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Bella la riforma di Crocetta !

Sotto il fuoco amico della sua stessa coalizione, il governatore Rosario Crocetta striglia la maggioranza dopo i malumori nati durante il varo della Finanziaria e lancia un messaggio ai democratici, proprio nel giorno in cui iniziano ufficialmente le grandi manovre per il rinnovo della segreteria regionale al grido di "pesiamo di più nei confronti del governo regionale": "Il governatore eletto sono io, nessuno mi tiri per la giacca nelle beghe delle correnti di partito, il Pd sostenga le riforme invece di pensare a dettare l'agenda, compito che non gli spetta", dice Crocetta, che difende la manovra economica criticata da più parti, sindacati, industriali e centrosinistra: "Sento troppi soloni in giro  -  dice  -  secondo loro, cosa dovevo fare con un deficit di un miliardo ricevuto in eredità e ulteriori tagli per 1,5 miliardi imposti dallo Stato? Abbiamo salvato il sociale, riformato i forestali e dato garanzie ai precari. Sulla formazione stiamo andando avanti. Per essere riformisti non basta avere una tessera del Pd o di Confindustria ".

Ma le bordate contro Palazzo d'Orleans proseguono: "Occorre un cambio di passo, Crocetta non ha una squadra di governo", dice l'ex ministro Salvatore Cardinale, ieri nominato presidente onorario dei Democratici riformisti. "Non possiamo subire il suo governo, ma dobbiamo dettare l'agenda come Pd", dice invece il deputato regionale Fabrizio Ferrandelli, pronto e entrare nelle file dei renziani di Sicilia che da tempo, attraverso Davide Faraone, criticano l'ex sindaco di Gela.

Dopo il varo della Finanziaria le acque nella maggioranza sono più che agitate. Crocetta, davvero stanco, si è preso due giorni di pausa e si è ritirato in quel di Tusa. Ma dopo gli attacchi arrivati da esponenti della sua stessa coalizione, ribatte a muso duro. In primis al Partito democratico: "Antonello Cracolici  -  dice  -  chiede un Pd che conti di più verso il mio governo? Se il suo obiettivo è rafforzare l'operato della mia giunta ben venga, ma se vuole mostrare i muscoli sbaglia". Crocetta non ci sta a finire nel tritacarne di un Pd già in travaglio per il rinnovo dei vertici: "Non voglio essere tirato per la giacca nelle beghe delle correnti interne al mio partito  -  dice  -  specie alla vigilia del rinnovo della segreteria regionale. A tutti dico che insieme possiamo lavorare bene ma, allo stesso tempo, che non accetto imposizioni sull'agenda. Sostengano invece con i fatti le riforme che stiamo portando avanti. Io non mi presterò mai a fare da semplice
cinghia di trasmissione tra le correnti del Pd e il governo. Il programma è concordato e io lo rispetterò. Questo vale per il Pd, ma anche per l'Udc. Non mi lascio mettere il bavaglio, sia chiaro".

Il governatore risponde duramente anche alle critiche ricevute da alcuni deputati dei Democratici riformisti, a partire da Marcello Greco: "Se questo deputato mi critica solo perché ero contrario al suo emendamento, che toglieva soldi al fondo dei Comuni per assumere vigili urbani a Messina, allora non ha capito che io
non mi presterò mai a certi giochetti pur di tenere in piedi una maggioranza. Facciano quello che vogliono se questa è la loro politica".
Ma sia dal Pd sia dai Democratici riformisti continuano ad arrivare bordate a Crocetta. In via Bentivegna da ieri, dopo l'elezione di Gugliemo Epifani a reggente del partito nazionale, sono iniziate ufficialmente le grandi manovre per il rinnovo dei vertici e da più parti si chiede "una segreteria forte che possa dialogare alla pari con Crocetta". Lo chiede Cracolici, ma anche Mariella Maggio, in grande ascesa in casa Pd visti i suoi ottimi rapporti con Epifani: "Occorre una nuova segreteria forte e unita, che possa far quadrato nei confronti del governo", dice. In queste manovre per il rinnovo della dirigenza un ruolo importante ce l'hanno i renziani, che potrebbero presto trovare un sostegno da parte di Ferrandelli, anche lui critico con l'ex sindaco di Gela: "Occorre un cambiamento nel Pd  -  dice Ferrandelli  -  non possiamo subire un governo che abbiamo eletto. Anzi, dovremmo insieme dettare l'agenda per lo sviluppo della Sicilia. Renzi? Al momento dialogo con tutti".

I Democratici riformisti chiedono addirittura un rimpasto in giunta: "Questo sembra il governo del presidente e non di una coalizione  -  dice Cardinale  -  dobbiamo cambiare registro, perché così non si va da nessuna parte. Crocetta non ha una sua squadra, a parte qualche tecnico di valore gli altri assessori sembrano deboli. E poi non si può solo demolire senza avere un'idea delle cose da fare per lo sviluppo.

C'è un silenzio assordante su questioni importanti come i trasporti, il precariato e le imprese che chiudono". Se Crocetta sperava di avere un attimo di tregua dopo la Finanziaria, rimarrà deluso: la grane, anzi, aumentano.
Repubblica Palermo

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2 commenti:

  1. DOVREBBE DIMETTERSI CROCETTA......

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    1. sono d'accordo...è tutta gente falsa....una volta saliti...venderebbero pure la madre...TUTTI.

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