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' Bisogna pensare ai precari. E la politica non deve bloccare la giunta '

Palermo. La via per il risanamento del bilancio regionale è lastricato di buone intenzioni. Almeno da parte dell'assessore all'Economia, Luca Bianchi, che con i suoi più stretti collaboratori sta cercando di portare in equilibrio i conti. Un obiettivo fattibile dal punto di vista tecnico, ma che deve misurarsi con la volontà dell'Ars. E la bocciatura, all'unanimità, dell'emendamento che prevedeva l'aumento del ticket sulle ricette mediche e per i ricoveri ospedalieri, non è certo un buon viatico.
Assessore, il tempo per l'approvazione del bilancio e del disegno di legge di stabilità stringe. C'è l'esigenza di contenere le spese, ma bisogna fare i conti anche con l'emergenza sociale.
«La strada è molto difficile, ma siamo convinti che si possa arrivare ad un equilibrio di bilancio sostenibile sia dal punto di vista finanziario che sociale. L'obiettivo principale è cercare di dare risposte giuste al mondo del precariato che gira attorno alla Regione. In una fase difficile come l'attuale, non si possono introdurre misure drastiche nei confronti di persone che difficilmente troverebbero collocazione».
Veramente, sono precari perché un'occasione di lavoro vera non l'hanno mai avuta.
«Nel passato si sono perse occasioni che avrebbero consentito un progressivo svuotamento, non si doveva continuare ad allargare il bacino. Adesso dobbiamo dare una risposta che nel breve periodo deve garantire un sostegno economico e nel medio periodo l'autosostenimento dei precari. Cioè, dobbiamo creare lavoro per diminuire il contributo della Regione, facendo quanto più possibile ricorso ai fondi extraregionali che impongono di legare il contributo ad attività produttive».
Ci sono anche gli operai della forestale che battono cassa.
«Abbiamo preso l'impegno di aumentare l'attuale stanziamento di 100 milioni di euro. Il nostro obiettivo è di mantenere il monte ore per le garanzie occupazionali ed evitare di andare oltre. Negli anni passati, la copertura finanziaria era garantita dall'indebitamento e dal Fas, ora esauriti».

Non teme che questa scelta possa suscitare problemi?
«Non tutta la spesa può essere a carico della Regione, stiamo dialogando con l'Inps per cercare una soluzione. Dobbiamo anche cercare di aumentare le entrate. La giunta ha varato un disegno di legge che prevede il pagamento di un ticket nei parchi e nelle riserve. A Vendicari ci sono ogni anno 700 mila visitatori, vi girano anche film, ma nessuno paga. Stesso concetto vale, per esempio, per la riserva dello Zingaro. Il bosco non deve essere solo un costo. La scelta non è tra mandarli a casa a non fare nulla o dare un aiuto al reddito».
Il 30 di aprile scade il contratto dei precari degli enti locali che la legge nazionale ha prorogato fino a luglio.
«In Finanziaria prevediamo l'impegno economico per tutto l'anno, ma è necessario che la deputazione siciliana al Parlamento nazionale si attivi per consentire la prosecuzione. Con i comuni ho preso l'impegno di aumentare la dotazione. Per i precari, visto che li utilizzano, devono stabilizzarli e farsene carico. Ai comuni abbiamo garantito la puntualità nei versamenti delle trimestralità. Di più, ogni mese una parte dell'Irpef incassata andrà direttamente a loro. Per cui, un cittadino che va al bar e prende un caffè, ma non si fa dare lo scontrino, deve sapere che sarà egli a pagare in più di tasse».
Lei parla di bilancio all'«osso», non teme che venga poi stravolto all'Ars, come è accaduto per i ticket sanitari?
«E' stata una brutta pagina la bocciatura dei ticket. Ma i saldi non si potranno toccare. Se quadra il bilancio e cambia il rapporto tra governo e politica, non avremo, certo, risolto tutti i problemi, ma possiamo sederci ai tavoli romani con una certa credibilità. Un primo successo lo abbiamo già ottenuto: gli accantonamenti per il 2012 e 2013, da 900 milioni sono passati ad 800 milioni. Abbiamo dimostrato che il taglio era fuori luogo ed è stato corretto. Abbiamo recuperato 100 milioni di euro».
Ma dovete fare i conti con il «buco» da un miliardo denunciato nei giorni scorsi.
«Intanto, con le singole ragionerie stiamo verificando quante di quelle spese previste siano state effettivamente effettuate. Comunque, la manovra sarà fatta con il disegno di legge di stabilità».
Per lo sviluppo ci sono solo i fondi europei, ma il cofinanziamento è difficile perché si sfora il Patto di stabilità.
«Insieme con il presidente della Puglia, Vendola, e quello della Campania, Caldoro, nei giorni scorsi, abbiamo detto al ministro Barca che non parteciperemo pià alla Conferenza delle Regioni se non si risolve questo problema. Abbiamo 6 miliardi di euro da spendere entro il 2015. Barca ci ha risposto che farà di tutto perché la nostra richiesta venga accolta».La Sicilia

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