governo Crocetta serviranno anche per richiedere al governo nazionale il riconoscimento, previsto dallo Statuto speciale dell’articolo 37. Per sintetizzare: tutte le aziende che lavorano in Sicilia, pur avendo la sede legale in un’altra Regione, devono pagare le tasse nell’Isola. “Se il governo nazionale anche stavolta – preannuncia Crocetta – farà finta di non sentire, saremo io e l’assessore Bianchi a decidere che bisogna rispettare quell’articolo. Se non lo sa il governo nazionale, lo faremo noi. La delibera è già pronta”.

Ma le richieste, come detto, devono essere supportate da chiari segnali di risparmio che devono provenire dall’Isola. E la spending review parte dagli assessorati e dai tagli che dovranno apportare (che potrebbero toccare il 40% delle spese). “Al momento – rivela Bianchi – c’è qualche assessorato che è già intervenuto virtuosamente, come quello della Famiglia. In altri settori, come quello dei Forestali, c’è ancora molto da fare”             .Live Sicilia

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